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Milano

Vincenzo Manco a Radio 1 Rai su sport e disabilità

La rubrica "La radio ne parla" ha affrontato la questione del diritto allo sport per le persone con disabilità

“La bellezza dello sport è questa: ottenerepiena cittadinanza attraverso la pratica sportiva per il benessere proprio e degli altri. Parliamo di cultura e chiediamo al sistema sportivo e alle istituzioni di modificare il modello sportivo italiano: mantenere accesa la fiaccola olimpica vuol dire mantenere la possibilità per tutti di fare sport e attraverso la pratica sentirsi pieni cittadini”. Giovedì 8 settembre Vincenzo Manco, presidente Nazionale Uisp, è intervenuto a La Radio Ne Parla, rubrica di Radio1 Rai, che ha affrontato il tema delle Paralimpiadi, in corso a Rio de Janeiro, fino al 18 settembre.

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Per due settimane lo sport per persone con disabilità sarà al centro dell’attenzione e sotto i riflettori mondiali: ma è veramente un diritto acquisito? Esistono le strutture e le opportunità per praticare sport accessibili a tutti? “Attraverso le Paralimpiadi affermiamo la pari dignità dello sport per persone con disabilità, ma dobbiamo ancora lavorare sulla necessità di strutture adeguatamente attrezzate, e nello stesso tempo sulla costruzione di pari opportunità per tutti nello sport di base. Questa partica sportiva deve essere indirizzata verso la prevenzione, la promozione della salute e soprattutto al raggiungimento dell’autonomia. Quindi, ben vengano le medaglie ma se creiamo contemporaneamente le condizioni per un’accessibilità sempre più ampia”.

“A Rio ci sono oltre 4300 atleti - ha concluso Manco - ma nel nostro Paese abbiamo numeri fortemente più alti di uomini e donne che hanno bisogno di strutture e personale qualificato grazie a cui acquisire autonomia”.

All’interno della trasmissione è stato inserito un servizio dall’impianto Fulvio Bernardini di Roma, gestito dall’Uisp Roma, in cui intervengonoGianluca Di Girolami, presidente Uisp Roma, che ha ricordato come al di là delle barriere architettoniche sia necessario eliminare quelle culturali; Grazia, terapista che lavora con l’autismo attraverso la terapia multisistemica in acqua; Andrea, aiutante istruttore di arrampicata per non vedenti, per cui si tratta “solo di un modo diverso di approcciare la stessa passione”; Marco che ha una malattia genetica con disabilità agli arti inferiori per cui “in piscina, senza gravità, si pareggiano le abilità”.

 

 

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