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La Legend Crew al PalaUisp di Modena.

C’è un gruppo di ragazzi particolare, al PalaUisp di Modena. Ma chiamarlo gruppo è filologicamente sbagliato. Perchè Alex, Imad, Erik e gli altri sono una “crew”. Nello specifico sono la Legend Crew.

Il mondo della breakdance è qualcosa di ancora poco conosciuto in Italia, ma anche nella nostra penisola, e in realtà attive e autodidatte come quella della provincia di Modena sta emergendo con una diffusione sempre più rapida. «Non c’è più una scuola di danza, ormai, che non abbia anche il settore di breakdance»: a raccontarlo è Erik “Epiks”, uno dei breaker più celebrati della nostra provincia, fratello di quell’Alessio Galloni che è stato un po’ il fondatore della crew geminiana, nata a Castelnuovo Rangone dall’idea di alcuni ragazzi che seguivano il fenomeno diffusosi negli Stati Uniti a partire dagli anni ’60-’70 e si erano appassionati soprattutto per via di alcuni video musicali, quelli dei Bomfunk MC su tutti.

All’inizio il gruppo si riuniva per improvvisare e basta, poi coi nuovi innesti sono arrivati gli allenamenti veri e propri, prima a Castelnuovo poi nella Polisportiva di Modena Est.

Anima della crew, assieme a Erik, è Imad Bk Kerrachi, un breaker di Casablanca arrivato in Italia quasi per caso: «In Marocco facevo parte di una crew molto famosa, La Halla KingZoo di Casablanca - racconta il bboy - Ero l’ultimo a essermi unito nel 2010. Nel 2011 ero in Austria per un “duello” internazionale, mio fratello era già in Italia e mi ha proposto di raggiungerlo. Non è stato facile, soprattutto all’inizio, ma oggi sono felice di questa scelta».

È Erik a raccontare quanto Imad sia stato propulsivo per il gruppo: «Assieme a lui abbiamo messo in piedi un grande show che ha esordito alla discoteca Vox di Nonantola nel 2012. Da lì abbiamo continuato a lavorare insieme e da un anno e mezzo, come Legend Crew, ci dedichiamo alle gare. Alcuni di noi sono anche stati invitati nei corpi di ballo di show televisivi come X-Factor e altri».

Cosa manca per dare il definitivo slancio a una disciplina considerata ancora da “ghetto”? «Una bella mano l’ha data il Red Bull BC One - spiega Imad - il contest di breakdance mondiale organizzato ogni anno che per il 2015 ha fatto tappa in Italia, a Roma. Per il resto sono gli show a legittimare la nostra specialità e a diffonderla ovunque».

Insomma, la breakdance anche a Modena sembra avere un futuro roseo: «La prima cosa che insegniamo ai bambini - chiude Erik - è la storia di questa disciplina. Spieghiamo loro dove è nata, come si è diffusa, lo spirito di non violenza e condivisione che vuole trasmettere: nel Bronx, dove ha visto la luce il movimento dei breakers, a un certo punto le gang hanno deciso di sfidarsi a colpi di ballo e non più di pistola. Deve partire da qua, la consapevolezza di un nuovo breaker». 

 

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