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L'impegno civile può colmare il vuoto tra cittadini e potere

Filippo Fossati, presidente Uisp, interviene sull'Unità: "Il terzo settore dimostra che si può essere innovatori senza subalternità"

L’impegno sociale e civile è impegno politico. Questo "interesse" disinteressato per la cosa pubblica è un amore non corrisposto dalla politica. Ecco perché è necessario darsi da fare in questo periodo di crisi economica ed etica e chiedere di fare qualcosa in questa direzione al centrosinistra, un interlocutore naturale che in questi anni difficili ha posto un argine allo smantellamento delle politiche pubbliche sociali. Questo è il senso dell’articolo di Filippo Fossati, presidente nazionale Uisp, pubblicato oggi – sabato 22 dicembre -  dall’Unità. Il titolo è "Welfare , la sfida del terzo settore".

 “La politica è in crisi perché si allarga il vuoto tra governati e governanti - scrive Fossati -  Le organizzazioni sociali e il terzo settore, quel vuoto lì, non hanno mai smesso di colmarlo. L’intervento sociale, in questi difficili anni di crisi economica ed etica, è stato anche intervento politico, Contro tutto e contro tutti, contro il tentativo di privatizzare le politiche sociali pubbliche, contro il governo Berlusconi prima e quello Monti subito dopo. Il terzo settore ha dimostrato che si può essere innovatori senza essere subalterni”.

"In questi anni il terzo settore non ha mai smesso di essere in campo, è stato in mobilitazione permanente. Ha difeso nelle città e sotto Montecitorio, spesso da solo, diritti e valori di tutti i cittadini, a cominciare dagli ultimi".

"Il governo Berlusconi, con il Libro Verde di Sacconi, aveva cercato in tutti i modi di mortificare il ruolo delle organizzazioni sociali. Immaginava un terzo settore di scorta, occasionale e subalterno, filiazione di mecenatismo, carità e intervento del privato. Con Monti è andata peggio...Gli strumenti di natura tecnica, non politica,  istituiti dalle leggi di settore hanno tentato di stemperare il protagonismo che l’associazionismo dei diritti civili si era conquistato sul campo. Una delegittimazione che ha portato il governo a snobbarlo nei fatti".

"Nel merito il governo Monti , ossessionato dal risanamento, ha proseguito in modo imbarazzante nello smantellamento dei fondi per le politiche sociali. Il nostro problema, in questo anno “breve” della politica è stato quello di parare colpi pesanti, dalle minacce al servizio civile al sostanziale azzeramento del fondo delle politiche sociali, salvo poi largheggiare nell’acquisto dei caccia F35".

"Il terzo settore è stato nelle piazze e nei tavoli che si sono aperti con le forze politche presenti nelle istituzioni. Con quelle del centrosintra che ci hanno ascoltato e hanno fatto argine in Parlamento,. Con gli Enti locali e le Regioni con cui è stata realizzata progettazione civica. Le reti sociali hanno tenuto, si sono autorganizzate e hanno evitato il peggio".

"Pensiamo ad un assalto sistema delle politiche sociali pubbliche, dalla sanità all’istruzione, sino all’attività motoria per il benessere. Siamo quelli dell’impegno civile e della partecipazione. Diamo alla politica una possibilità nuova, che c’è già nella democrazia e nella Costituzione: si chiama partecipazione dei cittadini...La presenza civile nella poltica è una possibilità concreta. Se una parte del mondo cattolico si accontenta della solidarietà di mercato sappia, la politica, che una parte altrettanto consistente di associazionismo civico si adopera per giustizia sociale e uguaglianza, diritti e politiche pubbliche. Questa è la sfida che chiediamo al centrosinistra".

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