Nazionale

L'Uisp contro il razzismo, ad un anno dalla strage di Firenze

Il 13 dicembre 2011 in piazza Dalmazia furono assassinati due ragazzi senegalesi. L'Uisp aderisce alle manifestazioni di oggi

“Siamo in gioco contro il Razziasmo”: questo è lo striscione che campeggia da stamattina sulla sede dell’Uisp Firenze, in via Bocchi. A un anno di distanza dalla strage razzista che ha lasciato in città una ferita aperta, l’Uisp fiorentina e l’Uisp di tutta Italia ribadisce il suo impegno contro ogni forma di razzismo, di discriminazione e di violenza. Il 13 dicembre di un anno fa in Piazza Dalmazia furono assassinati Modou Samb e Mor Diop; furono feriti in modo grave Sougou Mor, Mbenghe Cheikh e Moustapha Dieng (che non potrà più essere autosufficiente).
L’Uisp si unì alla Firenze antifascista e antirazzista per dire con chiarezza che non si trattava del gesto isolato di un folle ma del frutto orrendo di un clima diffuso di intolleranza e di ostilità nei confronti dei migranti, degli stranieri, dei "diversi". L’Uisp parteciperà nel pomeriggio alle iniziative per ricordare la strage e contrastare il clima di violenza e razzismo.

L'Uisp ha aderito all'APPELLO unitario lanciato da associazioni e forze sociali e sindacali:

13 dicembre 2011 | 13 dicembre 2012

PER RICORDARE MODOU SAMB E MOR DIOP

Il 13 dicembre di un anno fa in Piazza Dalmazia furono assassinati Modou Samb e Mor Diop; furono feriti in modo grave Sougou Mor, Mbenghe Cheikh e Moustapha Dieng (che non potrà più essere autosufficiente).
Nell'appello che come cittadini e cittadine senegalesi facemmo per invitare la Firenze antifascista e antirazzista a reagire a tale crimine dicemmo con chiarezza che non si trattava del gesto isolato di un folle ma del frutto orrendo di un clima diffuso di intolleranza e di ostilità nei confronti dei migranti, degli stranieri, dei "diversi", un clima alimentato da leggi, provvedimenti, ordinanze mirate a colpire, a reprimere, a perseguire chi non rientrava nello schema "ordine e sicurezza" prescritto dalle forze dominanti. Ed in cui i veleni razzisti si intrecciavano strettamente con i germi estremamente pericolosi dei vecchi e dei nuovi fascismi.

Ebbene, dodici mesi dopo, non molto è cambiato.

Non vi è stata quella reazione corale che avrebbe dovuto mobilitare tutte le energie e le risorse positive, tutte le forze culturali, sociali, politiche che hanno come baricentro la Costituzione, tutti gli anticorpi ai veleni razzisti e fascisti presenti nella società italiana.
Ancora oggi sono ancora in vita strutture indegne di un Paese civile come i CIE, continuano a morire in mare profughi e richiedenti asilo che cercano di raggiungere le coste italiane, non vengono prese in considerazione le proposte di legge per dare il voto ai migranti e la cittadinanza ai figli d'immigrati che nascono in Italia, restano in vigore normative come quella denominata Bossi-Fini, nè sono scomparse le ordinanze securitarie che avevano avuto larga diffusione a livello comunale.
E Casa Pound, dal cui ambito proveniva l'assassino di Piazza Dalmazia, prosegue nelle sue vergognose imprese: l'ultima, di qualche giorno fa, l'interruzione violenta di un incontro (e di una festa) a Pontedera, per l'attribuzione della cittadinanza onoraria alle figlie ed ai figli dei migranti nate/i in quel comune.
I pericolosi rigurgiti fascisti e nazisti non sono peraltro una prerogativa italiana, ma un morbo che si sta diffondendo in altri Paesi europei (vedi Alba Dorata in Grecia).
Per questo vogliamo ricordare, sul luogo dell'atto criminoso, i nostri fratelli assassinati.
Si tratta di un ricordo che ci vedrà stringerci insieme, noi e tutte/i coloro che vorranno essere con noi, vicino alla lapide in Piazza Dalmazia con i loro nomi, ma anche dell'occasione per rinnovare l'impegno, rendendolo più efficace, a cambiare le normative che alimentano l'intolleranza ed il razzismo, a contrastare i fascismi risorgenti, avvertendone finalmente tutta la pericolosità, a costruire un clima diverso - di apertura, di accoglienza, di solidarietà.

Per una città ed un Paese civili, in cui non siano più possibili atti come quelli di un anno fa.

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