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Lo sport in crisi visto dall'osservatorio Isca

Nello scorso fine settimana, l’Uisp ha ospitato, tra Bologna e Ravenna, il Comitato esecutivo dell’Isca, l’International sport and culture association, organizzazione internazionale impegnata nella promozione, tutela e valorizzazione dello sport di base. L'Uisp è da diversi anni membro dell'Isca e attualmente Filippo Fossati, presidente Uisp, ricopre anche la carica di presidente dell'Isca Europe.
Un incontro di routine, per tracciare un bilancio periodico, ma anche l'occasione per affrontare una discussione più ampia sulle difficoltà causate dalla particolare congiuntura economica. “L’Isca è un’associazione che raccoglie adesioni quasi in tutto il mondo. – spiega Carlo Balestri, responsabile Dipartimento internazionale Uisp - La riunione del Comitato esecutivo è stata l’occasione per fare il punto sul lavoro svolto negli ultimi mesi. Allo stesso tempo, sono state individuate alcune linee e soluzioni per sviluppare il lavoro nei prossimi mesi. Centrale sarà l’impegno per la Move Week, la settimana d’azione internazionale contro la sedentarietà, in ottobre. Dopo il successo della prima edizione sperimentale dello scorso anno, in Europa, nel 2013 la Move Week si svolgerà anche in Sud America”. Associata alla settimana di iniziative contro la sedentarietà è anche il Move Congress, simposio di carattere scientifico che riunirà i massimi esperti di attività motoria, salute e politiche per lo sport, in programma a Barcellona. Intanto, tra pochi giorni, l’Uisp e l’Isca saranno impegnate a Tunisi, dove dal 26 al 30 marzo avrà luogo il Forum Sociale Mondiale: “E’ un’occasione per intessere dei rapporti. Il nostro obiettivo è coinvolgere all’interno dell’Isca anche associazioni africane”.

Luoghi come l’Isca costituiscono punti di osservazione privilegiati su quello che è lo stato dell’arte nello sport a livello internazionale. Luoghi di confronto, utili a farsi un’idea, a gettare uno sguardo oltre il giardino di casa nostra. Oggi, l'interesse principale è quello di capire come la situazione dell'economia possa riflettersi sul mondo dello sport. “I riflessi della crisi sullo sport sono stati al centro della discussione – sottolinea Balestri – L’impressione è che sia una crisi molto ‘nostra’, ovvero molto europea. Una situazione disastrosa si vive in Spagna dove negli anni passati sono stati fatti molti investimenti nella costruzione di grossi impianti. Impianti che oggi rimangono vuoti o inagibili, a causa della mancanza di risorse per gestirli. Ma anche in Germania, la situazione non è florida. Mi viene in mente il caso della Dtb, la Deutscher Turner-Bund, un’importante federazione di ginnastica che è stata costretta a licenziare alcuni suoi dipendenti e collaboratori. La situazione europea contrasta con altre realtà dove una più felice situazione economica a ricadute positive anche sullo sport. Penso al Sud America, al Brasile ma in particolare alla Colombia. Insomma, anche nell’ambito dell’associazionismo sportivo la vecchia Europa arranca”. E le istituzioni europee fanno qualcosa? “Ci sono alcuni piani di intervento proposti dal Parlamento europeo – conclude Carlo Balestri – ma per capire se c’è la volontà e le risorse bisognerà attendere l’approvazione del bilancio Ue 2014-2020”. (F.Se.)

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