Nazionale

"Black star", film sui Liberi Nantes, squadra di rifugiati

La proiezione a Firenze è stata un'occasione per parlare di integrazione. Recensione di Chiara Stinghi, interculturalità Uisp

Mercoledì 23 ottobre al Cinema Odeon di Firenze ha avuto luogo l’anteprima toscana di "Black Star", il film di Francesco Castellani. La storia gira intorno al tema dell'integrazione ed ha come protagonista la squadra dei Liberi Nantes Football Club, squadra romana composta interamente da migranti forzati. Che film è? Chiara Stinghi, responsabile nazionale Uisp per l'interculturalità, l'ha seguito per Uispress: "La storia è ambientata nel quartiere romano di Pietralata dove due fazioni si contendono il campo sportivo del quartiere: da un lato i fondatori, l’allenatore, i giocatori della squadra, dall’altro un comitato di cittadini. Dopo un’ordinanza di sgombero, il campo viene occupato e i due gruppi si affrontano cercando di far valere ognuno le proprie ragioni, ognuno con le proprie possibilità. La storia non racconta fatti realmente accaduti, l’esperienza dei Liberi Nantes in realtà è l’opposto di ciò che la pellicola mostra: è, infatti, un’esperienza di convivenza e di integrazione attraverso lo sport e non motivo di scontro all’interno della realtà dove giocano e si allenano".


"Emerge comunque forte - prosegue Chiara Stinghi - il valore del gioco del calcio come strumento di inclusione e sono affrontati il tema dell’antirazzismo e della violenza che, anche se stereotipati, diventano momento di riflessione. La vicenda, inoltre, si incrocia con le storie personali dei rifugiati, le loro origini, i drammatici viaggi, i centri accoglienza e allo stesso tempo con quelle dei giovani romani del comitato che vivono il disagio, la disoccupazione, le difficoltà economiche. Due spaccati di vita dell’Italia di oggi che convivono a stretto contatto in una “guerra tra poveri”, come viene definita nel film, che non porterà nè vincitori nè vinti."
"Alla proiezione fiorentina - conclude la Stinghi - è seguito un confronto con il pubblico in sala e alcuni ragazzi somali, rifugiati politici, che vivono in spazi occupati della città e che hanno raccontato la loro storia e le loro difficoltà quotidiane. La pellicola è diventato lo spunto per riflettere sul tema della convivenza e sulle difficoltà di integrazione e di accesso alla vita sociale di queste persone. Segnaliamo che è possibile organizzare proiezioni del film nelle scuole o nei Comitati Uisp interessati, che possono diventare un ottimo strumento per parlare di sport e integrazione".

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