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"Lo sport del nuoto prima delle piscine", di Sergio Giuntini

L'ultimo libro dello storico dello sport è un'approfondita ricostruzione dalle origini della disciplina alla sua formalizzazione
La storia del nuoto, da quello spontaneo e disorganizzato ai successi dell'agonismo contemporaneo, passando dalla nascita del turismo e delle prime stazioni balneari italiane e per la storia avventurosa dei “cimenti invernali”. La più antica manualistica otto-novecentesca insieme alla geografia sportiva delle prime “rari nantes” diffuse nella penisola e al racconto dell’azione assolta dai “padri fondatori”. Questi alcuni dei temi del volume “Lo sport del nuoto prima delle piscine. 1898-1914: quando si nuotava in mare, laghi e fiumi” (nella collana UNASCI di Bradipolibri, 2013, Euro 13,00) di Sergio Giuntini, con una preziosa prefazione di Nicola Porro.

Quella lontana stagione nella quale il nuoto rappresentava un’assoluta novità, un fatto di costume, e una sfida non solo agonistico-sportiva ma anche sociale e culturale. Una storia del nuoto in campo aperto che corre quindi dalla fine dell’Ottocento (il primo campionato nazionale si disputò il 14 agosto 1898 ad Anguillara Sabazia) sino allo “spartiacque” convenzionale della Grande guerra: quel 1919 in cui i titoli “tricolori” vennero assegnati per la prima volta in corsia, a Como, sulle distanze canoniche dei 100, 400, 1500 ecc. Dopo Como il nuoto confinato nelle piscine e standardizzato patisce una metamorfosi epocale. Vive il passaggio decisivo dalla sua età pionieristica all’età della razionalizzazione, che è precipuamente razionalizzazione spazio-temporale determinata dall’invenzione d’un luogo fisico artificiale, la piscina, il quale sostituisce al paesaggio marino-lacustre-fluviale l’unità neutra di misura del metro e del cronometro. La rigorosa uniformità di corsie e virate.
All’acqua salmastra e al gioco alterno delle correnti subentrano il cloro e la maggior viscosità liquida della rivoluzione tecnica dettata dai bacini chiusi, e un mondo governato da “criteri morali” e ambientali declina sotto l’incalzare d’uno nuovo regolato dal culto dell’ottimizzazione e del record. Una parabola che segna, metaforicamente, anche la rottura di un equilibrio tra uomo ed eco-sistema. La fine di un nuoto romantico, resistente più che veloce, radicalmente espulso dal suo habitat naturale.

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