Nazionale

I diritti delle donne nello sport: presentata mozione parlamentare

Si chiede di adottare Carta diritti delle donne nello sport Uisp. Interventi di Claysset, Fossati, Agostini, Idem, Guerra, Coccia

Pari opportunità nello sport: le donne chiedono regole e tutele contro le discriminazioni. Giovedì 28 novembre nella sala stampa della Camera è stata presentata una mozione parlamentare che impegna il governo ad adottare la Carta dei diritti delle donne nello sport lanciata dall’Uisp e presentata al Parlamento europeo nel 2011. La prima firmataria della mozione è l’onorevole Roberta Agostini, Pd: “Siamo d’accordo nella diffusione dello sport sociale e per tutti perché promuove la cultura del rispetto e delle differenze. Il governo deve fare la sua parte affinché il sistema sportivo recepisca una vera cultura delle pari opportunità”.

E’ intervenuta anche Manuela Claysset, Uisp: “La Carta dei diritti delle donne nello sport chiede pari opportunità nell’accesso, premi uguali e leadership sportiva con più donne. L’Europa sta andando verso questa direzione, l’Italia no: perché? L’appuntamento di oggi richiama vari soggetti alle loro responsabilità: politica, istituzioni, sistema sportivo”.

La Carta è uno strumento importantissimo, ma altrettanto importante è verificare gli impegni e i risultati che verranno raggiunti: lo chiede l’on. Filippo Fossati, Pd, anche lui firmatario della mozione. Tra gli interventi anche quello della senatrice Josefa Idem: “Parliamo di pari opportunità all’interno dello sport: un problema nel problema. Ci sono problemi che riguardano le donne, il loro accesso alle carriere professionistiche nello sport, da atlete e da allenatrici. C’è poi un problema complessivo di pregiudizio contro lo sport e non si tiene conto che 1 euro investito nello sport significa 3 euro risparmiati nella sanità”.

Anche Laura Coccia, deputata Pd, ha parlato di una doppia discriminazione: “Il mondo parolimpico, dal quale provengo, avverte il problema delle pari opportunità elevato all’ennesima potenza. Viviamo in una società nella quale il corpo delle donne deve essere perfetto: se non risponde a canoni standard vieni automaticamente esclusa”. La conferenza stampa è stata conclusa dalla viceministro con delega alle pari opportunità, Maria Cecilia Guerra, che ha assicurato il suo impegno: “Emerge con chiarezza un ampio spettro di discriminazioni per le donne impegnate nello sport: maternità, trattamento economico, riconoscimento di leadership, presenza nei media, accesso a determinate pratiche sportive, conciliazione dei tempi”.


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