Nazionale

Il Regolamento degli Enti di promozione va riformato

L'Uisp chiede trasparenza, pulizia e verifiche sulla consistenza degli Eps. E sul relativo finanziamento. Parla S.Pacciani, Uisp
“L'Uisp chiede un'autoriforma della promozione sportiva, nella direzione di quanto più volte ribadito anche dal presidente del Coni, Giovanni Malagò – chiarisce Simone Pacciani, vicepresidente nazionale Uisp - Si tratta di innovare le modalità con le quali gli Enti di promozione sportiva sono presenti sul territorio, evitando, ad esempio, la pratica delle doppie affiliazioni, che gonfiano ad arte i tesseramenti di alcuni Eps. Registriamo con grande soddisfazione che anche il presidente del Csi, Massimo Achini, esce allo scoperto su questi temi. E prende una posizione definitiva e forte sulla vicenda del comportamento scorretto di alcuni Enti di promozione sportiva, denunciandolo pubblicamente con un articolo pubblicato su Avvenire di giovedì 16 gennaio (per leggere l'articolo clicca qui). Noi avevamo già più volte espresso la nostra posizione, a partire dal nostro recente Congresso di Chianciano, rilanciando l'idea e il ruolo della promozione sportiva italiana su basi di maggiore trasparenza e rendicontabilità dell'effettiva attività svolta. Gli Enti di promozione sportiva sono un valore aggiunto e una ricchezza per questo paese, moltiplicano le occasioni di fare sport, di socializzare e di fare integrazione sociale. Va però detto chiaramente che alcuni degli attuali quindici Eps si sono modellati alle regole del Coni soltanto per accedere ai contributi. Questo è un segnale molto negativo, che fa male a tutto lo sport e che va corretto urgentemente. E' nato una sorta di franchising dello sport, dove viene offerta a pochi euro la copertura assicurativa imposta dalla legge dello stato e l'iscrizione al registro Coni, attraverso la quale si può accedere a sgravi fiscali. Nei fatti, in questo modo, si crea associazionismo artificiale e di facciata: non c'è nessuna forma di condivisione, di partecipazione e democrazia. E soprattutto non si origina nuova attività sportiva, nuove occasioni di sport sul territorio. Soltanto ‘liberi professionisti’ che girano nelle città e offrono scorciatoie: tessere a buon mercato in cambio di una copertura soltanto formale, attraverso la quale ci si può fregiare del titolo di affiliata a questa o quella sigla di Eps e, indirettamente, all’ente olimpico italiano. Se il Coni non procede speditamente sulla strada della verifica della reale consistenza associativa, si favorisce chi sfrutta l'associazionismo per nascondere vere e proprie attività commerciali. Basta è l'ora di finirla".

“Siamo consapevoli che fra 18.000 società e 1.360.000 soci potremmo avere noi anche qualche mela marcia che si è infiltrata nel nostro movimento - conclude Pacciani - Lo diciamo con chiarezza: chi bara, non ci interessa. Questa è l’operazione di pulizia che vede l’Uisp in prima fila. Altri Eps sono disponibili a questa operazione trasparenza? L’Uisp è pronta alla sfida, la nostra storia conferma la coerenza di questa scelta, non nuova. In ballo c’è la credibilità della promozione sportiva italiana: una posta ben più alta di qualche briciola che forse qualcuno si illude di continuare a sbocconcellare”. (I.M.)

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