Nazionale

Quale ruolo per Uisp e per sport sociale nel terzo settore?

Manco, Fossati e Porro intervengono all'incontro nazionale "L'Uisp è Terzo settore" organizzato a Roma. Barbieri su governo
Vincenzo Manco, Filippo Fossati e Nicola Porro, ovvero coloro che si sono avvicendati alla presidenza nazionale Uisp dal 1998 ad oggi, si sono ritrovati insieme per il seminario nazionale dal titolo “L’Uisp è Terzo settore”, che si è tenuto a Roma venerdì 14 febbraio. Tre interventi legati insieme da una caratteristica identitaria dell'Uisp, che va rilanciata e valorizzata: la partecipazione e la democrazia che si realizza nell'associazionismo sportivo.
Come stare all’interno del perimetro del terzo settore? Quale ruolo può giocare l’Uisp? Sono queste le domande che Salvatore Farina, responsabile nazionale Uisp delle politiche del terzo settore ha lanciato in apertura.
Pietro Barbieri, portavoce nazionale del Forum del terzo settore, ha aperto i lavori spiegando che il Forum, in questa fase, non deve limitarsi ad un perimetro di “associazioni che difendono soltanto loro stesse ma deve esercitare il suo ruolo di forza sociale con una visione ampia”. Infatti Barbieri ha auspicato che il Forum sia ascoltato nelle consultazioni che avvierà il presidente incaricato di formare il nuovo governo, presumibilmente Matteo Renzi. “Lo sport per tutti, di inclusione e di cittadinanza è una parte fondante e sostanziale del terzo settore”, ha concluso Barbieri.

Il filo è stato ripreso dal sociologo Nicola Porro che ha ripercorso sinteticamente le tappe che hanno portato l’Uisp a questo risultato, richiamandosi al fatto che l’associazione è una rete naturale: “L’idea guida era che l’Uisp, che rappresentava la cultura del corpo prima ancora di quella dello sport, era una rete naturale molto forte. L’Uisp interloquisce con molti soggetti, pubblici e privati. Reinterpreta un filone europeo dello sport per tutti con un valore aggiunto unico: diritti, solidarietà e ambiente. L’Uisp all’inizio degli anni duemila si presentava come una formidabile rete naturale che però non è riuscita a diventare sistema. Lo dico in termini anche autocritici. La grande opportunità era nel rapporto col terzo settore e questo ci ha aiutato a portare a maturazione il passaggio da Ente ad associazione. Il riconoscimento dell’Uisp come associazione di promozione sociale è stata una importante conquista. Altra tappa è stata quella dell’ingresso nel perimetro del terzo settore delle Fondazioni bancarie. Il contesto cambiava velocemente e il nostro rammarico è stato quello di non portare a compimento la riforma del sistema sportivo italiano. Ovvero, ci era chiara la nostra appartenenza al perimetro del terzo settore ma non era altrettanto chiara la nostra collocazione nel sistema sportivo italiano, che l’Uisp chiedeva da anni di riformare. Lo stato ha affidato al Coni una delega sullo sport nel suo complesso, sia alto livello sia sport di cittadinanza. Questa anomalia non ha casi omologhi nel resto d’Europa. Siamo un’associazione complessa di promozione sociale, che si muove su tre livelli che si incrociano tra di loro. Siamo un movimento sportivo (con i nostri praticanti), un’associazione di sport di cittadinanza (protagonisti del welfare) e un sistema di offerta a misura di ciascuno (rapporto dialettico con il privato e con l’economia). La nostra complessità è una ricchezza anche per il terzo settore”.

Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp: “Siamo ancora una volta di fronte ad una congiuntura particolare e possiamo contare su qualcosa di nuovo, a cominciare dalla presenza di alcuni parlamentari, primo fra tutti Filippo Fossati, che provengono dal terzo settore. Abbiamo bisogno di tenere insieme gli ambiti di tutto il nostro tessuto regionale e territoriale con quello del terzo settore, sia in termini di strategie, sia di informazione. Abbiamo bisogno di tenere tutto ciò in simmetria con le nostre battaglie culturali e politiche all’interno del sistema sportivo e del Coni. L’Uisp non deve più essere l’anomalia europea dello sport".

"Dobbiamo tenere insieme l’agenda esterna e quella interna dell’Uisp - continua Manco - Un’opportunità ci è data dalla concomitanza di due ricorrenze: il decennale della Carta dello sportpertutti del Forum del terzo settore e il venticinquennale del passaggio Uisp da sport popolare a “sport per tutti”. Allo stesso tempo questa riflessione può guidarci ad approfondire il ruolo dello sportpertutti nel terzo settore e nel sistema sportivo, sia a livello nazionale, sia sul territorio. Il tema della partecipazione dei cittadini per noi è centrale e rappresenta la cerniera tra questi due scenari”.

Filippo Fossati, parlamentare PD: “Il terzo settore è democrazia e rappresentanza. L’Uisp ci è dentro. Anche il tema delle agevolazioni fiscali per l’associazionismo sportivo va visto in questo scenario. Se ne è parlato a Novara nei giorni scorsi in un convegno organizzato dall’Uisp. Il solo fatto di fare sport è sufficiente per chiedere agevolazioni? Oppure la discriminante riguarda la diversa tipologia dei soggetti che organizzano l’attività sportiva? Ovvero l’essere profit o non profit? In questo caso l’essere non profit significa curare la democrazia, la partecipazione e la rappresentanza, in quanto elementi fondanti del vero associazionismo sportivo, del quale l’Uisp è espressione".

Nel pomeriggio sono intervenute Daniela Conti e Marta Giammaria, responsabili nazionali dei progetti internazionali e di quelli nazionali. Gianni Cossu, presidente della Conferenza dei presidenti regionali Uisp, ha ricordato che l’incontro è stato organizzato sulla base di un’esigenza avvertita dai presidenti regionali Uisp riuniti ad Alghero nel seminario dello scorso autunno. (i.M.)

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