Nazionale

Presentato il nuovo Atlante dell'infanzia a rischio

La panoramica realizzata da Save the children contiene molti riferimenti ad attività Uisp rivolte a infanzia e giovani

Per il quinto anno consecutivo L'Atlante dell'infanzia (a rischio) di Save the Children offre una panoramica sulle condizioni di vita di 10 milioni 125 mila minori in Italia: uno strumento di studio e di lavoro ricco di mappe, dati e analisi ad altezza di bambino. 

Anche quest’anno l’Atlante contiene molti collegamenti con l’attività svolta dall’Uisp sul territorio per l’infanzia e i giovani. Segnaliamo, infatti, che l’immagine della copertina ritrae il parco Dora di Torino gestito dall'Uisp, mentre all’interno del secondo capito, Strade, c’è un’intera sezione “Parkour, hip hop, street dance: strategie per affermare il diritto alla salute”, che parte dal progetto nazionale Uisp “Percorsi indysciplinati”. “Si tratta di attività destrutturate, che nascono sulla strada, basate non sull’etica del sacrificio e sul risultato, ma sulla creatività, l’espressione libera del corpo, l’estetica, il valore del lavoro di gruppo e l’appartenenza alla crew – spiega nel suo intervento all’interno della sezione, Daniela Rossi, responsabile delle politiche per gli stili di vita e la salute di Uisp – All’estero questi sport postmoderni sono riconosciuti, al punto da concedere loro spazi e tempi opportuni; non è così in genere in Italia”.

L’iniziativa Uisp fa parte di una strategia più ampia che intende promuovere la salute ripartendo dalle loro motivazioni e dal principio di piacere: la voglia di giocare, divertirsi, fare gruppo, conoscere nuovi amici. “Se i ragazzi non trovano soddisfatti questi loro bisogni primari, vivono lo sport come un obbligo, una fonte di fatica e a volte anche di frustrazione – spiega Daniela Rossi – Tanti sforzi fatti in questi anni per promuovere lo sport sono falliti perché partivano da paradigmi e modelli adulti: impacchettati in corsi, batterie, vivai dove prevale uno spirito competitivo e accompagnati nevroticamente in macchina tra un’uscita da scuola e un videogioco, i bambini finiscono per percepire lo sport come un dovere, una compensazione rispetto a un problema, vero o presunto, e non come un momento piacevole e desiderabile della loro vita. In questo modo, non appena sono in grado di scegliere, in genere dagli undici anni in poi, smettono di fare sport e si iscrivono alla generazione digitale e sedentaria”. È il fenomeno del cosiddetto drop-out sportivo, studiato da una decina di anni. “Per attivarsi bambini e ragazzi hanno bisogno di opportunità e di spazi stabili dove possono ritrovarsi, esprimersi liberamente, mettersi alla prova, sperimentare – ricorda nel suo intervento Fabio Lucidi, professore di Psicologia dei processi di sviluppo alla Sapienza di Roma - Gran parte dei progetti per i più giovani invece si limitano a vietare o a rispondere ai rischi – l’obesità, l’abuso tecnologico, e così via – attraverso iniziative settoriali, emergenziali, di stampo prevalentemente sanitario, e quindi destinati a fallire prima ancora di nascere”.
All’interno dello stesso capitolo viene raccontata l’esperienza Pedibus, dell’Uisp Trieste.


Dopo avere affrontato il passato, il futuro e l'immediato presente, la nuova edizione dell’Atlante mette sotto osservazione lo spazio di vita (e del possibile) dei bambini e dei ragazzi nelle sue diverse accezioni: come orizzonte fisico (città, strade, quartieri, stanze, soglie) che accoglie il bambino alla nascita e ne condiziona inevitabilmente i primi e successivi passi nel mondo; come ventaglio di opportunità educative capaci di favorirne lo sviluppo del potenziale fisico e cognitivo; e infine come rete di conoscenze ed esperienze innovative nei campi più diversi, dalla pedagogia, alla psicologia, alle scienze sociali, all’urbanistica, che può aiutare a rimettere l’infanzia al centro della vita del Paese. Con una convinzione: ripensare e ricostruire gli spazi di un territorio dal punto di vista dei bambini, significa costruire meglio e con una prospettiva, la vita e lo spazio di tutti. Vuol dire investire sul nostro futuro.

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