Nazionale

Uisp Forlì-Cesena: spazio alle attività freestyle

Dopo la multa ai ragazzi per lo skate in centro, pianificata con il Comune promozione dei nuovi sport destrutturati
Come trasformare in positivo un episodio cominciato male? Si può seguire l’esempio dell’Uisp Forlì-Cesena che, partendo da una multa inflitta ad alcuni ragazzi che praticavano parkour in città, ha coinvolto l’amministrazione in una serie di azioni promozionali per la stessa disciplina.

Tutto è cominciato alla fine di ottobre quando Tony Mohano, operatore sportivo del team Shine di Ravenna, è stato multato durante un allenamento svolto nel parcheggio di piazza Guido da Montefeltro, a Forlì. Luogo che è da anni utilizzato dai praticanti del ‘parkour’, oltre che sede dei corsi all’aperto dello stesso team. Durante un allenamento con una decina di ragazzi tra i 7 e i 16 anni Mohano si è trovato di fronte alcuni agenti della polizia municipale che gli hanno contestato la violazione del regolamento di polizia urbana (intralcio alla circolazione), con riferimento a una delibera del consiglio comunale risalente al 1964: gli hanno lasciato un verbale, importo da pagare, 50 euro. 

“I genitori dei miei allievi si sono offerti di fare una colletta — spiega il presidente del team Shine — ma non deve passare il messaggio che il parkour è illegale. Si tratta di una disciplina riconosciuta dal Coni, noi siamo iscritti alla Uisp e nel costo del tesseramento è compresa anche la quota assicurativa. Siamo in regola, la Uisp ha già allertato l’assessore allo Sport di Ravenna per cercare un contatto con gli amministratori di Forlì”.
Leggi l'articolo del Il Resto del Carlino.

A questo punto, infatti, sono entrati in scena i comitati Uisp di Forlì-Cesena e di Ravenna, dove è affiliata la società sportiva che si allena però principalmente a Forlì, perchè formata da ragazzi che frequentano l’università a Forlì. “Appena saputo della multa sono andato a parlare con l’assessore allo Sport del Comune di Forlì, Sara Samorì – racconta Gianluca Soglia, presidente Uisp Forlì Cesena – Lavoriamo insieme dal suo insediamento avvenuto sei mesi fa e avevamo ottimi rapporti di collaborazione anche con il suo predecessore. Infatti, l’amministrazione ci ha chiesto di utilizzare piazza Saffi come impianto sportivo naturale, per recuperare zone dismesse dei centri storici, e noi da due anni stiamo organizzando in questa sede eventi importanti. Mi sono quindi trovato molto spiazzato da questo episodio”.

“Le amministrazioni però hanno reagito benissimo, sia quella di Forlì che quella di Ravenna, ed hanno convocato un incontro con gli assessori allo sport dei due comuni, l’Uisp Forlì-Cesena e l’Uisp Ravenna, i ragazzi della società sportiva coinvolta e Franco Biavati, in quanto responsabile del dipartimento Attività che sta promuovendo la nascita del gruppo nazionale parkour. Mercoledì 26 novembre ci siamo incontrati e il ragionamento è stato immediatamente spostato sul futuro, diventando l’occasione per promuovere una mappatura delle zone dismesse dei due centri storici e la loro successiva consegna alle attività sportive, come parkour e altre attività free style. Tutti i soggetti coinvolti si sono impegnati per un utilizzo costruttivo della vicenda: le amministrazioni si sono impegnate per la mappatura ed, inoltre, per l’organizzazione di un convegno sulle attività proiettato verso l’utilizzo degli spazi dismessi al fine di rianimare i centri storici delle due città. Infine, è stato anche proposto di realizzare un evento nelle città di Forlì e Cesena dedicato alle discipline freestyle”.

“Inoltre, per quanto riguarda la multa, che è dovuta all’applicazione di un regolamento, per quanto vecchio e inattuale, le amministrazioni hanno ammesso la necessità di intervenire per rivederlo nei contenuti e attualizzarlo, adattandolo alla società che cambia”.

“Anche i ragazzi della società sportiva sono stati d’accordo sulla gestione del rapporto con l’amministrazione – aggiunge Rita Scalambra, responsabile attività dell’Uisp Forlì-Cesena- condividendo l’idea del percorso convegnistico e di eventi sul territorio. Cercheremo di lavorare insieme per tutelare i giovani e la loro proposta di attività sportiva destrutturata. Crediamo che questo approccio, positivo e non accusatorio, possa essere un esempio di buona pratica da mettere in atto anche in ambito nazionale, nei rapporti tra amministrazioni locali e società sportive che operano sul territorio”. (E.F.)

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