Nazionale

Il Forum del terzo settore scrive a Matteo Renzi

In una lettera pubblicata su Repubblica il portavoce chiede di modificare la norma sulla tassazione degli enti non commerciali

Il Forum nazionale del terzo settore, di cui fa parte anche l'Uisp, ha fatto pubblicare una lettera del portavoce, Pietro Barbieri, su Repubblica di mercoledì 3 dicembre, che pubblichiamo integralmente. La lettera è indirizzata al Presidente del conislgio, Matteo Renzi, e chiede che non venga aumentata la tassazione sugli enti non commerciali.

 

DICIAMO NO ALL’AUMENTO DELLA TASSAZIONE SUGLI ENTI NON COMMERCIALI

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

in Italia abbiamo assistito, ormai da anni, a politiche di riduzione delle risorse pubbliche nella tutela del welfare, nella promozione della cultura e nella cura dei beni comuni.

I dati degli investimenti pubblici sono inquietantemente bassi specie ponendoli a confronto con quelli dei nostri partner internazionali. In Europa e nel resto del mondo, mentre l’Italia è fanalino di coda in quasi tutte le graduatorie su queste fondamentali tematiche, l’impegno di chi opera oggettivamente a fianco del Pubblico con iniziative di interesse generale, istituzioni culturali, enti filantropici e organizzazioni della società civile, viene riconosciuto: si favorisce il Terzo Settore come strumento ed espressione dell’attività di migliaia di cittadine e cittadini che si impegnano  per il bene comune. Soprattutto in questa fase di crisi riteniamo sia necessario ampliare il numero di coloro che si fanno carico quotidianamente e concretamente di rispondere ai sempre nuovi bisogni di crescenti fasce di popolazione e di curare la cultura e i beni comuni. È nell’interesse di tutti rafforzarne, e non limitarne, le capacità d’azione.

In questi mesi, abbiamo perciò apprezzato i lodevoli per quanto, al momento, insufficienti tentativi del Suo Governo di invertire la rotta. Così come i segnali contenuti nella Legge di Stabilità, ora in discussione al Senato.

Ma proprio nella Legge di stabilità 2015, all’art 44 comma 26, è previsto un provvedimento a valere sugli Enti non commerciali, che si pone nella direzione opposta a quanto da noi fortemente auspicato.

Tale provvedimento, presentato come tassazione delle rendite finanziarie, in realtà porterà - con il sostanziale ampliamento dal 5 al 77,74% della base imponibile sulla tassazione dei dividendi - ad un aumento delle imposte per gli Enti Non Commerciali, in primis le Fondazioni di origine bancaria (ma non solo loro), che in questo modo vedranno drasticamente ridotta la loro possibilità di erogare risorse, nell’ordine di 350 milioni di Euro l’anno. Per di più, la norma prevede – contrariamente, peraltro, a quanto previsto dallo Statuto del Contribuente - l’applicazione retroattiva, a valere cioè dal 1° gennaio 2014.

In particolare le Fondazioni di origine bancaria, anche attraverso i dividendi oggi minacciati dal previsto vertiginoso aumento di tassazione, nel 2013 hanno erogato in Italia 885 milioni di Euro (già ridotti di quasi il 50% rispetto a pochi anni fa, per la crisi economica e dai recenti incrementi della tassazione sulle rendite finanziarie –più che raddoppiata in pochi mesi -), finanziando oltre 22.000 iniziative, di cui il 33% nel welfare e il 30% nei Beni Culturali. E’ facile immaginare che la conseguenza ultima della misura prevista nella Legge di Stabilità, porterà a vedere colpiti pesantemente, con la riduzione delle erogazioni, sia gli Enti Locali che le Organizzazioni Culturali e di Terzo Settore che, nei territori, danno voce e capacità di intervento alla parte più attiva e preziosa delle comunità e che rimangono i principali alleati nella difesa del welfare e nella cura e promozione dei beni comuni.

Questo provvedimento, quindi, ben lungi dal tassare rendite finanziarie destinate ad operare su mercati internazionali, andrà, invece, ad incidere sulle risorse private destinate a dare risposta ai bisogni sociali, a curare il patrimonio artistico e ambientale, a sostenere l’istruzione e la ricerca scientifica, a promuovere la coesione sociale e culturale del nostro Paese.

In sintesi, a pagare il conto di tale provvedimento non saranno i titolari di rendite ma le persone fragili e vulnerabili, la cultura, l’ambiente, la formazione, i beni comuni.

In questi giorni la campagna #menotassepiùerogazioni, promossa per sensibilizzare su questo tema ha avuto oltre 2.000 adesioni, numero che aumenta di ora in ora. Cittadini ed organizzazioni di Terzo Settore che chiedono che non si esaurisca anche questa possibilità di intervento a difesa del welfare, della cultura e dei beni comuni del nostro paese.

Questa lettera aperta vuole evidenziare le nostre preoccupazioni circa le gravi conseguenze del provvedimento oggi in  Parlamento.

E ci rivolgiamo, pertanto, a Lei, affinché nel corso del decisivo esame al Senato, si possa modificare tale norma.

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