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Salute, benessere e dai Istat: l'Italia si ritrova più sportiva?

L'Uisp commenta i recenti dati Istat sull'attività sportiva degli italiani, incrociando politiche pubbliche per la salute e benessere
“Salus” nel doppio significato di salute e salvezza, era una divinità romana che aveva rapporto diretto con il benessere e la felicità, dei singoli e dello stato. Una definizione sociale e politica che l’Uisp sta interpretando e rilanciando, a trecentosessanta gradi. Ne parliamo per legare insieme due fatti di questi giorni, il Mercuriale a Bologna e i dati Istat “Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo”.

Il 19 e 20 febbraio a Bologna si è tenuta un’importante assise scientifica, il Mercuriale, giunto alla 7° edizione e dedicato all’attività fisica e alla salute, organizzato dall’assessorato alle Politiche per la salute della Regione Emilia Romagna. L’Uisp era presente in vari modi, con l’Asl di Bologna che ha presentato "1 Km in salute" e "Muovi Bo" realizzati con Uisp Bologna. E perché il corso era inserito nel “Progetto CCM", "una rete di azioni per dare attuazione alla Carta di Toronto, condotto dalla Regione Emilia Romagna in collaborazione con altre otto Regioni italiane, l’OMS e l’Unione Italiana Sport Per tutti, Uisp”, come scritto nel programma ufficiale del Mercuriale.

Daniela Rossi, responsabile politiche salute e stili di vita Uisp, ha coordinato una sessione. Qual è stata la tua impressione sul Mercuriale? “Il convegno è stato molto interessante e ricco di spunti e la presenza dell’Uisp e dello sportpertutti ha offerto la possibilità di inserire il tema salute in un ambito più complesso. Come processo di cambiamento delle condizioni di vita dei cittadini nei contesti urbani, molto legato ai temi dei diritti di cittadinanza”.

“In particolare è stato trattato un aspetto di ordine pratico che influisce sulla possibilità di accesso all'attività. Si tratta dei problemi di applicazione del decreto Balduzzi e della certificazione medica obbligatoria, anche per attività motorie non agonistiche. Provvedimento che sta creando confusione e notevoli ingorghi burocratici a cittadini e società sportive. Le Regioni hanno intercettato il problema e hanno annunciato un loro impegno per razionalizzare il provvedimento e renderlo coerente con il Piano di prevenzione nazionale. Hanno parlato di un nuovo testo che è allo studio”.

Salute, benessere e felicità passano anche attraverso la pratica motoria e sportiva. Il recente rapporto Istat “Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo”, assegna rosso fisso ai temi del lavoro, dell’istruzione, della spesa pubblica per la sanità. Con l’unica eccezione allo sport: l’1,5% dei praticanti diventano "continuativi" e non più "saltuari". Come stanno le cose?

“La prima impressione che si può ricavare dal rapporto Istat non è confortante. La spesa sanitaria pubblica italiana risulta inferiore a quella dei principali paesi europei. Non solo: cala anche la spesa delle famiglie con impiego di risorse proprie. Questi dati aumentano le diseguaglianze in salute. L'inxcremento dei praticanti mi sembra molto relativo. Ricordiamoci di incrociare questo dato con altri. Non ho trovato, ad esempio, dati sulla sedentarietà, cioè sulla popolazione seduta, che è il vero problema in cui l'Italia detiene record europei, soprattutto per quanto riguarda quella infantile”. (I.M.)

Anche il Giornale radio sociale ha commentato i dati Istat dal punto di vista del non profit, per leggere l'editoriale clicca qui

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