Nazionale

Ecco da dove nasce il rapporto tra Uisp e Liberazione

Parla lo storico Sergio Giuntini: "Un legame congenito, con lo sport popolare e l'Uisp i giovani sono tornati a vivere"

Il rapporto tra Uisp e Liberazione è la storia di un vincolo che dura da 70 anni, e anche oltre. Da dove ha origine questo legame? Lo chiediamo allo storico Sergio Giuntini, fresco autore di “Il partigiano Gianni” (ed. Sedizioni, Milano): “Il legame è congenito, intimo, strettissimo. L’Uisp nasce come proseguimento naturale del Fronte della gioventù, una delle organizzazioni che hanno combattuto la Resistenza e che hanno visto fianco a fianco varie componenti ideali dell’antifascismo: comunisti, socialisti, cattolici, liberali, repubblicani e militanti di Giustizia e libertà. Il Fronte della gioventù, tracciando il programma per la ricostruzione del nostro Paese, indicò lo sport come una delle leve attraverso le quali la gioventù sarebbe tornata a vivere, liberandolo degli ideologismi fascisti. Tra il ‘45 e il ‘48 il Fdg aveva una propria struttura organizzativa che promuoveva attività sportive popolari in tutta Italia. Questo fu uno dei germi per la rinascita del Paese. Molti di quei giovani furono tra i fondatori dell’Uisp, tra cui Gennaro Stazio, Arrigo Diodati ed Oddone Giovanetti, tanto per citarne qualcuno”.

Allora come anche oggi, nelle molte iniziative che l’Uisp dedica al 25 aprile ci sono il ciclismo e l’atletica. Perché?
“La bicicletta è stato uno strumento di liberazione nazionale e durante la Resistenza ha contribuito all’organizzazione dei Gappisti e alla lotta armata. Basti pensare alle staffette partigiane, fenomeno del quale furono protagoniste soprattutto le donne (ndr: alle quali Uisp e Udi hanno appena dedicato il documentario: “Le ragazze del ’43 e la bicicletta”). In questi anni nasce il Gran Premio della Liberazione di ciclismo a Roma, organizzato dall’Unità e dall’Uisp. La bicicletta aveva un significato simbolico anche grazie alla rivalità Coppi-Bartali, immagine dell’Italia che si risolleva dalle macerie. Allo stesso tempo la diffusione di iniziative di atletica è dovuta al fatto che si poteva praticare ovunque, senza grandi attrezzature, con corse organizzate nei quartieri popolari, in strada e con pochi mezzi”.

Che presa hanno i valori della Resistenza sui giovani?
“L’Uisp ha il grande merito di dare contenuti ideali alla propria azione di promozione sportiva, evitando di far cadere nella retorica valori importanti come democrazia e partecipazione. Anzi l’Uisp cerca di renderli attuali con l’impegno per i diritti, l’ecologismo e la pace. Il nostro problema di storici è quello di saper raccontare e tramandare i valori della Resistenza e della Liberazione senza renderli troppo retorici e autoreferenziali. Invece, il fatto di tramandarli rendendoli vivi attraverso attività sportive, gli fa acquistare maggiore attrattiva verso i giovani, li rende più comunicabili. Penso ad esempio alle biciclettate e alle camminate organizzate in questi giorni dall’Uisp in tutta Italia: fanno scoprire in maniera piacevole strade, piazze, monumenti e luoghi legati alla Resistenza e alla nostra storia”. (I.M.)

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