Nazionale

Uisp Roma: cresce ad Ostia la "Spiaggia libera-SPQR"

Dopo abusi ed illegalità, la proposta di Uisp e Libera, fa rinascere un tratto di litorale romano. Incontro con il Giornale Radio Sociale

Sul lungomare di Ostia si è creato e si riproduce costantemente un sistema insano ma incredibilmente solido e funzionante, che coinvolge pubblica amministrazione, singoli funzionari e imprenditori, in cui l'unica cosa che ne può turbare la pace è la proposta o, peggio ancora, l'applicazione della trasparenza e delle leggi.
È proprio questo il messaggio che viene fuori dall'esperienza di Spiaggia Libera Spqr, sul Lungomare Amerigo Vespucci; una spiaggia attrezzata e aperta a tutti del Comune di Roma, data in gestione a Libera e Uisp Roma. A raccontare la storia e le vicissitudini di questa porzione di litorale, nato dall'idea di farne uno spazio libero e disponibile tutto l'anno per attività sportive e ricreative, è il presidente Uisp Roma.
Gianluca Di Girolami, insieme al presidente nazionale Uisp Vincenzo Manco, è stato ospite della riunione di redazione del Giornale Radio Sociale che si è tenuta il 28 luglio proprio sulla Spiaggia Spqr. Un luogo, questo, di alto valore simbolico, a cui il Grs ha voluto dare risalto onorandone il principio sociale alla base.
"Quello che abbiamo trovato quando abbiamo preso in gestione la spiaggia era una situazione devastata, i beni pubblici erano stati lasciati al degrado e tutto era stato fatto in modo illegale e senza permessi", ha spiegato Di Girolami, indicando i posti dove fino a qualche mese fa c'erano fili spinati e cancelli abusivi. I muri, invece, (anch'essi illegali perché superano l'altezza prevista dal regolamento) ci sono ancora, ma per volontà dei lidi vicini che vogliono una netta separazione dalla Spiaggia Libera Spqr.
Quando la Giunta del Municipio ha deciso di mettere al bando la gestione della spiaggia nel 2013, per Uisp e Libera il percorso stesso per ottenerla è stata quasi una battaglia condotta per affermare un principio di trasparenza, evidentemente poco praticato nel litorale capitolino. "Siamo stati contattati prima ancora dell'emissione del bando (che poi è stato sospeso in autotutela) per un'assegnazione diretta. Ma noi non seguiamo questo metodo, quindi abbiamo deciso di aspettare un nuovo bando e vi abbiamo partecipato presentando un progetto per la fruizione del pezzo di litorale 365 giorni all'anno per attività sportive e ricreative. Non vincemmo il bando, ma prima di noi, altri due partecipanti vennero esclusi per aver violato il codice degli appalti; così da terzi diventammo primi".
Dopo una lunga serie di vicissitudini giudiziarie, che hanno visto il ricorso degli esclusi sia al Tar che al Consiglio di Stato, le associazioni Uisp e Libera hanno potuto finalmente iniziare il loro lavoro sulla spiaggia libera. Il 4 maggio scorso c'è stata l'inaugurazione e a ottobre, ha spiegato Di Girolami, "inizierà la vera sfida, per far sì che questo posto diventi un parco aperto a tutti, con delle strutture che possano essere usate con agilità, dodici mesi su dodici".

Al momento, infatti, l'idea di creare una spiaggia libera per svolgervi anche attività sportive non è ancora stata realizzata interamente, perché mancano le autorizzazioni da parte del Municipio e l'adeguamento delle strutture esistenti. "Tra l'aspirazione ideale e ciò che abbiamo ottenuto c'è di mezzo la pubblica amministrazione che, se non è ostile, è reticente. Oggi ci troviamo in una situazione per cui tutti gli sforzi si concentrano sulla tenuta degli spazi e sull'offerta minima per i cittadini. Non c'è ancora un'offerta dignitosa per i bagnanti: per 3mila persone che possono usufruire della spiaggia, ad esempio, ci sono solo quattro bagni in tutto". I permessi per apportare le dovute modifiche sono stati chiesti, ma finora non c'è stata risposta. "Non abbiamo il sostegno dell'amministrazione", ha continuato Di Girolami; "vogliamo mettere il pubblico al centro di un percorso progettuale, ma la pubblica amministrazione non ci sostiene perché oberata da altri lavori. È in questi casi che sopraggiunge la solitudine, e non c'è bisogno che vi sia di mezzo la mafia per far esplodere la notizia: qui il tema è la normalità".
Intanto, però, tutto ciò che è stato possibile fare finora sulla Spiaggia Libera Spqr è stato fatto nel rispetto delle regole. Ci sono sedici contratti in essere per la gestione del lido, il passaggio abusivo è stato abbattuto, sono presenti strutture per disabili e la pulizia della sabbia viene effettuata ogni giorno, e non solo lungo la riva. La gestione Uisp e Libera ha dimostrato anche di poter competere a livello imprenditoriale, in termini di offerta balneare; e questo, come ha raccontato il presidente Uisp Roma, crea anche dei fastidi tra i vicini concorrenti. "Il nostro è stato un processo in positivo, per affermare la legalità e la trasparenza, non un processo contro qualcuno".

Al termine della riunione di redazione del Grs ha preso la parola anche Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp, che ha sottolineato come il lavoro e la dedizione di un'associazione che promuove il diritto allo sport per tutti spesso non venga riconosciuto, anche se iniziative come quella di Spiaggia Libera Spqr ne dimostrano la validità. "Si tratta di un'importante esperienza di impresa sociale, e lo sport sociale ha bisogno di essere valorizzato. Questo è un esempio di come costruire cittadinanza tramite la condivisione".
Spiaggia Libera Spqr è un esempio, inoltre, di come si possa far rinascere uno spazio pubblico che andava incontro al degrado e allo sfruttamento abusivo. Di come, infine, il rispetto delle norme, a partire dagli appalti fino alla gestione di uno spazio in tutti i suoi aspetti, possa costituire un'eccezione in un territorio dove illegalità è sinonimo di normalità. Non sarà mafia, quindi, ma l'accettazione o, meglio ancora, il desiderio di perpetuare un sistema di questo tipo è un meccanismo infettivo che fa le sue prime vittime tra i cittadini. (Fonte: @nelpaeseit, di Giovanna Carnevale)

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