Nazionale

L'Uisp chiede l'educazione fisica alle elementari

L'innovazione prevista dalla riforma della scuola non è entrata in vigore. L'Uisp chiede investimenti, equità e diritti. Parla F. De Meo

La scuola italiana è ripartita senza l’insegnante di educazione fisica nelle elementari. Una delle innovazioni previste dalla riforma Renzi-Giannini è dunque ancora in lista d’attesa. (Leggi l'articolo di Valerio Piccioni su La gazzetta dello sport di lunedì 13 settembre) Anche i dati emersi dal nuovo Rapporto di Save the Children “Illuminiamo il Futuro 2030 - Obiettivi per liberare i bambini dalla povertà educativa”, diffuso lunedì 14 settembre conferma notevoli carenze di servizi e opportunità formative scolastiche ed extrascolastiche. Solo il 14% dei bambini tra 0 e 2 anni riesce ad andare al nido o usufruire di servizi integrativi, il 68% delle classi della scuola primaria non offre il tempo pieno e il 64% dei minori non accede ad una serie di attività ricreative, sportive, formative e culturali, con punte estreme in Campania (84%), Sicilia (79%) e Calabria (78%). In particolare, il 45,5% non ha svolto alcuna attività sportiva.

“La scuola ha tra i suoi compiti costituzionali quello di garantire misure di equità, giustizia sociale, e pari opportunità - dice Fabrizio De Meo, responsabile politiche giovanili, educative e sociali Uisp - I dati che abbiamo letto nel rapporto di Save the children ci dicono che chi ha una famiglia più benestante o con più possibilità riesce a compensare con offerte provenienti dal privato, ma non esistono misure pubbliche che garantiscano a tutti gli stessi diritti. In poche parole alle scuole elementari l’attività motoria la faranno quei bambini che potranno andare a farlo il pomeriggio da qualche altra parte. La scuola dovrebbe essere un presidio di uguaglianza a partire dai diritti dei più piccoli, ma al momento non è in grado di svolgere questo suo ruolo pubblico, non solo per l’attività motoria ma anche in un discorso generale di educazione”.

“Sta iniziando il primo anno scolastico dall’approvazione della riforma e ci accorgiamo che si concentra su aspetti che purtroppo non influiscono sui temi a noi più cari: non viene garantito il principio di equità. Il tema dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che non vengono garantiti nella scuola rischia di diventare la punta dell’iceberg di un processo negativo. Noi premiamo sulle esigenze legate allo sviluppo psico-motorio dei giovani, che è proprio della nostra mission, ma il problema è più ampio, tocca la dispersione scolastica e il disagio sociale di ragazzi che non riescono ad inserirsi in un sistema di offerte, servizi, opportunità”.

Cosa chiede l’Uisp?

“Per noi è importante che si investa a livello sistematico sulla scuola, l’extra scuola, i servizi per infanzia e adolescenza - conclude De Meo - Questi ambiti devono comunicare tra di loro convivendo in un piano coerente. Invece di effettuare tagli al piano infanzia si dovrebbe investire di più, ragionando nell’ottica di una misura di equità e sviluppo per tutti quanti”. (Elena Fiorani)

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