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Donne e sport: la modifica alla legge sul professionismo

L'obiettivo è la promozione dell'equilibrio di genere. "Un impegno sul tema dei diritti che vede l'Uisp in prima fila". Parla M. Claysset
Mercoledì 30 settembre si è tenuta nella sala Caduti di Nassiriya del senato la conferenza stampa di presentazione per una proposta di modifica alla legge n.91, del 23 marzo 1981, che regola il professionismo sportivo in Italia. Infatti, un’iniziativa parlamentare guidata dalla vice presidente del Senato, Valeria Fedeli, vuole modificare la norma. Alla presentazione era presente Manuela Claysset, responsabile politiche di genere Uisp: “La proposta di modifica promuove l’equilibrio di genere nei rapporti tra società e sportivi professionisti. L’obiettivo dei firmatari è di arrivare all’approvazione entro marzo 2016: i firmatari stanno portando avanti un lavoro in parallelo anche alla Camera, infatti era presente anche la deputata Laura Coccia. Il problema è generale perchè non viene riconosciuto il professionismo delle donne, e sono le Federazioni sportive che devono dire quali atleti sono professionisti e quali no. L’iter per la modifica si è messo in moto, anche il Coni, che era presente in Senato, ha confermato interesse e disponibilità, sottolineando il fatto che c’è da rivedere tutta la legge sul lavoro dello sport”. 
Tra le 45 federazioni appartenenti al comitato olimpico italiano soltanto quelle di calcio, ciclismo, golf e pallacanestro hanno degli atleti professionisti e soltanto nei campionati maschili. Le donne, invece, sono “dilettanti” in tutto. Eppure nella rosa dei papabili portabandiera ai Giochi di Rio 2016 figura proprio la triade dilettante: la campionessa del nuoto, Pellegrini, quella dei tuffi, Cagnotto e la vincitrice degli Us Open di tennis, Pennetta. “Non ho dubbi - garantisce la deputata Pd, Josefa Idem, firmataria del ddl al Senato - il portabandiera sarà una donna e loro tre possono tutte rappresentare l’Italia in maniera perfetta. Delle vere professioniste dello sport anche se per la legge sono soltanto dilettanti”.

“Quando c’è da impegnarsi su tema dei diritti, in particolare contro le discriminazioni di genere l’Uisp c’è - continua Claysset - Valeria Fedeli ha riconosciuto che in questo paese deve cambiare la cultura dello sport, partendo anche dalla promozione sportiva. Questo per noi è un terreno importante: si parla di diritto alla pratica ed è necessario capire come ampliare il coinvolgimento di tutte le realtà. Si sta aprendo una stagione molto intensa sui temi dello sport femminile e delle pari opportunità. La vicenda Belloli ha avuto ampie conseguenze: motivate dalla grande discriminazione che si trovano a subire le atlete finalmente si sono unite. Comincia a prendere corpo anche la possibilità di uno sciopero. Si tratta di elementi interessanti perché non legati alla specificità del proprio ambito, ma trasversali, e sarà importante riuscire a tenere insieme le varie parti”. 

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