Nazionale

Gianmario Missaglia, l'uomo dei "foglietti"

L'Uisp lo ricorda a 14 anni dalla scomparsa, che avvenne il 1° maggio 2002. Le idee, i progetti e...un aneddototo poco noto

Era proprio così: l’uomo dei foglietti. Ne aveva dappertutto e li conservava come schegge di idee preziose, tessere di un mosaico che un giorno sarebbero diventate progetto, libro, nuovo viaggio. “Phileas Fogg incomincia il suo viaggio intorno al mondo alle venti e quarantacinque del 2 ottobre 1872”. Inizia così il suo libro più noto, “Il baro e il guastafeste” del 1998, anno in cui lasciò la presidenza nazionale Uisp per dedicarsi a tempo pieno ai suoi progetti. E a dare gambe ai "foglietti” che diventavano progetti. Quattro anni dopo, il 1 maggio 2002, Gianmario Missaglia ci lasciava, prematuramente, aveva 55 anni.


Sono passati 14 anni e da allora l’Uisp continua a ricordarlo come il presidente “storico” dello sport per tutti, capace di imprimere una svolta culturale prima che organizzativa alla sua associazione e, molto probabilmente, al movimento sportivo italiano. Capita spesso di sentirlo citare nei convegni scientifici e nelle riunioni tra dirigenti sportivi, e non solo. Con lui l’idea e la parola “sportpertutti” sono entrati nel lessico comune. E tutti noi abbiamo l’impressione che questi concetti non siano ancora del tutto espressi nel loro significato potenziale, che ci sia ancora succo da spremere, non più sport amatoriale e non ancora sport di cittadinanza. “Sul terreno tecnico e spettacolare, questo sport è ben lontano dall’avere esaurito la propria forza espansiva. L’altra tendenza ignora ancora tutta la propria forza. Tuttavia, l’infante si sta svegliando”. Il suo libro, profetico e innovatore, si chiude proprio così. Una pista di lavoro, di lancio e di atterraggio di molti dei suoi “foglietti”. Una ricerca che la “sua” Uisp prosegue.

Perché quest’anno abbiamo scelto di ricordare Missaglia (Mix) come l’uomo dei foglietti? Chi l’ha conosciuto si ricorda bene questa sua caratteristica, amava selezionare e conservare piccoli ritagli di stampa, titoli o semplici citazioni. Li piegava e se li metteva nel taschino. Anche brevissimi appunti scritti da lui stesso nell’arco della giornata che lo portava di qua e di là, spesso in treno. Poi li utilizzava come spunti o citazioni. O anche di disegni e schizzi grafici. Una multimedialità istintiva.

Qualche giorno fa mi ha chiamato Teresa Giacobbi, sua segretaria e collaboratrice negli otto anni di presidenza nazionale, dal 1990 al 1998: “Guarda che ho trovato”, mi dice. Mi consegna una cartellina azzurrina tutta scarabocchiata e il titolo scritto a pennarello: “Mix DA valutare”. Una freccia in alto a destra e un punto scuro, nell’angolo. Diamo un’occhiata e inizia un viaggio nel crocicchio della parola “sport-per-tutti” e nella testa di Missaglia, capace di impensabili tessiture concettuali e di sintesi imprevedibili. Dentro ci sono un mucchio di suoi “foglietti”.
 
Articoli di riviste molto diversi tra di loro, alcune volte chiosati a penna. Foglietti che ci riportano agli anni ‘90, grosso modo. I telefonini e internet non erano ancora entrati nella vita quotidiana di tutti. L'informazione girava attraverso i giornali e gli approfondimenti li trovavi nella “terza pagina”. In una di queste, dell’Unità, spunta un’intervista al filosofo Salvatore Veca sul tema della cittadinanza. Poi un’articolo del sociologo Edgar Morin ritagliato dall’Espresso, sulla situazione degli scioperi francesi del dicembre ’96: “una società sempre più povera. Un accumulo di aspettative deluse. E governi che sanno dare soltanto risposte da perfetti contabili”(..!). E una pagina intera della Stampa, a cura di Gian Paolo Ormezzano, del marzo 1990, a tre mesi dai Mondiali italiani di calcio. Titolo: “Allora non chiamiamolo più SPORT. Politica, soldi, sponsor, tv, interessi assortiti: la bella parolina scoppia”, con intervista a sette colonne all’allora presidente Coni, Arrigo Gattai. Tra questi foglietti di Mix non poteva mancare un ritaglio di Gianni Mura, dal titolo: "Il calcio dei ricchi", con riferimenti alla ventilata scissione della Juve targata Giraudo dal Coni e alla creazione della Superlega, con buona pace dello “sport sociale” (un consiglio: leggetelo per intero, l’abbiamo scannerizzato apposta, clicca qui).
 
Sullo stesso tema su Repubblica un’intervista a Gianni Petrucci del 1996, allora presidente Federbasket (oggi, vent’anni dopo, è esattamente sulla stessa poltrona) che risponde a Giraudo: “lo sport non è solo profitto”. In fondo alla cartellina una rivista intera, sedici pagine spillate come fosse un cicl.in.prop fotocopiato e inchiostrato in azzurrino e vermiglio "Bubamara” è il titolo della testata, Sarajevo aprile/maggio 1995. Dentro una pagina dedicata a Vivicittà nella città martire. Foglietti, curiosità, scintille di idee. Ma anche ricordi, come quelli che rimangono a tutti noi quando ripensiamo a Mix e alla sua eredità. (Ivano Maiorella)

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