Nazionale

Beni confiscati: una proposta di revisione alla legge

La proposta per superare le problematicità prevede anche la costituzione di un unico Ente per la gestione dell’intero sistema

In Italia sono oltre 23.500 gli immobili confiscati alle mafie, ma non si conoscono quanti sono utilizzati (si stima poche centinaia) nonostante i 21 mln di euro destinati per sistemi informativi per lo scambio di dati e informazioni sui beni. Oltre 3.500 le imprese confiscate, ma pochissime hanno ripreso l’attività. Da questo scenario nasce una proposta, supportata da due studi, per superare le attuali problematicità che prevede, tra l’altro, la costituzione di un unico Ente per la gestione dell’intero sistema

Superare i limiti degli strumenti operativi e della normativa che attualmente regola la gestione dei beni sequestrati e confiscati alle mafie. E’ il punto di partenza della proposta di profonda revisione della materia, presentata mercoledì 13 luglio a Roma, presso la sede dell’Acri.

Lo studio è frutto della riflessione di un gruppo di lavoro coordinato dalla Fondazione CON IL SUD e costituito dal Forum del terzo settore, dalla Fondazione Cariplo, dalla Fondazione Cariparo, dalla Fondazione Sicilia, dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna (che ha coordinato il gruppo di lavoro giuridico) e che si è avvalso della collaborazione di Nomisma.

"E' molto importante che Acri, Forum terzo settore e Fondazione con il Sud abbiano avviato questa riflessione su un tema così delicato, attraverso una conferenza stampa - commenta Salvatore Farina, responsabile Uisp volontariato e terzo settore - Infatti, la Legge Rognoni-La Torre a 20 anni dalla sua approvazione ha avuto moltissime difficoltà nell'applicazione, pur essendo profondamente innovativa. L'idea di creare una nuova governance in cui siano protagonisti gli attori del privato sociale è una sfida importante e ci pone dinanzi a una responsabilità molto forte, ma è necessario, come l'Uisp dice da tanti anni, passare dal dire al fare. Inoltre sono convinto che da azioni come queste può ripartire il Sud in sinergia con lo Stato, incalzarlo per un nuovo sviluppo dell'imprenditorialità trasparente ed efficace".

L’esigenza di sviluppare un’approfondita riflessione sul tema è scaturita dall’esperienza maturata da alcune Fondazioni che negli ultimi anni hanno sostenuto progetti di valorizzazione e gestione di beni confiscati alle mafie e in particolare dalla Fondazione CON IL SUD che ha sostenuto 39 progetti su 50 beni confiscati (39 fabbricati e 11 terreni) nelle regioni meridionali e, attraverso due bandi dedicati alla loro valorizzazione, ha erogato oltre 6,7 milioni di euro (la terza edizione del bando sarà pubblicata quest’anno).
Le indicazioni dello studio individuano i punti decisivi di una possibile e auspicata revisione della materia, ma non si spingono fino alla definizione puntuale dei contenuti di un eventuale nuovo assetto normativo, nè fanno diretto riferimento alla discussione attualmente in atto in sede parlamentare.

All’incontro di questa mattina hanno partecipato Giuseppe Guzzetti, Presidente Fondazione Cariplo che ha introdotto l’iniziativa; Carlo Borgomeo, Presidente Fondazione CON IL SUD che ha illustrato il documento e Pietro Barbieri, Portavoce Forum del Terzo Settore che ha concluso l’incontro. Presenti anche Giovanni Puglisi, Presidente Emerito Fondazione Sicilia; Marco Giampieretti, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo; Marco Cammelli, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna - Coordinatore gruppo di lavoro giuridico; Giulio Santagata, Consigliere delegato Nomisma.

Per leggere il comunicato integrale clicca qui

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