Nazionale

"Red panthers" di Treviso, una storia di rugby e pari opportunità

La storica formazione di rugby femminile, antesignana del settore, rischia di chiudere. Il sostegno dell'Uisp, al suo fianco dagli anni '80
"La tribuna di Treviso" ha scritto in questi giorno a proposito del rischio che la locale squadra di rugby femminile locale possa chiudere. Come ricorda l'articolo le Red Panthers, che originariamente si chiamavano Pink Panthers, nome cambiato per omonimia con un club olandese, sono una delle prime squadre di rugby femminile italiane e costituirono il nucleo d'avvio, formato da quattro squadre, del Campionato che l’Uisp organizzò a metà degli anni ottanta e che continuò ad aumentare in numero di squadre finchè nell'88 la Fir riconobbe l'attività femminile. LEGGI L'ARTICOLO

“C’è una lunga storia che lega le ‘Red Panthers’ di Treviso e l’Uisp – commenta Valeria Frigerio, politiche di genere Uisp - per questo le notizie apparse sulla stampa a proposito delle difficoltà di sopravvivenza della squadra ci colpiscono particolarmente ma, al tempo stesso, ci fanno confidare nella loro tenacia. A metà degli anni ’80 erano poche le ragazze che si cimentavano nel rugby: una squadra a Treviso, una a Roma, una a Milano ed alcune “indipendenti” che si aggregavano per metterne assieme un’altra. Oggi è difficile da credere, ma trent’anni fa la FIGC non ammetteva il calcio femminile, la Federscherma non consentiva che le donne tirassero di spada e la FIR non riconosceva le rugbyste, perciò le ragazze di Treviso e di Roma presero contatto con l’Uisp, che aveva appena lanciato nazionalmente la Carta dei diritti delle donne nello sport, per chiederci di aiutarle ad organizzare un Campionato”.

“Con la solita generosità e un po’ di spericolatezza economica ci lanciammo a capofitto nell’impresa - continua Frigerio - e il Campionato venne presentato con una Conferenza stampa a Milano: l’attenzione mediatica fu notevole, il Campionato decollò e strada facendo le squadre aumentarono, l’Uisp ebbe addirittura per alcuni anni una Lega rugby solo femminile, unico esempio nella sua storia. All’inizio degli anni ’90 la FIR, a fronte della consistenza del fenomeno, riconobbe il rugby femminile e mise a disposizione mezzi economici ed organizzativi ben più consistenti di quelli che poteva mettere in campo l’Uisp: eravamo comunque soddisfatti di aver contribuito ad una vittoria per le pari opportunità, nel frattempo anche la FGCI aveva aperto al calcio femminile".

“Per questo crediamo che le pioniere delle Red Panthers siano geneticamente predisposte a non mollare - conclude Valeria Frigerio - e ci auguriamo che le Amministrazioni e le forze imprenditoriali trevigiane decidano di sostenere questa esperienza, che è patrimonio sportivo e culturale non solo della Città”.

 

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