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Sport, omofobia e pregiudizi: seminario a Napoli

All'incontro, organizzato dall'Uisp insieme all'Università Federico II, se ne è parlato insieme a giornalisti ed esperti

Omofobia nello sport, è anche un problema di linguaggio. Il pentolone si è scoperchiato di botto durante i Giochi olimpici di Rio, il mondo sportivo è tradizionalmente maschilista ma qualcosa comincia a cambiare. Ci sono problemi culturali e sociali, pregiudizi antichi e discriminazioni dure a morire. Ma molti atleti non sono più convinti che convenga stare zitti e anche chi racconta di sport è chiamato a fare la sua parte. L'Uisp e il Centro di Ateneo SInAPSi dell'Università Federico II hanno organizzato mercoledì 19 ottobre, a Napoli il convegno "Sport e omofobia, linguaggio giornalistico e pregiudizi da affrontare".
L’incontro ha avuto il riconoscimento dell’Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) e dell'Ordine dei giornalisti della Campania, con l’attribuzione di 6 crediti formativi per i giornalisti partecipanti.

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A cambiare sono, per prima cosa, i fatti da raccontare. O meglio: i loro protagonisti, nello sport come in altri ambiti, non sono più costretti a nascondersi. Anzi chiedono naturalezza e fanno spallucce di fronte ai pregiudizi. Durante i recenti Giochi di Rio la dedica di Rachele Bruni, medaglia d’argento nel nuoto di fondo, alla sua compagna Diletta, ha fatto il giro del mondo. Ed ha fatto scuola, tanto quanto la proposta di matrimonio di Marjorie Enya alla rugbista brasiliana Isadora Cerullo, durante la ceriminia di inaugurazione. C’è bisogno di apertura culturale e di un linguaggio adeguato per raccontare i cambiamenti sociali. I giornalisti lo sanno se è vero che tra i loro obblighi deontologici c’è quello di “rispettare la dignità di ogni persona e non discriminare nessuno”. E proprio i giornalisti, grazie alla collaborazione con l’’Odg Campania, hanno risposto in massa all’appello dell'Uisp e Università Federico II di Napoli, partecipando in tanti, un centinaio circa.

Il seminario aveva l'obiettivo di promuovere il rispetto dei diritti delle persone con differenti orientamenti sessuali ed è stato sostenuto dall'Unione europea, grazie al progetto “Queering football”, di cui l'Uisp è partner insieme ad altre sei associazioni. "Ancora sento negare l’esistenza di omofobia e discriminazioni, ma purtroppo sappiamo bene che non è vero - ha detto Manuela Claysset, responsabile nazionale politiche di genere Uisp - c’è una grande paura della diversità per questo i giornalisti per primi chiedono strumenti culturali e codici condivisi attraverso i quali raccontare questa realtà”. A questo appuntamento, dedicato in modo specifico ai giornalisti, ne seguiranno altri due, uno per gli operatori/educatori e l’altro per i giovani.

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Nel corso del convegno sono intervenuti: Paolo Valerio, direttore Centro Sinapsi; Ottavio Lucarelli, presidente Ordine dei giornalisti della Campania; Antonio Mastroianni, presidente Uisp Napoli; Antonello Sannino, responsabile nazionale Sport per Arcigay; Manuela Claysset, responsabile politiche di genere Uisp; Giuseppe Manzo, redazione Giornale radio sociale; Ivano Maiorella, responsabile stampa e comunicazione Uisp; Anna Lisa Amodeo del Centro di Ateneo Sinapsi; Klaus Heusslein, Rete europea gay e lesbiche nello sport.

Il futuro del progetto sarà quello di realizzare una Carta deontologica di linguaggio giornalistico LGBT insieme ai giornalisti e ai vari soggetti associativi coinvolti insieme all'Università Federico II.
A proposito di diritto e libertà di informazione un applauso di solidarietà è stato rivolto dai partecipanti al convegno a Luca Abete, inviato di Striscia la notizia in merito all'allontanamento forzato - e ingiustificato - in occasione dell'intervista alla ministra Giannini.

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