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Amartya Sen a Roma con terzo settore e Fondazione con il Sud

Economia e globalizzazione possono trasformare in senso più equo la società. E cita Spaventa, Gramsci e Woody Allen

Amartya Sen è da trent’anni un riferimento per chi crede che l’economia e la globalizzazione possano essere fenomeni capaci di trasformare in senso più equo e giusto la società nella quale viviamo. Il premio Nobel per l’economia 1998 ha partecipato mercoledì 11 gennaio a Roma all’incontro di chiusura del decennale della Fondazione con il Sud. Si è trattato della conclusione di un percorso originale, tra storia e futuro, che attraverso incontri in diverse città italiane ha scommesso sul rilancio di cinque figure centrali per il terzo settore e per l’economia sociale: Danilo Dolci, Adriano Olivetti, Renata Fonte, Franco Basaglia, don Lorenzo Milani.


GUARDA IL VIDEO della diretta dell'incontro, realizzata dal Giornale radio sociale.

Amartya Sen risponde alle domande del giornalista del Corriere della Sera, Massimo Franco (vedi intervista), e chiarisce subito che non c’è una ricetta per affrontare i problemi più grandi che affliggono l’Europa, cioè disoccupazione, terrorismo, immigrazione. “Si tratta di temi che vanno affrontati tutti insieme, non isolatamente uno per uno – risponde Sen – non si può scegliere tra queste tre cose, sono tutte questioni serie”. Come dire che la globalizzazione non si può fermare e proseguirà: questo deve spingerci a ragionare in maniera globale tra stati e tra strategie per affrontare le varie tematiche più attuali e stringenti, che si presenteranno volta per volta. Quello che dice Sen è tanto più vero, ad esempio, se si pensa a problemi universali come la povertà e il clima.

Questa idea di una necessaria visione globale nell’affrontare i problemi porta Amartya Sen ad affermare che ricchezza e profitto “non sono la misura del successo nella vita”, anche se Aristotele ci insegna che la ricchezza è uno strumento per ottenere molte cose. “Per questo è importante che le persone abbiano la concreta possibilità di ottenere un reddito: questo significa opportunità occupazionali, significa salari adeguati, ma significa anche poter contare su un’assistenza sanitaria degna e su un valido sistema scolastico” (leggi l'articolo de L'Espresso.it).

Salute e istruzione: Amartya Sen torna spesso su questi concetti spingendosi a dire che “non è assolutamente vero che la media dell’assistenza sanitaria e dell’istruzione pubblica in Italia sia peggiore di quella che nella media viene garantita dalle strutture private americane”. Modello italiano o “latino”, pensando anche a Spagna e Sud America: Amartya Sen cita Antonio Gramsci e Luigi Spaventa. Il primo a proposito di un atteggiamento più “aperto” e inclusivo che storicamente ci sarebbe nel nostro Paese, meno razzista e antisemita di altri dell’emisfero nord-occidentale. Il secondo, cioè Luigi Spaventa, suo allievo a Cambridge: “Con lui abbiamo lavorato proprio sul Sud e sul come gestire le disuguaglianze in Italia e le difficoltà del Mezzogiorno e l’integrazione di esso con quello che avveniva a Milano e nel resto del Paese. Si teorizza troppo sul divario tra Nord e Sud: i divari non sono perenni. Il parametro Nord-Sud è in realtà quello del privilegio e dell’assenza di privilegio. E in questa situazione il Nord dovrebbe avere un obbligo di solidarietà, perché può permetterselo”. (Ivano Maiorella)

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