Nazionale

L'Uisp all'estero

L'impegno dell'Uisp contro il razzismoL'internazionale dell'Uisp, lungi dall'essere un settore chiuso e autoreferenziale, vuole rappresentare le pulsioni, l'anima e l'essenza dell'Uisp all'estero. Affrontare seriamente il lavoro internazionale, significa discutere, confrontarsi e condividerne azioni, progetti ma anche contenuti e politiche con gli altri settori vitali e strategici dell'Uisp. Questa modalità di intervento "condiviso" è stata il fulcro del lavoro di questi anni dell'internazionale e ha coinvolto direttamente nel proprio operato alcuni settori (progettazione, comunicazione, ambiente e welfare), alcuni comitati e alcune leghe dell'Associazione. Il percorso intrapreso è però ancora lungo e impegnativo e prevede di allargare maggiormente gli orizzonti ed avvalersi del contributo di tutti quei settori/leghe/comitati che fino ad ora sono rimasti ai margini, inserendo nel contesto internazionale nuove competenze, energie e risorse del territorio che hanno voglia di misurarsi, confrontarsi e progettare al di fuori dei confini nazionali.

Il ruolo dell'Internazionale all'estero si è finora sviluppato sui seguenti assi:

  • essere parte attiva nelle reti e nelle organizzazioni internazionali che hanno o possono avere rappresentanza politica presso Istituzioni europee e/o mondiali - ISCA, Rete FARE e Coordinamento del Social Forum sono alcuni esempi;
  • organizzare attività ed eventi all'estero soprattutto sui temi della solidarietà, dell'ambiente, dei diritti, allo scopo di comunicare e far conoscere all'estero la filosofia e il marchio Uisp, di sensibilizzare la popolazione, i mass media locali e quelli italiani sulla problematica trattata e di stringere rapporti e relazioni con istituzioni e società civile per radicarsi sul territorio, non limitandosi ad interventi spot ma creando le condizioni per l'avvio di progetti di collaborazione e/o di cooperazione internazionale condotti o direttamente dall'Uisp o da Peace Games (l'Ong dell'Uisp). A quest'ambito sono riconducibili molte delle ultime edizioni di Vivicittà all'estero (Beirut, Bucarest, Amazzonia, Kinshasa), la partecipazione al social forum di Belem con uno spazio ufficiale per lo sportpertutti, e l'edizione zero del silenzioso tour della solidarietà corso a febbraio 2009 in Senegal;
  • mantenere, consolidare e costruire nuove relazioni con associazioni sportive e terzo settore di altri paesi. Favorire gli scambi e le relazioni tra le associazioni straniere e nostri comitati/leghe/settori, continuando a consentire gli scambi di atleti o squadre alle competizioni internazionali con organizzazioni come lo CSIT;
  • confrontare i rapporti che si mantengono, per esempio, con lo Csit per consentire alle Leghe Uisp di mandare propri atleti o squadre alle competizioni internazionali; la partecipazione di giovani ai Forum dell'Isca; l'attivazione dei rapporti tra i comitati regionali di Piemonte, Val d'Aosta, Liguria ed associazioni confinanti francesi;
  • organizzare seminari come "Forum sullo sportpertutti in area Mediterranea", o altre iniziative di carattere internazionale come i Campionati internazionali dello Csit a Rimini durante il Sessantesimo dell'associazione;
  • reperire risorse per alcune delle attività e degli eventi svolti dall'internazionale (vari gli esempi tra cui la partecipazione al Wsf cofinanziata dalla Regione Toscana, i Vivicittà a Bucarest e a Beirut cofinanziati rispettivamente dal Comune di Roma e dalla Cooperazione Italiana in Libano, il tour silenzioso della solidarietà in Senegal, finanziato dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena), favorire e incentivare la progettazione internazionale (progetto pluriennale "Pathe" in cui l'Uisp è partner dell'ISCA; una collaborazione rimborsata da Rete Fare; un progetto sostenuto da Regione Toscana e Artgold in Libano; vari progetti presentati su bandi europei di educazione allo sviluppo e cooperazione internazionale, un progetto Interreg in procinto di essere presentato dai comitati regionali di Liguria, Piemonte e Val d'Aosta, oltre alla consueta progettazione di Peace Games nelle sue tradizionali aree di intervento, cioè Palestina, Bosnia e, attraverso territoriali, in Saharawi).

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