Nazionale

Compagni di cordata

Titolo: Compagni di cordata

Ambito territoriale d'intervento
Il progetto ha valenza Nazionale. Le iniziative previste si svolgeranno in 10 Regioni e coinvolgeranno parchi nazionali.

PIEMONTE, Ivrea
LIGURIA, Savona
CAMPANIA, Napoli
TOSCANA, Pistoia
EMILIA ROMAGNA, Parma
VENETO, Belluno
TRENTINO ALTO ADIGE, Trento
SARDEGNA, Sassari
SICILIA, Nebrodi
LAZIO

Durata: 12 mesi
Ente proponente: UISP – Unione Italiana Sport Per tutti
Partner locali: Parchi nazionali e regionali
Finanziamento:Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nell’ambito della legge 383/2000 – F/2013

Sintesi:Progetto annuale che si svolgerà a cavallo tra il 2014 e il 2015, rivolto a circa 150 ragazze e ragazzi dai 16 ai 30 anni, abili e diversamente abili, provenienti dalle scuole e dalle società sportive e a circa  20 persone, tra coordinatori locali, istruttori/operatori ed esperti che parteciperanno al corso di formazione.
Alla base dell'idea progettuale c'è la convinzione che anche per i disabili (fisici, intellettivi, sensoriali o con disagio mentale) vada affermato il principio secondo il quale impegno, tenacia, costanza, capacità individuali, siano elementi indispensabili in un percorso di affermazione della propria soggettività e autonomia. Il progetto, dunque, intende inserirsi nel solco, già sperimentato in alcune validissime esperienze, di un coinvolgimento dei disabili in attività che nulla hanno da invidiare, in termini di performance individuale e non di risultato assoluto, a quelle in cui si cimentano i normodotati.
L'idea è quella di favorire l'inclusione sociale dei disabili e l'integrazione con i normodotati promuovendo un percorso incentrato su pratiche sportive da svolgere sulla neve (laboratori sperimentali) e finalizzato all'empowerment dei partecipanti, alla capacità di sviluppare attitudini di intervento in team building, di lavorare in una logica di co-organizzazione ed acquisizione di competenze e ruoli.
Nello specifico si tratterà di avviare laboratori di varie attività sportive invernali quali:lo sci alpino, lo sci di fondo, leescursioni con ciaspole , losled dog, coinvolgendo un gruppo misto di abili e disabili.
In tal senso le attività in ambiente naturale per la caratteristica di svolgersi su un terreno d’azione vario, imprevedibile e spesse volte insidioso, fortemente caratterizzato dalle stagioni e dalle condizioni climatiche, con una varietà di situazioni imponderabili, in un contesto spesse volte psicologicamente difficile, rappresentano un terreno valido dove la diversità tra abile e disabile in taluni casi si azzera e non rappresenta in ogni caso una condizione favorevole per il primo ma in funzione del contesto, la diversa abilità di un disabile può essere determinante nella dinamica del gruppo.
Un primo obiettivo è l’integrazione delle singole capacità per ottenere lo svolgimento delle attività prefigurate e l’integrazione tra i partecipanti per favorire un rapporto tra le singole persone e la natura. E’ per questo che lo sviluppo delle attività sportive in ambiente naturale invernale rappresenta una frontiera da esplorare per una integrazione possibile sul campo.
Il progetto si articolerà con l’istituzione di 10 laboratori con attività sportive invernali in funzione della morfologia e delle caratteristiche territoriali: le attività saranno affiancate da approfondimenti relativi alle singole discipline anche attraverso attività in plein air utili a favorire la conoscenza di luoghi ed opportunità “altre”. Le attività saranno progettate e monitorate anche sotto l’aspetto della sostenibilità ambientale.

OBIETTIVI E RISULTATI ATTESI:
Le finalità generali del progetto sono:

  1. superare il concetto pietistico dell’attività adattata per disabili, per spostarsi sul terreno in cui il disabile trova la propria motivazione nell’affrontare, contando prevalentemente sulle proprie capacità, delle prove con livelli di difficoltà.
  2. favorire l'inclusione e la cooperazione tra disabili e abili attraverso laboratori sperimentali incentrati su percorsi di avvicinamento all'ambiente naturale e a pratiche sportive sulla neve
  3. promuovere l’integrazione delle singole capacità per ottenere lo svolgimento delle attività prefigurate e l’integrazione tra i partecipanti e favorire un rapporto tra le singole persone e la natura
  4. Incoraggiare e sostenere l'empowerment dei partecipanti, favorendo la conoscenza del proprio corpo, dei propri limiti, delle abilità/potenzialità inesplorate, delle capacità sensoriali, degli aspetti psichici, delle ansie, del senso di libertà.
  5. Dare impulso alla capacità di sviluppare attitudini di intervento in team building, di lavorare in una logica di co-organizzazione ed acquisizione di competenze e ruoli
  6. Formare ragazze/i disabili e normodotati su competenze tecnico-pratiche relative all'ambiente naturale invernale, alle attrezzature sportive e alla sicurezza sulla neve
  7. Promuovere la collaborazione tra soggetti territoriali, quali, associazioni di disabili, cooperative, ASL, Enti Parco, Enti Locali, impegnati in politiche e azioni sociali a favore del gruppo target
  8. Informare e sensibilizzare l'opinione pubblica sulle tematiche e sulle opportunità oggetto dell’intervento anche ai fini di combattere lo stigma sociale e il pregiudizio nei confronti del disagio mentale e della disabilità


Azioni e metodologia:
Il progetto prevede lo sviluppo di 10 laboratori sperimentali, uno per città, su tutto il territorio nazionale per la promozione di sport invernali tra gruppi di disabili e normodotati, attori e beneficiari dell’intervento; i disabili saranno, coinvolti attivamente in tutte le fasi del progetto: dalla conoscenza dell'ambiente montano, alle attività sportive sulla neve fino alla co-organizzazione dell'evento locale finale. Ogni gruppo/laboratorio, svilupperà un’esperienza basata sulla compresenza di momenti di attività teorica (fase formativo/educativa) con spazi di sperimentazione pratica sulla neve (fase en plein air), la cui efficacia, sarà facilitata dall’azione di un coordinatore locale e dalle competenze fornite da operatori Uisp ed esperti. Tutte le sperimentazioni (le cui attività varieranno funzionalmente alle caratteristiche del contesto, degli attori territoriali coinvolti e delle esperienze dei comitati UISP), saranno coordinate razionalmente per favorire una logica di sistema, grazie alla costituzione di una regia nazionale che garantirà la supervisione e il monitoraggio al lavoro svolto in ciascun territorio e un costante flusso di informazioni tra di esse.

Il processo di monitoraggio sarà condotto attraverso una metodologia di ricerca e analisi di tipo quantitativo (questionari e analisi parametriche) quando riferite alle dimensioni ex post dell’efficacia dell’ intervento, con metodologie qualitative (studi di caso e analisi non parametriche) quando riferite alle dimensioni in itinere. La formazione successiva derivata dai risultati dell’intervento e rivolta agli operatori dell’UISP che si occupano di disabili su base nazionale verrà ovviamente modulata in funzione degli esiti rilevati, ma in generale seguirà il modello TARGET, che prevede un’attenzione specifica degli operatori su sei diversi aspetti della pratica sportiva: Task (compito), Authority (modello di gestione), Recognition (riconoscimento delle risorse), Grouping (organizzazione nei gruppi), Evalutation (valutazione), Time (tempo). Dall’analisi di questi elementi deriveranno indicazioni formative mirate a favorire un clima orientato sulle pari opportunità

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