Nazionale

Bambini e adolescenti: la crisi allarga le distanze Nord-Sud

Salute e povertà educative le emergenze: l'allarme di Save the Chilfren e del Gruppo Crc, di cui fa parte anche l'Uisp. Parla M. Di Gioia

 

Stiamo attraversando un momento difficile e nel superare questa emergenza va posta particolare attenzione alla situazione di migliaia di minori, che rischiano di restare “invisibili”. Tra gli effetti nel breve e nel medio periodo dell’emergenza Covid19 non va trascurato l’impatto sociale rispetto ai bambini, alle bambine e agli adolescenti, soprattutto per coloro che vivono in contesti e situazioni di fragilità e in condizioni di svantaggio economico, educativo e socio-relazionale. Bambini e adolescenti che non hanno più il supporto della scuola, dei servizi della prima infanzia, delle reti educative, degli operatori socio-sanitari, della comunità educante.

Dal Gruppo Crc, di cui l’Uisp fa parte, arrivano le sollecitazioni delle associazioni aderenti relative al risvolto per i minori già in condizioni di disagio della compressione dei diritti individuali: dai minori stranieri non accompagnati ai figli di detenuti, dai bambini con disabilità a quelli che vivono un disagio socio economico. “In questa circostanza bisogna avere maggiore attenzione per evitare che siano ulteriormente penalizzanti minori vulnerabili – dice Michele Di Gioia, responsabile politiche educative Uisp - Anche il gioco e lo sport, che noi riteniamo un diritto fondamentale in particolare per i bambini, viene a mancare nella loro quotidianità: diventerà importante trovare fin d’ora le correzioni per evitare che queste privazioni diventino patologiche in seguito, soprattutto per alcune fasce di popolazione particolari che, in maggior misura, hanno bisogno di spazi all’aperto in cui poter svolgere dell’attività motoria in libertà. L’Uisp ha fatto da subito una scelta di campo lanciando la campagna “La palestra è la nostra casa”, attraverso cui consigliamo attività da fare in casa, per quanto possibile e non contravvenendo alle disposizioni delle autorità. La priorità è tutelare la salute collettiva, ma una piccola attività, accompagnati dai genitori, è senz’altro auspicabile per i più piccoli”.

Il Gruppo CRC è un network attualmente composto da 100 soggetti del terzo settore che si occupano attivamente della promozione e tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Il Gruppo, in una nota diffusa il 31 marzo evidenzia che la necessità di tutelare il diritto alla salute contrastando l’emergenza COVID19, non deve farci scordare gli altri diritti di cui sono titolari i minorenni, ed in particolare i quattro principi generali della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza: il  diritto di non discriminazione, il diritto alla vita, alla sopravvivenza ed allo sviluppo, il superiore interesse del minore ed il diritto di partecipazione ed ascolto dei ragazzi/e in tutte le situazioni che li riguardano. Per leggere la nota clicca qui

Al 1 gennaio 2019 gli 0-17enni residenti nel nostro Paese erano 9.679.134: tra loro sono 1.260.000 quelli che vivono in povertà assoluta a cui corrispondono 725.000 famiglie. Sono minorenni che vivono in famiglie fragili, povere di reti sociali che non hanno le condizioni per condurre una vita accettabile. In tale contesto di fragilità, l’attuale situazione non potrà che aumentare la loro vulnerabilità. Non ci sono invece statistiche sulla povertà educativa, perché riguarda diverse dimensioni ma sappiamo che priva milioni di bambini e adolescenti delle opportunità di crescita e formazione, perché non hanno le stesse opportunità rispetto ad altri loro coetanei di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni. Al termine dell’emergenza, servirà un Piano di contrasto alla povertà educativa, con un investimento di medio periodo che possa riequilibrare gli effetti della crisi in corso, in modo che tali effetti non siano moltiplicativi rispetto a condizioni di dislivelli e divari territoriali e sociali preesistenti all’emergenza.

Anche il Forum Disuguaglianze e Diversità, di cui l’Uisp fa parte, lancia un allarme sulle gravi conseguenze, causate dallo stop alle attività didattiche: il venir meno della scuola, specialmente nelle periferie, nei quartieri poveri e nelle zone interne, quale vero e proprio “presidio di cittadinanza” dove la cooperazione, l’inclusione e la coesione sociale e territoriale sono promosse e valorizzate; il secondo riguarda l’esacerbarsi delle disuguaglianze tra classi e tra bambini e bambine. In questo momento fa la differenza avere un genitore capace di guidarti nell’apprendimento, ma anche avere un pc, un tablet, una buona connessione wi-fi e un contesto di relativa serenità; terzo è la mancanza di quello spazio di confronto e di elaborazione di paure e difficoltà tra coetanei e tra giovani e adulti che la scuola rappresenta. 

"È necessario esercitare un’azione politica sulle questioni di massima urgenza - scrive il ForumDD - da costruire insieme a ogni possibile alleato, in particolare su alcuni punti: dare piena applicazione al DPCM del 17 marzo, utilizzando gli 85 milioni di euro stanziati per raggiungere tutti i bambini e ragazzi al fine di dare continuità alla relazione educativa e all’apprendimento, intervenendo nelle aree di maggiore povertà educativa, favorendo ovunque la rapida distribuzione di computer e device, la connettività, il supporto tecnico e la mediazione culturale; sostenere l’ampliamento delle risorse in dotazione al Fondo per la lotta alla povertà educativa; assicurare che le studentesse e gli studenti di origine straniera siano accompagnati da mediatori nella fruizione di lezioni trasmesse in lingua italiana; sostenere quelli e quelle più in difficoltà nell’apprendimento con ore aggiuntive; affrontare il tema delle valutazioni con un riconoscimento straordinario degli competenze anche informali maturate durante i mesi di assenza dalle scuole". Per leggere l’articolo integrale clicca qui 

Sull’allarme relativo alla povertà educativa in cui versano milioni di minori italiani riflette anche la ricerca pubblicata recentemente da Openpolis sullo sport tra i minori e il ruolo delle palestre scolastiche. La presenza di palestre nelle scuole è importante per garantire loro, a prescindere dal contesto socio economico di origine, l’accesso alla pratica sportiva, un’opportunità fondamentale nel percorso di crescita di bambini e ragazzi.

Per agevolare lo svolgimento dell'attività fisica per gli alunni, è importante che gli edifici scolastici abbiano una palestra al loro interno. Tuttavia nel nostro paese, le scuole dotate di impianti sportivi sono meno della metà. Un dato che cala proprio nelle regioni dove i minori praticano meno sport e aumenta, invece, nei territori dove la pratica sportiva è più diffusa. Infatti, rispetto alla media nazionale del 50,5% di minori che praticano sport, solo Calabria, Sicilia e Campania registrano quote inferiori. Al contrario, le regioni dove più minori praticano attività fisica sono Lazio, Umbria e Toscana, con oltre il 60% dei residenti 3-17 anni che fa sport con continuità.

“La ricerca ci dice che in molte aree del Paese non esistono le strutture adeguate per svolgere attività fisica e motoria nelle scuole – commenta Michele Di Gioia – di conseguenza gli spazi vengono a mancare anche per la proposta sportiva dell’extra scuola. Questa situazione influisce sulla promozione e tutela della salute ma tocca anche il tasto molto importante della povertà educativa. Questa condizione di partenza porta a privare di opportunità formative una fascia di popolazione molto ampia, con particolari difficoltà legate ai territori del sud: emerge la differenza tra le opportunità disponibili per diverse comunità, mentre avrebbero tutte il diritto di vivere pienamente momenti di gioco e di sport. È una disuguaglianza molto grave in ambito di tutela della salute ma non solo: mancando la possibilità di praticare attività di sport sociale e per tutti vengono meno importantissime opportunità di crescita”.

Le aree interne sono i territori del paese più distanti dai servizi essenziali: soprattutto qui, gli impianti sportivi degli istituti possono diventare anche un punto di riferimento per la comunità, per le famiglie, un presidio sociale ed educativo dove organizzare attività pomeridiane, ricreative.

“Anche in quei contesti in cui le palestre ci sono diventa necessaria la possibilità di utilizzarle in orario extra scolastico – aggiunge Di Gioia - amministrazioni e associazioni devono collaborare per dare vita ad una gestione virtuosa di questi spazi, affinchè siano messi a disposizione delle comunità. Le associazioni sportive svolgono un ruolo fondamentale proponendo la loro attività di sport per tutti, che promuove socializzazioni, include le fasce meno agiate, sostiene le persone con disabilità. Ora ci troviamo di fronte ad un Italia divisa a livello di utilizzo degli impianti”.

I contenuti dell'Osservatorio povertà educativa sono realizzati con l'impresa sociale Con i Bambini e Fondazione Openpolis nell'ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Per leggere il report della ricerca clicca qui (Elena Fiorani)

 

 NOTIZIE DA UISP NAZIONALE
UISPRESS

PAGINE UISP

AVVISO CONTRIBUTI ASD/SSD

BILANCIO SOCIALE UISP

FOTO

bozza_foto

VIDEO

bozza_ video

Podcast

SELEZIONE STAMPA

BIBLIOTECA UISP