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Bicicletta: il fascino della leggerezza e della libertà

“Storia sociale della bicicletta”, il nuovo libro di Stefano Pivato, attraversa tutto il 900 fino ad oggi con la bici mezzo del futuro e ambientalista

 

Si possono coniugare insieme leggerezza e libertà, ed ancora vecchio e nuovo, passato e futuro? Ebbene se parliamo di bicicletta la risposta è…  si può. La bicicletta è un mezzo indispensabile nella vita contemporanea, simbolo dello slow, di ecologia ed accessibilità. Strumento di svago, di sport e di lavoro, simbolo di libertà: la bicicletta ha una storia vecchia, secondo alcuni addirittura più di 500 anni, da quando Leonardo ne codificò il primo disegno in quello che oggi viene identificato come “Codice Atlantico”, e tuttavia non li dimostra.

Ci ha accompagnato nella nostra storia, nella rivoluzione industriale, sui teatri di guerra ed ha cambiato lo stile di vita di uomini e donne. Una marcia vincente ma non priva di ostacoli: ai suoi inizi essa, infatti, parve un attentato alla pudicizia femminile, una minaccia alla dignità dei sacerdoti cui ne fu proibito l’utilizzo.

Il primo Giro d’Italia comincia da Milano la notte del 13 maggio 1909. Traguardo della prima tappa Bologna: 397 km di distanza che consegna la vittoria a Dario Beni. In quel periodo Giovanni Giolitti guida il suo terzo governo ed è Papa da sei anni Pio X che continua a proibire ai preti l’uso del “veicolo a ruote considerandolo una minaccia al decoro sacerdotale”.

Eppure non sono eresie le storie di campagna che vedono protagonista il prete in bicicletta: Giovanni Guareschi piazza il buon Don Camillo proprio in sella a questo mezzo avvicinandolo alla realtà di quei giorni, al popolo del suo mondo antico. La bici viene vista persino come un incentivo alla criminalità, ed anche la musica finisce per occuparsi del mezzo a due ruote, per esempio nella canzone di Francesco De Gregori “Il bandito ed il campione” che accosta ed intreccia le storie di Sante Pollastri e Costante Girardengo, appunto il bandito ed il campione.

La bici, del resto, è stata fonte d’ispirazione di molti artisti che ne hanno declamato le lodi. Io sono romagnolo e non posso fare a meno di ricordare il primo ad innamorarsi della bici, il pioniere di un popolo che oggi vive in bicicletta: Olindo Guerrini, nato a Forlì, il primo vero cantore della bicicletta, a cavallo tra Ottocento e Novecento. Alfredo Oriani la chiamava il “ferreo corsiero” dedicandole queste parole: “La bicicletta siamo noi che vinciamo lo spazio e il tempo: soli senza nemmeno il contatto con la terra che le nostre ruote sfiorano appena”.

La velocità delle prime biciclette che sfrecciano per le vie cittadine evoca la libertà e la leggerezza del volo. Racconti, romanzi, poesie esaltano all’unisono la “nuova amica che ci dà le ali per sollevarci al di sopra delle meschinità del mondo”. L’associazione fra bicicletta e volo ha avuto anche un significato concreto nel primo quindicennio del Novecento, infatti, molti ricorderanno che vi furono vari tentativi di far volare alcuni stravaganti modelli di aeroplano a pedali.

L’immagine del volo è ripresa spesso dallo sport: “aquilotti” si chiameranno per lungo tempo i ciclisti della più blasonata squadra italiana, la Bianchi. E con le ali sono raffigurati i due eroi per antonomasia del ciclismo italiano: Coppi e Bartali. Se il primo è associato a uno dei più eleganti uccelli, “l’airone”, il secondo, anche per un’adorante adozione da parte del pubblico di fede cattolica, è passato alla storia come “l’arcangelo della montagna”.

E’ questo che racconta il libro “Storia sociale della bicicletta” di Stefano Pivato (Edizioni il Mulino) uscito di recente in libreria. Una storia che attraversa tutte le vicende del Novecento, dalle guerre alla Resistenza, alla ricostruzione che s’incarnò nei trionfi di Coppi e Bartali, per giungere ai giorni nostri che vedono nella bicicletta il mezzo del futuro e della sensibilità ambientalista. Per noi amanti della bicicletta una ventata d’aria, un affresco che nei giorni della frenesia e della velocità ci riporta indietro e ci racconta parentesi ed aneddoti curiosi ed interessanti. (di Roberto Babini, redazione Ciclismo Uisp)

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