Nazionale

Buon compleanno Arci: gli auguri dello sport sociale

Anche l'Uisp all'interno del supplemento speciale de il manifesto in edicola oggi, con un articolo di Vincenzo Manco, presidente Uisp
 
Anche l’Uisp si unisce ai festeggiamenti per i sessant’anni di Arci nazionale. Sessant’anni fa nasceva a Firenze l’Associazione ricreativa culturale italiana, con la nascita del tempo libero i cittadini italiani imparavano a trascorrerlo insieme, divertendosi ma anche lottando per i diritti. Il quotidiano Il manifesto ha realizzato un supplemento speciale, in edicola giovedì 22 giugno, cui ha contribuito anche Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp, con un articolo dal titolo "Quei segnali dallo sport per la lotta alle disuguaglianze".

“Segnali dallo sport: questo titolo, edito alla fine degli anni ’70, segnò uno spartiacque – scrive Manco - Per la prima volta una grande casa editrice, Feltrinelli, sdoganava lo sport dalla manualistica e lo trattava come genere letterario, fenomeno sociale. Un titolo che alle spalle aveva un movimento che spingeva dal dopoguerra, dal 1948 anno di nascita dell’Uisp e chiedeva una nuova cultura sportiva, una pratica “popolare”, un diritto. A cavallo tra gli anni settanta e ottanta l'esperienza Arci/Uisp costituì un’occasione storica per parlare di sport come di un aspetto della vita civile. E per allargare il fronte laico e progressista dell'associazionismo sociale. Era il 1974 e con la Conferenza di organizzazione unificata Arci/Uisp, nasceva la più grande Centrale associativa del nostro Paese, capace di guardare ad una società nuova, in evoluzione, con nuovi bisogni e nuovi consumi: dal fumetto al cinema, dalla musica allo sport. Sino all’ambiente, ai diritti delle donne, alle rivendicazioni storiche per il divorzio e per l’aborto. Quell’esperienza durò un decennio, sino all’inizio degli anni ‘80 e segnò la storia dell’associazionismo laico italiano, non più marginale o collaterale rispetto alla politica e ai partiti progressisti. Le bandiere divennero autonomia e soggettività associativa, con l’invito alla cultura italiana laica e di sinistra di scendere in campo e sporcarsi le mani, anche con lo sport, divenuto nel frattempo fenomeno sociale di massa”.

“Oggi Arci e Uisp sono chiamate a compiti nuovi e complessi – continua l’articolo - garantire luoghi di progettualità civica per tenere salda la coesione del Paese. La partecipazione democratica si sta progressivamente riducendo e cresce la crisi delle rappresentanze: l'associazionismo di promozione sociale, insieme agli altri soggetti del terzo settore italiano, è chiamato a riorganizzare una visione di società. Non solo nel rapporto con i corpi intermedi o nella funzione sussidiaria con le politiche pubbliche, ma garantendo alle nuove generazioni un percorso di crescita e di cittadinanza attiva. Per renderle consapevoli e responsabili nel rapporto con i beni comuni. Dobbiamo investire in democrazia, trasparenza, etica, partecipazione, progettazione sociale, comunicazione sociale, formazione, saperi. Sta a noi alzare lo sguardo oltre la velocità delle risposte immediate e approssimative, assumendoci la responsabilità della qualità dei diritti, con particolare riferimento a quello del lavoro. Le comuni radici che affondano nel mutualismo – conclude Manco - ci dicono che oggi, di fronte alle disuguaglianze crescenti, dobbiamo rendere riconoscibile la nostra identità per l'affermazione di una società solidale, giusta ed uguale per tutte e per tutti”.

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