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Cgil: "Lo sport sia diritto sociale e universale"

In un comunicato diffuso il 22 ottobre si legge che “il sistema sportivo italiano è da riprogettare strutturalmente al fine di affermare il diritto allo sport per tutte e tutti"

 

“L'attività fisica rappresenta un fattore nevralgico di prevenzione primaria della salute fisica e mentale. Lo sport è, a tutto tondo, un elemento importante di welfare con il suo portato di valori di civiltà: accoglienza, integrazione, valorizzazione delle diversità, contrasto all'esclusione e all'emarginazione”: la Cgil ha diffuso il 22 ottobre un comunicato “per rimuovere tutti gli ostacoli, affermando pienamente il diritto allo sport per tutte e tutti” (leggi la versione integrale)

“Lo sport sia diritto sociale e universale” è il titolo della nota, pubblicato da Rassegna.it, la testata nazionale del sindacato, che nella sua analisi parte dalle parole del ministro allo sport Vincenzo Spadafora e dell’Ad di Sport e Sicurezza Rocco Sabelli, nella loro conferenza stampa dello scorso 18 ottobre: “il sistema sportivo italiano” è da riprogettare strutturalmente al fine di affermare il diritto, oggi negato a tantissimi cittadini, allo sport per tutte e tutti - è il virgolettato, inserito nella nota, di Cesare Caiazza, responsabile sport Cgil, Sabina Di Marco, segretaria nazionale Nidil Cgil e Fabio Scurpa, responsabile sport Slc - attraverso investimenti oculati e politiche accorte, nella direzione del superamento di ogni ostacolo, per affermare l'universalità dell'accesso alla pratica sportiva”.

“Del resto – proseguono - abbiamo già salutato positivamente, nell'ambito della formazione del nuovo Governo, la decisione di aver ripristinato un apposito Ministero che, insieme alle politiche per i giovani, si occupa specificamente delle problematiche connesse allo sport. La recente Legge delega di riordino del sistema sportivo, approvata in via definitiva i primi di agosto, dovrà essere riempita di contenuti, attraverso una serie di decreti ai quali rimanda”.

“L'Italia è stata e continua ad essere competitiva nello sport agonistico, ma detiene disdicevoli record riferiti alla sedentarietà della popolazione. Da questo punto di vista, il nostro modello, dal dopoguerra ad oggi è stato e continua ad essere largamente fallimentare, scaricando prevalentemente sui cittadini gli oneri della pratica sportiva e della conoscenza dei benefici connessi al fare sport, determinando un accesso all'attività fisica elitario e di classe”.

L'attività fisica rappresenta un fattore nevralgico di prevenzione primaria della salute fisica e mentale. Lo sport è, a tutto tondo, un elemento importante di welfare con il suo portato di valori di civiltà: accoglienza, integrazione, valorizzazione delle diversità, contrasto all'esclusione e all'emarginazione”.

“Tutti temi – concludono - sui quali incalzeremo il Governo, rafforzando un'azione sindacale unitaria e promuovendo alleanze più larghe con “iniziative” mirate ad affermare lo sport come diritto sociale ed universale di cittadinanza, dando al lavoro nello sport diritti e dignità, per fornire risposte alle tante lavoratrici e ai tanti lavoratori del settore che sollecitano, rivolgendosi al sindacato, un'azione mirata ad affermare tutele, professionalità e diritti”.

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