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Ciclismo Uisp: in un docufilm il fascino dei gregari

Dalla Lituania al Giro d'Italia fino a Los Angeles con la candidatura agli Oscar: il dietro le quinte dei "Wonderful losers" offre uno sguardo nuovo

 

Per l’Uisp “sport per tutti” significa spesso parlare degli ultimi e questa volta abbiamo deciso di dedicare uno spazio ai gregari parlando di “Wonderful Losers”, il film prodotto da Stefilm Torino, diretto da Arūnas Matelis, candidato agli Oscar 2019 come miglior film straniero e miglior documentario da parte della Lituania, il paese di Arunas e maggior produttore del film. GUARDA IL TRAILER

Gli appassionati del ciclismo amatoriale sanno bene che dietro le quinte si pedala non solo per la gloria e non sempre la ribalta, ma a volte la vetrina dell’agognato risultato premia chi si è speso con il lavoro di fatica. Infatti, ad essere celebrato, in questa pellicola, non è chi taglia il traguardo per primo, quello che alza le mani, bensì coloro che per tre quarti della gara stanno nelle retrovie, portano l’acqua, tirano il gruppo, fanno strada al capitano. I gregari, quelli che per il bene della squadra si sacrificano, cadono, sanguinano ma si rialzano ed arrivano al traguardo quando tutti stanno già festeggiando.

Ecco una breve intervista con Andrea Filippini ed Edoardo Fracchia, della Stefilm, per conoscere le origini e e motivazioni del progetto cinematografico.


Com’è nato il progetto, perché parlare degli ultimi?
“Arūnas Matelis è un regista lituano con un trascorso da promettente ciclista, cui alcuni infortuni hanno precluso una carriera nel mondo a due ruote e due pedali. Si è poi affermato come acclamato regista di documentari ed  è diventato membro, a pieno titolo della, European Film Academy. Nella sua carriera di documentarista si è spesso espresso sugli ultimi e sui diritti per tutti, considerando che l’amore per la bici gli è sempre rimasto dentro, ha deciso di trasportarlo su pellicola ed è nato il film”.

Quali difficoltà avete incontrato?
“Il film è stato girato nel 2014 inserendo la troupe nella carovana del Giro d’Italia di quell’edizione. In effetti le difficoltà non sono state poche, eravamo un corpo anomalo ed estraneo all’interno del contesto e si temeva fossimo elemento d’intralcio nel racconto di questo dietro le quinte. Non è stato semplice parlare dei gregari, degli ultimi che cadono, si rialzano e fanno di tutto per continuare la corsa: alzare bandiera bianca non è ammesso. Una lotta in cui non sono soli: il team dei medici, stipato in una piccola automobile, accorre per prestare le prime cure, si lancia sull'asfalto a soccorrere chi è caduto o medica i feriti che, senza fermarsi, doloranti si agganciano ai finestrini dell'auto. Quei 21 giorni del Giro d'Italia sono stati illuminanti, un perfetto scenario per il racconto dei gregari e dei loro angeli custodi, i medici di corsa”.

Ed ora questa candidatura?
“Occorre dirlo sottovoce è un traguardo inatteso ma più che gradito. In dicembre vi sarà una prima selezione di 12 titoli a restringere la rosa, ed a gennaio altri 5 titoli accederanno finalmente alle nomination. Tocchiamo ferro!”. (Roberto Babini, redazione ciclismo Uisp)
Per leggere l’intervista integrale clicca qui

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