Nazionale

Con l'Uisp vincono integrazione e inclusione: si è chiusa Matti per il calcio

La rassegna nazionale dei Centri di salute mentale ha coinvolto oltre duecento giocatori per mettere fuorigioco le discriminazioni

 

Tre giorni di calcio nessuno escluso e un modulo unico adottato dalle 16 squadre in campo: mettere in fuorigioco le discriminazioni. Questa è stata l'XI edizione di Matti per il calcio, rassegna nazionale dei Centri di salute mentale organizzata dall'Uisp, che si è conclusa sabato 23 settembre, a Montecatini Terme. Le squadre erano formate da persone con disagio mentale integrate con operatori, medici, infermieri. Al termine delle finali c'è stata anche una classifica, con un podio che ha visto vincitrici quattro squadre a pari merito: il Girasole di Treviglio (Bergamo), Araba Felice-Il Tulipano di Rovigo-Verona, Una ragione in piú-I Fenicotteri di Oristano, Real...mente di Roma.

Che sport è Matti per il calcio? "Lo sport piú difficile: favorire l'integrazione e vincere l'isolamento", commenta Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp. Tiziano Pesce, vice presidente nazionale Uisp, intervistati dalla TgR Rai Toscana, ritiene sempre molto emozionante partecipare nuovamente a ciò che altro non è che “il simbolo di un’attività che va avanti sul territorio da oltre trent’anni” e che rappresenta a tutti gli effetti il calcio sociale. “Matti per il calcio” è, infatti, per lui “un punto di ripartenza della rappresentazione del calcio come gioco e terapia”.

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Il responsabile nazionale del calcio Uisp, Alessandro Baldi, afferma che “l’attività sportiva rappresenta l’abbattimento delle barriere e il riappropriarsi delle azioni quotidiane”. La cosa che lo rende orgoglioso è il fine ultimo dell’iniziativa, ovvero che il tempo della solitudine viene abbattuto per fare spazio alla forza del gruppo e all’integrazione.

Gianfranco Bono, educatore del comune di Torino, dice di aver visto molti ragazzi in situazioni diverse, con disturbi vari, ripartire e riabilitarsi. Inoltre il sindaco di un comune limitrofo a Genova, attualmente impegnato come volontario, testimonia la sua passione e la voglia di continuare a fare sport sociale, sentendosi particolarmente vicino ai ragazzi.

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