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Contratti di fiume e tutela ambientale: Uisp a Roma con il Corriere della sera

Un servizio di Corriere.tv descrive lo stato di degrado del fiume della Capitale. Interviene anche Gianni Russo, responsabile acquaviva Uisp

 

A pochi giorni dall'inizio della primavera, quando la natura rinasce e le temperature favoriscono la voglia di uscire e godere delle bellezze della Capitale, città più verde d'Europa, lo spettacolo che mostra il Tevere nel centro storico non è tra i più decorosi. Alberi addobbati di rifiuti, insediamenti di fortuna, graffiti e relitti abbandonati spiccano appena si scende tra le sponde. Ma se quello che si vede tra i muraglioni che dividono il fiume dal centro abitato è un parco naturale mancato, ciò che sta dentro l'acqua è forse ancor peggio: mercurio, nichel e altri veleni al limite del codice rosso tolgono ossigeno a uccelli e piante.

Un servizio realizzato da Corriere.tv del Corriere della sera, racconta lo stato di degrado del fiume e degli argini, intervistando diverse realtà interessate, tra cui l’Uisp con il responsabile acquaviva Gianni Russo.

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“L’Uisp propone di inserire nella progettualità degli interventi che si andranno a fare sul Tevere la possibilità di rendere accessibile il fiume anche al cittadino che volesse prendere la canoa dal giardino di casa e scendere sul fiume, così come succede a Parigi, a Londra, o a Berlino”, ha detto Gianni Russo.

La Regione Lazio sta puntando sul progetto “Lazio plastic free” per ripulire le acque dai rifiuti: “Sul Tevere stiamo per partire con una sperimentazione che prevede una barriera, una rete, che avrà il compito di intercettare la plastica, come quella delle bottiglie, che arrivano alla foce del Tevere, nel comune di Fiumicino – spiega Cristiana Avenali, responsabile contratti di fiume per la Regione Lazio - Questo materiale verrà raccolto con l'obiettivo di avviarlo a riciclo”.

Chi si dovrebbe occupare di fare le pulizie sul fiume? Risponde Cristiana Avenali: “Per quanto riguarda gli argini la competenza è della Regione, ma se pensiamo ai tratti dove passa la pista ciclabile piuttosto che le scale che portano su  quelle sono competenza del comune di Roma. Il contratto di fiume è uno strumento molto innovativo che mette insieme i diversi soggetti che hanno un interesse nell'utilizzo della risorsa acqua, nell'utilizzo del bacino, a partire dalle associazioni, dai canonisti, dalle associazioni ambientaliste, da chi va in bicicletta lungo il fiume, poi le istituzioni quindi il comune, la Capitaneria di Porto o l'autorità di distretto”.

Quanto sono inquinate le acque? “Purtroppo molto – dice Roberto Scacchi, presidente Legambiente Lazio - nel centro di Roma ci sono 12 scarichi non depurati individuati dal gestore ma non ancora collettorati: aree residenziali costruite in maniera spontanea, piccole aree commerciali che scaricano direttamente sul fiume per evitare l'allaccio in fogna. Tutto quello che è abusivo passa poi attraverso la non depurazione, portando nitrati e fosfati, conseguenze dell'attività casalinga e non solo, quindi questi valori aumentano a dismisura creando eutrofizzazione, mancanza di ossigeno nell'acqua con tutte le conseguenze naturalistiche che seguono. Qui nidificano l’airone cinerino, la gazzetta bianca, il cormorano, il germano reale, la gallinella d'acqua, tutta quella aqui fauna che, di passo oppure stanziale, rimane qui sul Tevere”.

“Ci piacerebbe moltissimo che il tratto che va da Ponte Risorgimento a Ponte Margherita venisse riqualificato con una partecipazione civica - aggiunge Carmen Di Penta, direttore Marevivo - Abbiamo 500 metri lineari a partire da ponte Matteotti attraverso  una passeggiata meravigliosa, un percorso fatto di alberi, di profumi, di vegetazione, di flora e fauna. Parliamo di allori, cipressi, pioppi e tutta la vegetazione del fiume”. (A cura di Elena Fiorani)

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