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Corsa di Miguel e StrAntirazzismo: il 19 gennaio a Roma

Sport e diritti si danno la mano, in strada e a scuola. Sport sociale è camminare o correre con Roland Barthes, Forrest Gump, H.D.Thoreau

 

Sport e diritti corrono insieme in occasione della XXI edizione della Corsa di Miguel, dedicata al desaparecido Miguel Sanchez, maratoneta e poeta, che si terrà a Roma domenica 19 gennaio. La competitiva di 10 chilometri partirà alle 9.30 sul Lungotevere di fronte allo stadio Olimpico e arriverà all'interno dello stadio.

La StrAntirazzismo, non competitiva di 3 km, partirà alle 10.45 dal ponte della Musica e arriverà allo stadio Olimpico. Al via di questa camminata sono attesi migliaia di studenti delle scuole superiori insieme ai loro insegnanti e sarà l’occasione per un happening contro il razzismo, per i diritti e la convivenza pacifica. La Corsa di Miguel e la StAntirazzismo, ideate dal giornalista Valerio Piccioni, sono organizzate dal Club Atletico Centrale, dall’Uisp e dalla Fidal. Dalle 10 alle 10.30, prima del via al la StrAntirazzismo, che verrà dedicata a Mauro Valeri, sociologo da sempre impegnato contro il razzismo, nella società e nello sport,  recentemente scomparso,  si alterneranno al microfono ragazzi e insegnanti, associazioni di terzo settore e di volontariato, di promozione sociale e sportiva, per i diritti e la libertà di stampa. Saranno presenti, tra gli altri, rappresentanti di Amnesty International, Fnsi, Usigrai, Articolo 21, No Bavaglio, Stefano Cucchi Onlus, Odg Lazio, Rete Fare, Giornale Radio Sociale e tante altre associazioni. Verrà trasmesso tutto in diretta sulla pagina Facebook Uisp Roma e rilanciato sui social.

Simone Menichetti, dell'Uisp Roma, ha presentato la StrAntirazzismo nell'edizione di venerdì 17 gennaio del Giornale Radio Sociale. ASCOLTA L'AUDIO

Molte di queste organizzazioni sportive, sociali e professionali per l’informazione e l’educazione le ritroveremo nel prossimo week end, con il corso formativo riconosciuto da Odg Lazio, con giornalisti ed insegnanti, “Alle radici del campione (e non solo): raccontare lo sport nella scuola”, che si terrà sabato 25 gennaio (Sala delle SArmi, Foro Italico). Il corso è collegato al convegno internazionale che si terrà il giorno prima: “Se la scuola si mette a correre” (24 gennaio, Sala delle Armi, Foro Italico. Per scaricare il programma clicca qui) con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza che una diversa cultura sportiva del nostro Paese passa attraverso una diversa e maggiore considerazione dello sport nella scuola. Eh sì, perché attraverso lo sport si può educare ad una maggiore consapevolezza del proprio corpo, si può insegnare storia, geografia ed educazione civica, i diritti delle donne e il rispetto per l’ambiente, i valori dell’inclusione e quelli del rispetto per gli altri. Che significano: no al razzismo, alle discriminazioni, ai pregiudizi. La Corsa di Miguel è accompagnata da una serie di incontri e seminari su questi temi, con i ragazzi delle scuole superiori e inferiori e i loro insegnanti. Incontri che partono dal linguaggio popolare dello sport e arrivano a tematiche sociali e d’attualità: perché si chiama Corsa di Miguel? Chi era Miguel?… Sino a primavera ci sono poi vari appuntamenti nei campi di atletica sparsi a Roma e Provincia dove si passa all’azione e si scopre, insieme alla Fidal, perché l’atletica è la “regina” dello sport: “Il mille di Miguel”, uno staffettone di mille metri in pista, ma anche salto in lungo, ricordando Jesse Owens e il lancio del volano. Affinchè ognuno dei ragazzi e delle ragazze delle oltre 250 scuole coinvolte possa sentirsi protagonista.

Ma perché sport e scuola, impegno sociale e movimento? Perché cultura sportiva? Che cosa trova l’uomo nello sport? Coraggio, bellezza, salute ed educazione, lotta contro il tempo, solennità, dramma, umorismo, emozione. Il vero nemico è il tempo: chi arriva primo? Il movimento crea calore, relazioni. Anche l’andare lento è movimento, ognuno col suo passo. Marcia, corteo, attivismo: sono termini che dall’impegno sociale e civile si trasferiscono con il loro carico di energia nello sport. Movimento significa non rimanere fermi, per piacere e per salute, per fitness e perché muovendosi si manifesta, ci si rende riconoscibili, si occupa uno spazio fisico e di notorietà, uno spazio di libertà e di opinione. Si è portati a condividere con gli altri un percorso, una modalità, delle finalità. Sport, parola onnicomprensiva, spesso slabbrata e dileggiata, quasi fuori posto nelle logiche attuali di compravendita di tutto, in quella parte di mondo sportivo dove vige la dittatura del superprofessionismo e del business a tanti zero.

Perché corri? Forrest Gump, giardiniere di Greenbow in Alabama nel film di Robert Zemeckis (1994) rispondeva così: “Non c’è una ragione particolare, avevo voglia di correre”. Molta gente, in cerca di qualcosa in cui credere, si unì a lui.

Perché lo fai? Per sport. E’ una parola spiegarlo! Ci ha provato anche Roland Barthes, uno che con le parole e il loro significato, ci sapeva fare. Nei primi anni 60, in maniera imprevista e all’apice della sua notorietà  (in “Miti d’oggi” si era occupato anche di sport, tra ciclismo e catch), accettò di occuparsi dei testi di un videodocumentario dello scrittore canadese Hubert Aquin: ne nacque il film “Lo sport e gli uomini”. Perché amare lo sport? “Perché tutto quello che accade al giocatore, accade anche allo spettatore. Ma, mentre in teatro lo spettatore è solo osservatore, nello sport è un attore”.

Essere protagonista di un atto della propria vita, farlo con gli altri, condividere un’emozione. Che cosa mettono le persone nello sport? “Se stessi e il loro universo umano”. Tra lotta inutile, simbolica, simulata e non sempre leale, ed entusiasmo da protagonista-spettatore, lo sportpertutti ci ha insegnato che le strade dello sport sono infinite, come le vie del Signore.

Le stracittadine podistiche, al di là delle finalità campionistiche, fanno il loro ingresso nel palcoscenico sportivo negli anni ’70. “Corri per il Verde” a Roma ne fu un esempio, ideata da un giornalista di “Paese Sera”- presidente Uisp Roma come Giuliano Prasca, per difendere aree verdi, non edificate (ed edificabili) dalla cementificazione selvaggia. Beni comuni, come diremmo oggi. Sono proseguite negli anni e sono divenute appuntamenti stabili, in alcuni casi venendo anche inserite nei calendari agonistici della Fidal, come succede per “Vivicittà”, nata negli anni ’80 per accendere i riflettori sulla vivibilità dei centri urbani. Ci sono corse molto popolari dedicate alla pace, alla sensibilizzazione contro gravi malattie, come ad esempio “Run for the Cure”, corse dedicate alla solidarietà internazionale e alle raccolte fondi, alle emergenze climatiche ed umanitarie, ai diritti delle donne o ai diritti civili, come nel caso di “Corri con Stefano” dedicata a Stefano Cucchi e al suo amore per lo sport.

Muoversi, correre, essere in marcia e in movimento è diventato un modo libero per esprimere esigenze e proteste sociali. Non a caso uno dei moderni profeti della protesta sociale e della ribellione civile, Henry David Thoreau (1817-1862), filosofo e poeta statunitense, nel 1851 tenne una conferenza al Concord Lyceum dedicata al ‘Camminare’, all’uomo , alla natura e all’assoluta libertà: “l’impulso migratorio, il vagabondaggio come cura della malattia e della malinconia, solvitur ambulando, la spinta allo spostamento continuo sono presenti in ogni cultura e letteratura, e basti citare Melville”. La parola sport a quell’epoca non era ancora stata inventata. Le parole libertà, diritti e camminare, sì.

Info: www.la corsadimiguel.it

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