Nazionale

Donne e sport: promuovere un cambiamento culturale

È necessario un empowerment individuale e di comunità che metta al centro la donna delle politiche. Parlano D. Galeone e D. Rossi

 

La tutela della salute delle donne rappresenta un aspetto importante del miglioramento dello stato di salute del Paese, anche per l'efficacia e l'equità del sistema sanitario italiano. Questa è stata la tesi al centro dei lavori del convegno che si è svolto a Roma in occasione della Giornata nazionale della salute della donna. Un tavolo di lavoro, coordinato da Daniela Galeone, della Direzione generale prevenzione del ministero della Salute, è stato dedicato a prevenzione e stili di vita. (vedi programma) 

Abbiamo chiesto a Daniela Galeone come possano incentivarsi interventi in questo senso, anche in relazione ai tempi e alle esigenze delle donne di tutte le età. “Le strategie intersettoriali rappresentano l’unico approccio di successo per società sostenibili e più eque, anche rispetto alle differenze di genere – risponde Daniela Galeone - E’ necessario, pertanto, continuare nelle azioni di advocacy nei confronti dei diversi attori istituzionali e sociali coinvolti e il settore salute può efficacemente svolgere questo ruolo, anche con il supporto di quegli stakeholder, come la Uisp, che già da tempo hanno acquisito questa visione collettiva della promozione della salute. Nel definire poi strategie condivise è opportuno considerare i bisogni di tutti i diversi target di popolazione, tra cui le donne. Ad esempio nel promuovere la definizione di spazi e ambienti urbani favorevoli alla salute, considerare come un’opportunità la possibilità di prevedere percorsi ed opportunità che tengano conto delle esigenze femminili, come spazi verdi da fruire insieme da mamma e bambini, con attività ad hoc, o dove le donne possano fare attività fisica, socializzare in contesti gradevoli e sicuri, pensati anche per le donne in età più avanzata.

Come può contribuire l’Uisp?
“La Uisp può contribuire efficacemente, in primo luogo preparando i propri operatori a trasmettere un approccio all’attività fisica e anche allo sport fondato più sul benessere, sulla qualità della vita, sulla positività del rapporto con gli altri e non sulla competizione e sull’efficienza fine a se stessa. In questo  modo la Uisp tra l’altro può coadiuvare e rafforzare l’azione educativa della scuola o sostenere, anche tramite numerose iniziative condivise, l’azione di promozione della salute del settore sanitario. L’obiettivo è favorire un cambiamento culturale affinché i cittadini, e le donne in particolare, acquisiscano la capacità di scegliere per la salute, ma anche di chiedere alle istituzioni azioni che sostengano le scelte salutari; in pratica l’obiettivo è l’empowerment individuale e di comunità”.

Quali potrebbero essere i riflessi di quanto discusso e concordato (in termini di strategie) ai livelli regionali?
“Tutti questi elementi sono già parte delle strategie delle Regioni nell’ambito dei Piani regionali della prevenzione. E’ necessario tuttavia accelerare i processi di cambiamento culturale e soprattutto consolidare ed estendere da ambiti  più ristretti all’intero territorio delle Regioni programmi, interventi e percorsi per rafforzare ed ampliare reti collaborative in cui tutti gli stakeholder possano agire nei propri ruoli, ma in sinergia con gli altri”.

“La promozione di sani stili di vita e dell’attività fisica nei confronti dell’universo delle donne, nonostante la vasta letteratura e i piani di intervento, continua a segnare il passo - ha detto Daniela Rossi,  consulente politiche per la salute e l’inclusione Uisp, al convegno organizzato dal Ministero della salute in occasione della terza Giornata nazionale della salute della donna. L’Uisp è intervenuta al tavolo su prevenzione e stili di vita - I dati più recenti ribadiscono il notevole gap esistente tra uomini e donne nelle diverse età, a conferma che la disuguaglianza di genere è ancora irrisolta, e in particolare il drop out sportivo nella fascia adolescenziale e la conseguente fuga nella sedentarietà vede una percentuale molto più alta di ragazze”.

Quali strategie e azioni di genere possono avere efficacia per invertire questo trend?
“Penso che possano influire campagne culturali mirate di sensibilizzazione e promozione da parte delle istituzioni, educando in parallelo operatrici ed operatori sportivi alla cultura delle differenze, al rispetto e all’attenzione delle peculiarità femminili. Inoltre, è importante progettare buone pratiche dedicate alle donne di tutte le età, che traducano gli assunti in azioni coerenti, sostenibili e replicabili, per renderle reali opportunità legate anche ai tempi delle donne. Ripensare gli impianti sportivi per renderli più confortevoli e attenti alle esigenze delle donne, offrendo loro opportunità nuove; ridisegnare gli spazi urbani, a partire dalle periferie, per renderli aperti, sicuri, accoglienti e motivanti per le cittadine di tutte le età”.  (A cura di Elena Fiorani)

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