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Europa al voto: cosa chiede il terzo settore

Tra il 23 e il 26 maggio 374 milioni di cittadini dell'Unione Europea votano per eleggere i 751 eurodeputati della legislatura 2019-2024

 

“C'è un'Europa più giusta: non manda solo fondi a pioggia nelle aree più svantaggiate, ma investe nell'economia civile, crea lavoro e inclusione e riduce il divario fra ricchi e poveri. Questa Europa ancora non esiste, però è quella che chiedono le reti delle associazioni, del terzo settore e delle realtà filantropiche – così si apre l’articolo uscito su Corriere buone notizie del Corriere della Sera, martedì 21 maggio, a firma Giulio Sensi - In queste settimane stanno facendo sentire la loro voce, rivolgendo proposte ai candidati alle elezioni del 26 maggio. L'appello per un "civil compact", da affiancare al più freddo "fiscal compact", lanciato dalle colonne di Buone Notizie il 23 aprile dal direttore di Aiccon Paolo Venturi ha aperto un ampio dibattito, con prese di posizione di realtà del terzo settore e candidati".

Il manifesto “L’Europa in cui crediamo: sostenibile, equa e solidale” presentato a Roma dal Forum del terzo settore insieme a Concord Italia, è composto da nove punti per chiedere impegni precisi per costruire un’Europa sostenibile, equa e solidale, guidata dai valori della libertà, dei diritti e della solidarietà. Al centro delle richieste rimane il cosiddetto "pilastro europeo dei diritti sociali" nato su spinta soprattutto di Italia e Francia al summit di Goteborg a fine 2017. Il "Social pillar" prevede azioni per favorire pari opportunità nell'accesso all'occupazione, condizioni di lavoro eque, protezione sociale e inclusione. Nel punto 1 del manifesto, "Il pilastro sociale, rafforzare la dimensione sociale dell’Unione europea, c’è un capitolo specifico dedicato allo sport: “Sempre nel contesto del Pilastro Sociale Europeo, segnaliamo: è necessario un sostegno alle politiche culturali e sportive per favorire la crescita di generazioni di giovani abituate al dialogo grazie a strumenti che siano adeguati alla dimensione giovanile. Gli scambi culturali a partire dall’Erasmus, il volontariato europeo, gli eventi sportivi dilettantistici ed interculturali, favoriscono la crescita di una mentalità europea”.

“Nel manifesto “L’Europa in cui crediamo: sostenibile, equa e solidale”, c’è anche il contributo Uisp con le richieste per un Europa più attenta alle politiche di welfare - dice Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp - capace di investire di più, tenendo in considerazione il peso e la presenza dell’economia sociale e civile, rappresentata dai corpi intermedi italiani ed europei. Nel manifesto c’è un riferimento specifico allo sport sociale ed educativo per una nuova generazione di giovani, e non solo, che attraverso la pratica sportiva e l’educazione fisica possa promuovere più coesione sociale, inclusione, solidarietà".

GUARDA IL VIDEO con le dichiarazioni di Manco

E rafforzare la dimensione sociale dell'Unione è proprio la prima delle richieste rivolte dal Forum nazionale del terzo settore ai candidati e inserite nel manifesto. "È il tema più rilevante - sostiene la portavoce del Forum Claudia Fiaschi - da cui discendono anche tutti gli altri. Chiediamo che ci sia un reale monitoraggio e vengano utilizzati anche i criteri con cui è stata impostata l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite. È positivo il fatto che su questo pilastro sia stata trovata un'intesa, ma ora serve un impegno serio dei governi nazionali per fissare gli obiettivi concreti».

"L’Uisp ha voluto dare il proprio apporto a questo manifesto - continua Manco - perché l’Europa del futuro sappia rilanciare i valori nati dagli ideali di Altiero Spinelli ma, allo stesso tempo, sappia immaginare un’Europa del futuro capace di investire in economia sociale, per un nuovo modello di sviluppo sostenibile con maggiore equità, giustizia sociale, benessere per tutte e per tutti. Come Uisp promuoviamo la massima partecipazione al voto del 26 maggio: senza un protagonismo pieno di tutti i cittadini non potrà esserci un’Europa diversa, più vicina alle persone e maggiormente orientata ad assegnare ai corpi intermedi un ruolo decisivo in termini di partecipazione e di democrazia”.

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