Nazionale

FQTS: a Salerno l'incontro tra Serge Latouche e il terzo settore italiano

L'economista e filosofo ha partecipato ai lavori di FQTS, formazione quadri terzo settore. Parlano S. Latouche, S. Cannavò, P. Pecora, M. Di Gioia

 

Venerdì 23 febbraio a Salerno l’economista e filosofo francese, Serge Latouche, ha incontrato il mondo del terzo settore italiano partecipando, insieme al presidente di Fondazione con il Sud Carlo Borgomeo e alla ricercatrice Istat Fabiola Riccardini, al dibattito “Quale sostenibilità per il benessere dei prossimi decenni?”. L’incontro, aperto al pubblico e ai media, si è inserito nell’ambito di FQTS, il progetto di formazione promosso da Forum terzo settore e CSVnet rivolto ai dirigenti del terzo settore e giunto quest’anno alla sua decima edizione. É possibile rivedere gli interventi di Lautouche sulla pagina Facebook del Giornale Radio Sociale che ha trasmesso l’incontro in diretta.

In mattinata Santino Cannavò, responsabile politiche ambientali Uisp, aveva posto alcune domande al filosofo francesce nel corso della conferenza stampa riservata ai giornalisti: qual è il rapporto tra decrescita e sport moderno, che per il capitalismo è sempre stato metafora di sviluppo? Qual è il giudizio di Latouche su un fenomeno, quello sportivo, che sembra aver smarrito la strada dell’etica, del fair play, dei valori? GUARDA IL VIDEO CON LE RISPOSTE DI LATOUCHE SULLO SPORT

"Lo sport moderno ha ripreso più o meno le parole d’ordine di De Coubertin, "Citius, Altius, Fortius" (più veloce, più alto, più forte) che sono in contrasto con la teoria della decrescita - ha detto Latouche - Molti anni fa Alex Langer, invece, ha proposto un’etica in linea con la decrescita: “Lentius, profundius, suavius (più lentamente, più profondamente, più dolcemente). Lo sport autentico, inteso come fairplay e competizione leale che non vuole vincere a tutti i costi, è contrario alla filosofia della concorrenza che è al centro dell’economia attuale. Quello sport potrebbe essere il modello di una sana competizione senza concorrenza: l’uomo ha sempre bisogno di superare i limiti, nello sport questo può essere un bene, si può realizzare il desiderio di andare al di là senza distruggere niente, in altri ambiti il rischio è la distruzione".

Nel suo intervento a Fqts il filosofo francese ha parlato di resilienza, della necessità di riorganizzare il sistema e di porre freni allo sviluppo di un capitalismo dissipatore di risorse naturali non rinnovabili. Latouche ha parlato di “decolonizzare un immaginario collettivo indirizzato a senso unico verso un consumismo sfrenato”, oltre ogni verosimile bisogno biologico. Dal colonialismo siamo passati allo sviluppo e poi alla globalizzazione: in realtà assistiamo a colossali fenomeni di omologazione. Fortunatamente l’omologazione, come la colonizzazione culturale imposta dall’attuale modello di sviluppo capitalistico, non é mai totale. Occorre puntare ad un cambio di mentalitá delle persone che vanno rese piú consapevoli. In questo il terzo settore può avere un ruolo positivo".

Abbiamo chiesto a Santino Cannavò un commento, in chiave Uisp, all’intervento di Latouche GUARDA IL VIDEO CON IL COMMENTO DI SANTINO CANNAVO’, UISP, ALL’INTERVENTO DI SERGE LATOUCHE

"La riflessione di Latouche ci dice che siamo sulla strada giusta – afferma Santino Cannavò - da anni stiamo parlando di decarbonizzazione, di giusto equilibrio nell’utilizzo dell'acqua, di mettere al centro delle nostre organizzazioni un'attenzione particolare a tutti gli aspetti della sostenibilità ambientale. La parola omologazione che lui ha utilizzato in senso negativo rientra nell’idea dello sport: un modello che viene replicato a prescindere dai luoghi, dalle abitudini, dai consumi, dalla gente, oltre i limiti della cultura e ambientali, questa omologazione della prestazione ha creato la forza globalizzante dello sport. Ma si tratta di un aspetto da ripensare: per noi lo sport è a misura d’uomo, al centro c'è la persona  con il suo ecosistema, la sua cultura e le sue tradizioni. Credo che si stia aprendo una stagione di grandi possibilità di intervento dello sport sociale all’interno del terzo settore, anche perché i numeri ci mostrano una forza enorme dei volontari sportivi. Bisognerà promuovere la conoscenza dello sport sociale, è necessario alfabetizzare le amministrazioni, le altre associazioni, tutti gli aderenti al terzo settore su quella che è la grande rivoluzione dello sport sociale che, troppo spesso, viene ancora racchiuso nella maniera classica di intendere lo sport”.

Il seminario nazionale Fqts a Salerno proseguirà fino a domenica 25 febbraio. Ci sono molti dirigenti Uisp tra i partecipanti. GUARDA IL VIDEO CON IL BILANCIO DELLA PARTECIPAZIONE A FQTS DA PARTE DELLA DELEGAZIONE UISP DELLA BASILICATA: “Esperienza molto positiva - dice Michele Di Gioia, presidente Uisp Basilicata - in quanto abbiamo stabilito nuove relazioni nell’ambito del terzo settore al Sud e abbiamo potuto confrontare e mettere in rete le nostre esperienze con baricentro sportivo con altre buone pratiche di tutto il mondo non profit, estremamente dinamico  e innovativo anche nel Mezzogiorno”. (Ivano Maiorella)

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