Nazionale

Gli appelli dai comitati Uisp del territorio: pari dignità per lo sport

Sostegni, pari dignità e regole certe per tutti: parlano i dirigenti Uisp dei territoriali alle prese con l’ultimo Dpcm e con la sopravvivenza delle società sportive

 

Proseguono gli appelli dal territorio per chiedere pari dignità e regole certe per lo sport di base. I dirigenti Uisp sono alle prese con l’ultimo Dpcm che impone la chiusura di piscine e palestre, mettendo ko associazioni e società sportive che già da mesi vivono situazioni difficili e che avevano investito in questi ultimi tempi per adeguarsi ai precedenti decreti e poter continuare l’attività in sicurezza.

A Firenze, Marco Ceccantini, presidente del Comitato Uisp, definisce il provvedimento fortemente penalizzante ai microfoni della TgR Rai Toscana: “Ci troveremo un'altra volta con persone obese, persone che hanno patologie e non sono state curate attraverso il movimento, e quindi con una popolazione sicuramente meno sana. Io vorrei che si continuasse con i controlli, non solo in piscin e palestre ma in tutte le attività che regolano la vita delle città, che si sanzionassero quelle che non si rispettano regole ma che si permettesse l’attività laddove invece le regole sono rispettate”

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Nel servizio interviene anche Annalisa Saviozzi, collaboratrice sportive del comitato Uisp: “Noi non abbiamo diritti - dice Annalisa - abbiamo dei contratti che non prevedono ferie, malattie, maternità, quindi ci hanno sempre tolto la dignità di avere un’indipendenza. I contributi di Sport e Salute sono arrivati ma molto in ritardo, e sono solo dei palliativi: non ci permettono di sopravvivere e sostenere le nostre famiglie”.

Dall'inizio dell’emergenza sanitaria la Uisp è sempre stata sul crinale tra responsabilità verso il bene primario della salute di tutti e il dovere di rappresentanza di un intero settore. Ma dopo il DPCM del 24 ottobre Antonio Iannetta, in rappresentanza del Comitato di Milano e in concerto con Uisp Nazionale, afferma con forza il suo “no alle incongruenze che emergono rispetto ai diversi comparti che interessano le nuove misure. Non può essere ancora lo sport a pagare le conseguenze delle scelte di un Governo che nei mesi di tregua dati dal virus non è stato capace di organizzare adeguati strumenti di prevenzione. Specialmente dopo aver imposto ingenti sforzi economici alle società e associazioni sportive al fine di poter riaprire, garantendo così i migliori protocolli di prevenzione ai propri sportivi”. Per approfondire clicca qui 

Martedì 27 ottobre una manifestazione ha attraversato anche il centro storico di Modena: oltre 200 persone hanno sfilato per chiedere di allentare la stretta sul mondo delle scuole, della cultura e dello sport. Fabia Giordano, dirigente Uisp Modena, è stata intervistata per il servizio di TvQui: “Per quanto riguarda i collaboratori sportivi le promesse sono sempre state mantenute - spiega Fabia - quindi ci auguriamo fortemente che a seguito di questa firma i contributi arrivino a sostenere gli impianti sportivi che altrimenti rischiano di non riaprire”. 

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Ancora dalla Toscana arriva il commento di Simone Pacciani, presidente Uisp Siena: le piscine del comitato erano state messe in regola in base ai recenti decreti, avevano superato i controlli e poi sono state nuovamente chiuse. “Prima ci hanno detto che siamo stati bravi, che abbiamo fatto tutto seguendo le regole, poi ci hanno chiuso di fatto da un giorno all’altro: questa è la delusione maggiore. Fin dalla riapertura a giugno – racconta – ci siamo impegnati nel tenere le piscine nella più assoluta sicurezza, seguendo rigorosamente tutti i protocolli anti Covid e con un notevole sforzo organizzativo. Lo dicono i dati: rispetto al periodo giugno-settembre dello scorso anno abbiamo perso il sessanta per cento degli introiti”.

“Le norme – spiega ancora Pacciani – sono poco chiare e farraginose. A queste condizioni, è impossibile riaprire le piscine: solo riaprire un impianto costa mille euro al giorno e farlo, pur capendo tutte le esigenze, senza avere la possibilità di aprire al pubblico e fare la nostra attività diventa ancora più insostenibile. Purtroppo, lo ripeto, le norme sono poco comprensibili e farraginose e mettono tutti in difficoltà”.

Davide Ceccaroni, direttore Uisp Forlì-Cesena, evidenzia che “mai come in questo periodo la politica tutta sembra essersi accorta di quanto sia sfaccettata l’attività sportiva e di quanto questa sia importante”. Sono tre, secondo Ceccaroni, i filoni principali da tenere a mente quando si parla delle attività sportive. “Il primo è che l’attività sportiva, dopo famiglia e scuola, è la terza agenzia formativa del Paese. Il secondo elemento da non dimenticare è quanto lo sport sia diventato importante per la salute psicofisica delle persone, al punto da poterne considerare la pratica un diritto acquisito. Il terzo aspetto, quello di cui nessuno sembrava essersi accorto fino a qualche mese fa, è che l’attività sportiva produce lavoro. Nel momento in cui è stato riconosciuto il contributo di 600 euro per gli operatori sportivi fermi a causa del lockdown, la sola Uisp a livello nazionale ha certificato quasi 1 milione di operatori sportivi”.

Anche Alessandro Scali, presidente Uisp Empoli Valdelsa, lamenta gli investimenti sprecati e la delusione del mondo sportivo del territorio: “Dopo essere stati chiusi per tre mesi, da marzo a giugno, abbiamo riaperto timidamente, investendo soldi, tempo ed energie per mettere a norma i nostri impianti sportivi e consentire agli sportivi di iniziare in sicurezza a svolgere le proprie attività preferite. Durante l'estate abbiamo creduto di vedere la luce in fondo al tunnel. Abbiamo fatto tutto quello che ci era stato chiesto di fare. I nostri sforzi sono stati validati anche dai NAS, che da una settimana hanno setacciato tantissime palestre e piscine in tutta Italia, rilevando che il sistema rispetta le regole. Ci saranno state certamente anche le eccezioni, ma il sistema sportivo ha funzionato. Chi ha fatto sport in Italia da giugno in qua, l'ha fatto in un luogo sicuro, o comunque molto più sicuro di altri contesti che, per loro natura, non possono esserlo altrettanto. Ma, alla fine, questo è il risultato: nuovo lockdown per il sistema sportivo dilettantistico. Il Governo, a discapito delle evidenze, ha deciso che lo sport è una pratica rischiosa per la diffusione del COVID. Rispetteremo le regole che ci sono imposte; ovviamente e come da nostra abitudine, ma non ci stiamo". Per leggere l'intervento integrale di Alessandro Scali clicca qui

Simone Menichetti, in rappresentanza di Uisp Roma, parteciperà domani mattina, sabato 31 ottobre, ad un convegno on line organizzato dal Pd Lazio, al quale prenderanno parte anche Patrizia Prestipino, membro della Commisisone cultura della Camera dei deputati e Manuela Claysset, responsabile nazionale Pd Sport.

In questo momento di estrema difficoltà che il Paese sta vivendo, con implicazioni di sanità pubblica e crisi economica, è intervenuta anche l'Uisp Padova, con il commento del presidente del comitato rivolto a soci e società ed associazioni sportive affiliate: "Non ci voltiamo dall'altra parte - afferma Claudio Boato - Saremo sempre al vostro fianco, con la trasparenza che contraddistingue il nostro modo di operare, affrontando tutte le criticità con un'attenta e approfondita analisi che non lasci spazio a facili conclusioni, per sostenervi con competenza in questo delicato momento di sospensione delle attività".

Il presidente dell'Uisp Verona, Simone Picelli ribadisce: “Oggi ci sentiamo di dire no, non ci stiamo alle incongruenze che emergono rispetto ai diversi comparti che interessano le nuove misure del Dpcm. Non può essere sempre lo sport a pagare le conseguenze pesanti delle scelte". Enrico Balestra, presidente Uisp Ferrara, denuncia l’inedita ed allarmante situazione: “L’entrata in vigore del Dpcm ci ha portato a sospendere tutte le attività di tipo amatoriale che già stavano iniziando, nonostante i regolamenti di Uisp e Csi già pre-esistenti ci avrebbero consentito di proseguire. Si è trattata di una scelta di responsabilità costosissima per le società affiliate, che però abbiamo scelto di fare, nonostante il nuovo decreto sia stato scritto male e sia pienamente discutibile da più punti di vista. Per contro, è successo qualcosa che non ci saremmo mai aspettati”. Uisp Ferrara nella serata di mercoledì ha tenuto un'assemblea con le società sportive per affrontare i problemi e per fare appello alla collaborazione e alla responsabilità di tutti. 

L'Uisp Latina, con il suo presidente Domenico Lattanzi, ha deciso di rimandare la Maratona, prevista il 6 dicembre, al prossimo anno: "La macchina organizzativa era già in moto ma conta prima di tutto la salute e la sicurezza degli atleti. Il virus sta mettendo in forte difficoltà il mondo dello sport. I nostri tesserati sono di fatto privati della possibilità di svolgere attività, con molte conseguenze negative, per la salute e la socialità. Ma le conseguenze più pesanti le stanno subendo le società sportive affiliate, in forte difficoltà sotto il profilo economico. In questo quadro allarmante si inseriscono i soliti furbetti, che stanno tentando di infilarsi nelle pieghe dei decreti, trasformando le gare di quartiere in competizioni nazionali per cercare di farle svolgere ugualmente. Questo penalizza doppiamente il mondo dello sport di base serio, perché da un lato rischia di portare a ulteriori restrizioni finalizzate a evitare tali furberie, e dall’altro getta fumo negli occhi di quanti, privati di risorse necessarie al loro sostentamento, possono cadere nella rete di chi li illude di poter continuare a mandare avanti le attività". (E. F.)

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