Nazionale

Grassroots Sport Diplomacy: incontro internazionale a Genova

Il progetto al quale partecipa l'Uisp vuole dimostrare il valore dello sport di base nella costruzione di dialogo tra persone in situazioni di conflitto

 

Dimostrare il valore dello sport di base nella costruzione di incontro, relazione e dialogo tra persone in situazione di conflitto. Sia esso sociale, culturale, religioso e o armato. Questo l'obiettivo ambizioso sollecitato dalla stessa Commissione Europea e al centro del progetto Grassroots Sport Diplomacy, finanziato attraverso la linea Erasmus+.

Con questi obiettivi dal 15 al 17 aprile si è svolto a Genova presso la sede della Uisp Liguria, un seminario internazionale del progetto Grassroots Sport Diplomacy. Il progetto al quale l'Uisp partecipa insieme ad altri cinque partners di diverse parti del mondo (Brasile, Ungheria, Belgio, Francia e Danimarca) e di cui è capofila l'ISCA. Questo incontro ha avuto lo scopo di mettere a punto quanto sviluppato nel corso del primo anno e mezzo di attività e fissare la tabella di marcia e i contenuti del lavoro da realizzare nell'ultima fase del progetto. Una fase che risulta estremamente importante dal momento che prevede la realizzazione delle azioni pilota che rappresentano l'essenza stessa del progetto. Infatti, saranno proprio queste azioni a dimostrare concretamente che un potenziale diplomatico dello sport sociale e dal basso esiste, ed è efficace anche lì dove altri percorsi di diplomazia tradizionale non riescono. Lo sport di base è efficace grazie alla sua capacità di stabilire un contatto diretto tra le persone, oltrepassando le barriere e le frontiere, culturali e religiose. Allo sviluppo di questo concetto - Grassroots Sport Diplomacy (Diplomazia dello sport dal basso) - l'Uisp contribuisce con una prova molto concreta, portando nel progetto l'esperienza che da anni realizza in Libano.

Infatti, in un contesto libanese così complesso, di conflitti che si esplicano a vari livelli (sociale, religioso, culturale) e che coinvolge rifugiati palestinesi, siriani e popolazione locale libanese, si realizzerà Vivicittà come parte integrante del progetto stesso. Si racconterà come si costruisce dal basso un evento di sport per tutti, mettendo insieme diversi attori, istituzionali locali, nazionali e internazionali  così come associazioni della società civile.

Un'esperienza di diplomazia dal basso con lo sport come protagonista di un dialogo che si crea grazie al linguaggio universale dei corpi in movimento e in gioco, un linguaggio compreso da tutte e tutti anche lì dove dialogare appare impossibile. La conclusione delle azioni pilota e la loro descrizione, che verrà raccolta in un rapporto finale dal peso particolarmente importante, diventeranno un riferimento anche a livello istituzionale, a cominciare dalla Commissione Europea, sul valore dello sport di base nel campo delle relazioni internazionali e diplomatiche. Il tutto verrà presentato ad ottobre a Budapest dove si svolgerà l'ultimo incontro del progetto e l'evento Multplyer (Moltiplicatore) internazionale alla presenza di personalità espressione di molti ambiti, esperti, accademici rappresentanti della Commissione Europea, Amministratori locali, WHO e altre istituzioni europee e internazionali etc. (Raffaella Chiodo Karpisnky)

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