Nazionale

"Il belpaese di Libera" è sceso in piazza giovedì 21 marzo

L’Uisp è stata al fianco dell’associazione di Don Ciotti in molte città italiane, prima fra tutte Padova, centro delle manifestazioni

 

"Il belpaese di Libera": comincia così il comunicato stampa dell'associazione di Luigi Ciotti a conclusione della XXIV Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Tnti ragazzi e tante ragazze sono scesi in piazza il 21 marzo, per ribellarsi all’indifferenza, all'illegalità, alle mafie e alla corruzione che devasta i beni comuni e ruba la speranza. Un’Italia consapevole che la convivenza civile e pacifica si fonda sulla giustizia sociale, sulla dignità e la libertà di ogni persona. Un paese di volti e immagini che si è ritrovato in 50 mila a Padova, piazza principale della giornata, in oltre 30 mila ad Avellino passando per gli 8 mila di Siena e i 15 mila di Palermo. Un'Italia, circa un milione di persone, che in questi giorni si è mobilitata per ricordare con momenti di lettura, di riflessioni, incontri i 1011 nomi delle vittime innocenti delle mafie in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, promossa da Libera e Avviso Pubblico. GUARDA IL VIDEO della giornata realizzato da Libera 

A Padova c’era anche l’Uisp territoriale, che da quest’anno ha stretto una forte collaborazione con Libera, che a sua volta sarà in piazza domenica 31 marzo al fianco dell’Uisp per parlare di legalità e diritti in occasione di Vivicittà. GUARDA IL VIDEO dell’intervento di Don Ciotti. I cinquantamila di Padova erano collegati virtualmente con tutta Italia, da Aosta a Palermo. “C'è gente che ha deciso di metterci la faccia e far capire da che parte sta. In questo momento nel nostro paese dobbiamo alzare la voce, mentre tanti scelgono un prudente silenzio", è stato il primo grido di Luigi Ciotti in piazza insieme ai tanti familiari delle vittime innocenti delle mafie, al Procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, Rosy Bindi e il segretario della Cgil Maurizio Landini.

L’Uisp è stata presente in molte piazze, oltre a Padova Roma, dove l’iniziativa si è svolta nel quartiere Romanina, teatro del drammatico caso di cronaca del Roxy bar devastato dalla violenza dei Casamonica nell’aprile 2018, ad Avellino e a Catanzaro. GUARDA LA GALLERIA FOTOGRAFICA

Durante il lungo corteo è arrivato il messaggio del Presidente Mattarella: "Vogliamo liberare la società dalle mafie. È un traguardo doveroso e possibile, che richiede a tutti impegno, coerenza, piena coscienza delle nostre responsabilità di cittadini. Pronunciare uno a uno tutti i nomi di coloro i quali sono stati uccisi dalle mafie è anzitutto un atto di rispetto e di dignità. Quella dignità che le consorterie criminali volevano calpestare deve restare indelebile nella memoria della nostra comunità". Ma "scandire quei nomi - purtroppo tanti, troppi - è anche un atto di dignità che vale per ciascuno di noi. Ricordiamo persone che hanno pagato con la vita la dedizione al bene comune, il rispetto per la legalità, la ribellione alla sopraffazione criminale, la fedeltà a quei principi di umanità che le mafie negano con la loro stessa esistenza: rendere loro onore è un segno di libertà a cui sentiamo di non poter rinunciare, se non al prezzo di una grave ferita alla nostra coscienza. La memoria incalza le domande di verità, purtroppo in molti casi ancora oscurata. Le istituzioni pubbliche sono chiamate a fare la loro parte, avendo davanti numerosi esempi di valorosi servitori dello Stato e dei loro sacrifici".

Il lungo serpentone è arrivato in Prato della Valle mentre la coda del corteo era ancora alla partenza: scout, associazioni studentesche, cooperative sociali, ciclisti, bambini, anziani. Un popolo variegato, sorridente, che non ha paura, che rispedisce al mittente il paese del rancore. Un popolo che è rimasto in commosso silenzio quando dal palco è iniziata la lettura dei 1011 nomi delle vittime innocenti delle mafie. Un popolo che si scioglie in un applauso lungo e interminabile quando Gian Carlo Caselli, presidente onorario di Libera finisce di leggere l'ultimo nome.

E dal palco il primo pensiero Luigi Ciotti lo rivolge ai giovani: "Siete meravigliosi, non induriti dagli egoismi, non intossicati o corrotti dalla sete di denaro e potere, sensibili al sogno e all’utopia, che rischiate di diventare prede di spacciatori di illusioni. Oggi milioni di giovani non trovano lavoro. Ho raccolto il vostro grido rispetto alla precarietà e incertezza per il futuro. Non rassegnatevi. Una società che non si cura dei giovani non si cura del proprio avvenire. Scuola e lavoro sono le priorità di una società aperta al futuro, senza lavoro la società muore perché manca lo strumento cui ciascuno affida il senso della sua dignità e identità". Ai giovani don Ciotti chiede di non temere la fragilità, che è condizione umana e il saperlo è ciò che rende forti. Le mafie oggi sono diventate simili a noi. Hanno acquisito sembianze più rassicuranti e noi siamo diventati simili a loro. Non occorre essere complici attivi per essere alleati delle mafie, basta la mafiosità, quel distorto modo di vedere e di sentire che antepone l’interesse privato a tutto.

E conclude la manifestazione con parole chiare: "E' da 163 anni che parliamo di mafie. Non è possibile. Non è possibile in un paese civile che l'80 per cento dei familiari delle vittime non conosca la verità o la conosca solo in parte. Abbiamo bisogno della verità su Giulio Regeni e Ilaria Alpi e abbiamo bisogno di notizie su padre Dell'Oglio e Silvia Romano. Sto con la nave Mediterranea che salva le vite e sto con Roberto Saviano che scrive parole graffianti. Gli immigrati sono rappresentati come nemici e usurpatori fingendo di non sapere che è il sistema economico dell’occidente che ha depredato intere zone del mondo costringendoli a lasciare le loro terre i loro affetti. No alla gestione repressiva dei migranti, no all’attacco dei diritti umani. Le leggi devono tutelare i diritti non il potere". (Fonte: libera.it, comitati Uisp)

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