Nazionale

Il terzo settore per il riscatto civico del Paese

Dalla stampa due interessanti riflessioni sul ruolo e le prospettive del terzo settore in Italia, firmate da Luca Gori e Ferruccio De Bortoli

 

Responsabilità e rapporto con lo Stato sono le parole chiave di due riflessioni sul terzo settore apparse sui giornali in questi giorni. In una fase in cui gli attacchi al buonismo e la crescita di un forte spirito individualista rischiano di mettere in discussione e sminuire il valore dell’impegno sociale, civico e solidale dei cittadini, vanno sottolineati i punti di forza dell’impegno liberamente scelto dalle persone per il miglioramento della società. lo hanno fatto recentemente Luca Gori, docente della Scuola superiore S. Anna di Pisa, dalle pagine di Corriere buone notizie e Ferruccio De Bortoli, intervistato da Riccardo Bonacina per Vita.

Gori parte dai continui richiami del Presidente della Repubblica sul terzo settore e i riferimenti alla Costituzione per definirne ruolo, identità e missione, leggendoli come uno dei caratteri distintivi di questo mandato. La ripetuta e convinta sottolineatura della funzione sociale del terzo settore e della necessità di spazi di autonomia e di libertà delle formazioni sociali dai tentativi di invasione del «potere» che voglia condizionare o orientare le attività, hanno caratterizzato gli interventi di Mattarella. “Pacata nei toni ma continua ed approfondita – scrive Gori - l’azione presidenziale contrasta ‘l’erronea convinzione che la vita sociale ed economica si possa esaurire nella dicotomia statale e privato’ e più in generale reagisce agli ‘errori di percezione’ di una realtà ‘decisiva per la nostra vita e per la stessa tenuta del Paese’”.

Il professore della Sant’Anna si chiede, però, “il perché di questo richiamo costante. Non è solo celebrazione o difesa in occasione di alcune scelte politiche recenti. Vi è qualcosa di più profondo. C’è la preoccupazione che questo mondo, nell’incupimento dei nostri tempi, possa essere delegittimato nel ruolo che la Costituzione gli affida e si perda, da ogni parte, la consapevolezza della sua rilevanza e della tutela che merita. È un rischio che pare aver spinto il Presidente a proporre, in molte occasioni, questo tema come una delle priorità per lo Stato-apparato ma, più in generale, come questione vitale e modello per lo Stato-comunità, fattore di rafforzamento della nostra democrazia, dentro un orizzonte comune”.

Sul rapporto tra Stato e terzo settore è intervenuto anche Ferruccio De Bortoli, secondo cui l’attuale alleanza di Governo è composta da due forze che incarnano diversi atteggiamenti uniti però in una non comprensione e in uno sguardo sospettoso sul terzo settore. “Lo Stato per loro accorre dove c’è il fallimento del privato, e questo a volte è anche necessario – dice il giornalista nell’intervista a Vita - Soprattutto per loro, solo lo Stato è garanzia di equità e di efficienza, il che oltre a non essere assolutamente vero, esprime una visione esattamente all’opposto del principio di sussidiarietà così necessario e riconosciuto anche dalla nostra Costituzione. L’idea che laddove c’è un’iniziativa privata ci sia sempre un’ingiustizia di fondo, un interesse solo privato e una privatizzazione dei vantaggi, e che lo Stato ripari alle diseguaglianze mettendo tutti sullo stesso piano è un’idea non solo sbagliata ma anche irreale”.

De Bortoli definisce il Terzo settore “piattaforma del riscatto civico“: “Credo che occorre ritrovare la qualità della cittadinanza ripartendo dalla qualità e dalla generosità delle persone. Nella riscossa civica che provo a delineare come cronista e osservatore, non c’è nessuna coloritura politica. Io ogni volta mi stupisco nel vedere che ci sono dei bisogni che sono stati soddisfatti a prescindere dallo Stato. Ed è salutare che sia così perché se lo Stato fosse guardato come protettore compassionevole di ognuno di noi, significherebbe che il nostro capitale sociale si è depauperato per stanchezza e umiliazione”.

Una criticità viene riscontrata nella difficoltà di queste esperienza a farsi sistema: “È vero, come è vero che faticano a trovare più efficace accountability. Se altrove gli sprechi sono un peccato nel terzo settore sono un peccato mortale perché non togli un ritorno all’azionista o allo stakeholder ma sottrai un bene che qualcuno ha destinato ad altri. Il fare del bene non esime dall’efficienza nel farlo ma addirittura ti chiede un di più di responsabilità”. (A cura di Elena Fiorani)

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