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La morte di Eric Dunning, padre della sociologia sportiva

Il sociologo inglese ci ha lasciati il 10 febbraio, allievo e collega di Norbert Elias, docente all'Università di Leicester. Il ricordo di Nicola Porro

 

Il 10 febbraio è mancato Eric Dunning, uno dei padri della ricerca sociale applicata allo sport. Era nato in Inghillterra il 27 dicembre 1936. Per molti anni docente alla prestigiosa Università di Leicester, dove era stato allievo e collega di Norbert Elias, continuava a svolgere attività scientifica come Professore emerito.

Insieme a Elias, aveva sviluppato quel “modello configurazionale dell’azione sociale” che permetteva di ricostruire in un’originale prospettiva storico-sociale le radici della civilizzazione occidentale. Lo sport, a lungo ignorato dagli studi accademici, acquistava così una assoluta centralità nello spiegare la transizione dalla civiltà di corte alla modernità e, specularmente, le ragioni di sopravvivenze pre-moderne e persino tribali (si pensi al tifo hooligan) nello sport mediatizzato contemporaneo.

Con Elias era stato autore di Quest for excitement. Sport and leisure in the civilizing process (Oxford, Blackwell 1986) –tradotto in Italia con il titolo (non felicissimo) Sport e aggressività.

Eric Dunning era stato anche fra i fondatori e gli animatori nel lontano 1966 dell’ICSS (International Committee for the Sociology of Sport), la prima rete transnazionale di ricerca applicata al fenomeno sportivo, ribattezzata nel 1995 ISSA (International Sociology of Sport Association).

È in seno a queste esperienze di comunicazione a raggio europeo che prenderà forma la straordinaria esperienza dei corsi intensivi fra Università e Istituti di ricerca continentale con la più che ventennale collaborazione fra studiosi come Núria Puig (Inef di Catalogna), Eric Dunning e Ivan Waddington (Università di Leicester), Jean Camy (Università di Lione), Klaus Heinemann e Knut Dietrich (Università di Amburgo), Rui Gomes (Università di Coimbra) e Nicola Porro (Università di Roma La Sapienza e Cassino e Lazio meridionale).

Al di là dei meriti scientifici, Eric Dunning aveva la capacità di trasformare la riflessione teorica in una continua e vivace testimonianza di vita. I suoi luoghi di lavoro erano le aule accademiche ma anche i pub dove non era inconsueto trovarlo impegnato in accalorate discussioni con allievi e colleghi in un intenso andirivieni di idee e di boccali di birra. Il suo amore per l’Italia, i suoi paesaggi naturali e le sue antiche città, la sua “civic culture” e le sue stese turbolente passioni politiche, ci stupiva e ci lusingava ogni volta che lo ospitavamo nel nostro Paese.

Eric ci mancherà, ma continuerà a ispirare il nostro lavoro e a dare un significato civile e sociale, oltre che intellettuale, alla riflessione sul fenomeno sportivo. (di Nicola Porro)

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