Nazionale

La relazione introduttiva di Vincenzo Manco, presidente uscente Uisp

Le parole con cui Manco ha aperto i lavori del XVIII Congresso nazionale Uisp, in corso a Montesilvano (Pe), fino a domenica 26 marzo

 

Carissime delegate, carissimi delegati,

la scelta di eleggere questa città come sede per ospitare il XVIII Congresso Nazionale della Uisp è, per noi, un forte gesto di vicinanza e un modo per tenere viva l’attenzione verso le popolazioni dell’Italia centrale che sono state colpite dal terremoto, a partire dalla  tragica scossa del 24 agosto dell’anno scorso, e per sostenere i territori di accoglienza.

Un segnale per ricordare le vittime, i feriti, per dare un sostegno morale alle famiglie e alle amministrazioni locali ed anche per dare il nostro fattivo contributo per la rinascita di quei luoghi. Tanto attraverso una raccolta fondi che si è alimentata con le numerose  iniziative sportive che sono state organizzate in tante città del Paese, quanto attraverso risorse che da qualche tempo la nostra associazione ha scelto di mettere a disposizione di interventi per la ricostruzione a favore di territori colpiti da calamità naturali.    

La Uisp è stata tra le prime organizzazioni a garantire soccorsi mettendo a disposizione una squadra di motociclisti in una situazione in cui le strade e le vie di comunicazione erano difficilmente praticabili con altri mezzi.

Colgo l’occasione, pertanto, per ringraziare i Comitati Territoriali della zona del cratere che non hanno fatto mancare il loro impegno volontario, mettendo a disposizione operatori, dirigenti, animatori. Un grazie inoltre, anche ai Comitati Regionali di riferimento per il lavoro di coordinamento che hanno svolto fino ad ora e che, so già, continueranno a svolgere in seguito; nonché a tutti gli altri Comitati che si sono adoperati per promuovere attività finalizzata a raccogliere risorse da destinare.  Il momento dedicato che avremo più tardi renderà tangibile tutto questo.

Il Congresso cade anche in un mese denso di celebrazioni, a partire da quelle per i sessant’anni dei Trattati di Roma che hanno portato alla costituzione della Comunità Economica Europea e all’evoluzione della attuale Unione Europea.

Domani è anche l’anniversario dell’incendio della fabbrica Triangle avvenuto a New York nel 1911, causando la morte di 146 persone tra cui 123 donne, ed è uno degli eventi che  vengono commemorati nella Giornata internazionale della donna. Per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in quasi tutte le parti del mondo.

E che dire del fiume di gente che ha invaso Locri e le quattromila città italiane per commemorare le vittime delle mafie e per rinnovare l’impegno per la legalità, contro la corruzione e la criminalità organizzata. Bello aver visto insieme alle bandiere di Libera e delle altre organizzazioni, anche quelle della Uisp a Locri, ad Ostia, a Scanzano Jonico, a Taverna.

Istituzioni e società civile. Unione Europea e cittadinanza attiva. Un’Europa incapace oggi di essere all’altezza delle sfide, che alza muri piuttosto che costruire ponti di accoglienza e di dialogo. Ripiegata e frantumata nelle varie posizioni che caratterizzano le differenze di posizione dei vari Paesi che oggi la compongono. La speranza è che domani si possano porre le basi per un rilancio del ruolo dell’Europa nello scacchiere internazionale soprattutto di fronte alla crisi del lavoro, alle nuove povertà, alle discriminazioni, allo sviluppo sostenibile, alle nuove tutele, alla minaccia del terrorismo che ancora una volta colpisce al cuore delle grandi democrazie.

Una politica debole, particolarmente spaesata di fronte ai fenomeni complessi a cominciare dalla crisi che ha provocato la globalizzazione per finire alle grandi migrazioni che stanno caratterizzando questo inizio del secolo.

Una società civile invece in movimento. Alla ricerca anch’essa di una rinnovata soggettività, dovuta ad una lunga stagione che ha visto crescere una cultura della disintermediazione e svalutare così il ruolo importante dei corpi intermedi. Tra i quali ci siamo noi, la Uisp. Una grande organizzazione di sport sociale fortemente radicata nel tessuto connettivo delle nostre comunità locali e nazionale.

Che agisce nel rapporto sussidiario con le istituzioni, che si fa responsabilmente carico di essere un movimento generattivo, ossia capace di generare a sua volta risorse sotto forma di diritti, coesione sociale, salute, parità di genere, intercultura. Siamo una cittadinanza costantemente attiva che promuove educazione, civismo, etica, cultura sportiva. Dentro le reti sociali, nel Forum del Terzo Settore, nel quale abbiamo rafforzato il nostro peso all’interno dell’associazionismo di promozione sociale.

Un terzo settore che ha di fronte a sé una nuova legge delega, oggi in attesa dei decreti legislativi, dopo quello relativo al servizio civile universale, particolare traguardo non solo degli Enti di servizio civile, ma soprattutto per i giovani che intendono fare un’esperienza di grande valore formativo e che ci vedrà impegnati a rilanciare opportunità di accesso per far vivere una tale esperienza nei nostri percorsi associativi.

La Uisp fa parte della squadra che sta seguendo l’iter degli ulteriori decreti attuativi che si stanno predisponendo per evitare problematiche soprattutto sul terreno fiscale e su quello della valutazione di impatto sociale, che riguarderà tutti i soggetti del terzo settore.

Si aprirà pertanto una nuova sfida che ci porterà ad un rinnovato e puntuale lavoro  soprattutto sul livello territoriale, per essere presenti ai tavoli delle reti sociali e per investire in percorsi formativi che diano strumenti tali da far cogliere le opportunità di crescita nell’agire tra le reti e per intercettare eventualmente progettazione e risorse.

Dobbiamo porre le basi per diventare un vero e proprio laboratorio di innovazione sociale, che sa mettere a sistema le proprie buone pratiche e le rende replicabili per offrire occasioni di crescita e sviluppo territoriale.

Riforme quindi, come quella che lo sport sociale attende da anni. Su questo terreno crediamo sia arrivato il tempo di aprire una nuova stagione nella quale ognuno dei soggetti in campo è tenuto a fare la propria parte per raggiungere un obiettivo di civiltà nel nostro Paese: una legge nazionale che sappia affrontare i cambiamenti che la pratica sportiva ha subìto soprattutto negli ultimi dieci anni.

Una legge che chiarisca chi fa che cosa, che superi l’anomalia tutta italiana del Comitato Olimpico, che eviti l’oscillazione tra il Ministro con delega ed il Sottosegretario alla vigilanza, che valorizzi il pluralismo dei soggetti del sistema sportivo, che stabilisca criteri di rappresentanza democratica uguale per tutti, che sappia riconoscere il peso della consistenza e della qualità nel rapporto con le risorse complessive, che indichi la definizione di sport di stampo europeo.

Nel Consiglio Nazionale del Coni, il presidente Giovanni Malagò ha spesso parlato di riforma dello sport, auspicandola. Allora, appena chiuso il congresso olimpico chiederemo al neo eletto presidente di cominciare a scriverla insieme, con il Governo ed il Parlamento nel tavolo della governance di cui ha parlato il Ministro Luca Lotti e raccogliendo i tanti contributi che pur ci sono stati e le istanze degli altri Ministeri.

Senza tatticismi sui tempi brevi della legislatura e senza infingimenti, diversamente il rischio è che si possa allargare il solco, più che ridurre le distanze. Un Decreto Balduzzi non modificato in relazione all’attività ludico motoria, i rapporti problematici con alcune FSN, la delibera Coni sulle discipline ammissibili, provocherebbero proprio quel rischio.

Per tale motivo promuoveremo una campagna ed una mobilitazione dal basso per la modifica del decreto Balduzzi, attraverso un ordine del giorno da far adottare nei consigli comunali per evidenziare e rendere coerente il valore del movimento, dell’attività motoria nel rapporto con le politiche pubbliche.

Ferma restando la nostra posizione circa il lavoro fatto sulla trasparenza e la tracciabilità dei dati per gli EPS, se non dovesse trovare una forma di valorizzazione ed un riconoscimento normativo l’attività che facciamo, sarà naturale chiedere, per esempio, che il registro delle Asd possa stare presso il Ministero dello Sport come accade per la legge sulla promozione sociale che è presso il Ministero del Lavoro.

Lo sport, la terza agenzia educativa del Paese, non può procedere per sovrapposizione di norme nel tempo, ha bisogno di un intervento sistemico che sappia riconoscere innanzitutto la potenza formativa della cultura sportiva. E sull’istruzione proponiamo di  rinnovare il protocollo con il Miur che abbiamo siglato per la formazione del personale della scuola.

Oggi tutti sostengono il grande valore dello sport sociale come movimento generattivo che intercetta trasversalmente le politiche, salvo poi non dare conseguenza o creare incongruenza nel caso di risposte normative. Crediamo non ci sia davvero più tempo da perdere, la riforma richiede la responsabilità di tutti proprio per la crisi di sistema che da tempo si avverte nello sport italiano. Tra scandali, doping, inchieste. È il momento del coraggio, qui ed ora.

Lo stesso coraggio che abbiamo avuto come Uisp nell’affrontare una riforma del nostro modello organizzativo sia nei confronti delle attività sia nel rapporto con il territorio. Che ci ha fatto mettere in gioco e che ci ha permesso di essere credibile come forza sociale e come associazione di sport che non sa solo rivendicare ma svolge soprattutto un ruolo di stimolo, di pungolo, verso le istituzioni sportive e quelle civili ad ogni livello.

Continueremo ad investire nella partecipazione e condivisione dei percorsi, per rendere collegiali le scelte, agevolare il confronto delle idee, allargare la squadra della governance per redistribuire il peso delle responsabilità, a sollecitare le tante risorse territoriali che abbiamo, provando ad arricchire sempre di più la nostra proposta sportiva. Una proposta che va costantemente rinnovata e che deve trovare una propria identità evolutiva che sappia coinvolgere tutta la filiera organizzativa delle nostre strutture di attività per integrarle in modo sistemico con le politiche associative. Una Uisp policentrica.

Nei prossimi giorni, come indicato dalla riforma, coinvolgeremo tutti i livelli associativi per decidere insieme il percorso che dovrà dare sbocco alla nuova organizzazione delle  strutture di attività, partendo da tutto il bagaglio delle esperienze vissute e trovando insieme strade e proposte per promuovere nuova cultura e rinnovate pratiche sportive e motorie per i soci e per i cittadini.

Una sperimentazione che dovrà valorizzare le nostre società sportive sul territorio le quali hanno bisogno di essere orientate, informate sulla grande opportunità che offre lo sport sociale. Anche loro devono sentirsi generatori di nuove risorse da mettere a disposizione delle comunità oltre le occasioni di pratica sportiva.

Abbiamo bisogno di farle crescere in consapevolezza, le dobbiamo accompagnare nel rapporto con la Uisp ma soprattutto con le varie istituzioni e reti sociali. E’ qui che possiamo immaginare le praterie che abbiamo davanti, nella sollecitazione di tutte le nostre basi associative per renderle sempre più coscienti di essere forza capace di importanti trasformazioni sociali nel rapporto sussidiario con le istituzioni. Non solo servizi, dunque, ma formazione, valori etici e responsabilità sociale.

Temi che ci riguarderanno ancora fortemente dovranno essere giovani, lavoro, parità di genere, tutele, welfare inclusivo. In questo modo saremo in sintonia con i bisogni del Paese.

Siamo arrivati all’ultimo miglio. Un congresso che ci ha tenuti impegnati da settembre dell’anno scorso. Un fiume di partecipanti, di invitati, numeri veri, una forza sociale viva e vivace, che mette in campo non solo idee ma pratiche quotidiane. Abbiamo rinnovato circa il 65% dei nostri presidenti tra comitati territoriali e regionali senza farsi tentare da logiche di rinegoziazione del vincolo del doppio mandato, che avevamo assunto come impegno nel percorso della riforma. Un’altra sfida vinta che è un esempio da mettere sul tavolo della politica, delle istituzioni e dello sport:

Il mio ringraziamento è davvero allora sentito verso tutte le nostre e i nostri dirigenti che si sono messi a disposizione, perché abbiamo mandato un grande segnale di maturità associativa, di rinnovamento e civiltà democratica a tutto il Paese, siamone orgogliosi!

Un ringraziamento sentito poi va a tutte e tutti coloro che quotidianamente, a partire dai livelli territoriali, regionali e fino al nazionale, svolgono nei vari uffici dei nostri comitati un lavoro lontano dalla ribalta ma preziosissimo. Grazie a tutte e tutti i dirigenti ai vari livelli, a tutti settori, a tutte e tutti coloro che a vario titolo fanno parte del sistema Uisp che non si esaurisce solo nell’associazione, agli operatori, ai giudici, ai volontari, a tutti, per il mandato appena concluso, faticoso ma pieno di risultati che abbiamo raggiunto. Grazie anche per questo meraviglioso allestimento.

Così come un ringraziamento sentito va a tutte le nostre e ai nostri invitati che, con modalità diverse, caratterizzeranno la loro presenza qui con noi. Un contributo che abbiamo chiesto e che accettiamo volentieri e che sono sicuro ci aiuterà ancora di più a convincerci della forza delle reti, dello scambio dei saperi e delle contaminazioni necessarie, dell’importanza di abbandonare sempre di più logiche autoreferenziali.

Un congresso che ha scelto quindi una strada precisa, indicato una direzione chiara che chiama tutti noi ad essere conseguenti nel futuro lavoro che ci attende, che ha agito il terreno del confronto, della democrazia e non delle rendite di posizione, che ha messo al centro il valore delle idee. Pronti allora a mobilitare le nostre forze migliori e a conseguire nuovi obiettivi, con l’approccio di uno sguardo lungo e coraggioso.

Avanti! Il futuro sembra essere difficile e complesso, sta a noi migliorarlo e renderlo pieno di speranza. Il movimento generattivo può e deve farlo. Grazie

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