Nazionale

La squadra di Avigliana è scesa in campo senza Gangio

A causa del "decreto sicurezza" Gangio è diventato un "irregolare": dopo due anni in Italia, un lavoro, una squadra di basket ed una comunità che lo ha accolto

 

Mercoledì 15 maggio la squadra di Avigliana è scesa in campo. Ha disputato a Caselle una gara importante. Ha giocato, lottato, e alla fine ha perso. Ma Gangio non c'era. Il suo nome sulla lista dei giocatori era stato depennato. Può capitare in un campionato Amatori: si gioca per divertirsi, per stare in compagnia, per passione, e a volte altri impegni coincidono con le partite. E stavolta è successo, solo che si è trattato di un impedimento un po' diverso: Gangio è diventato un "irregolare". Gangio è il soprannome di un ragazzo che si chiama Ngagne Diop. È senegalese, ha ventisette anni, compiuti a marzo, È un giocatore di pallacanestro della Polisportiva Avigliana Basket, che disputa il campionato Amatori, tessera Uisp n. 190420474.

La sua storia la spiegano i suoi compagni su Facebook: "Gangio era arrivato da un paio d’anni in Valsusa nel progetto di accoglienza diffusa per richiedenti asilo, dopo aver affrontato il viaggio dal Senegal attraverso il deserto e l’inferno della Libia per poi attraversare il Mediterraneo". Sono due anni di un percorso chiamato integrazione, che Ngagne Diop compie e segue con tanta buona volontà, sostenuto dalla Polisportiva Avigliana e dai sui compagni di squadra. Impara la lingua, trova anche un lavoro e, naturalmente, gioca e si diverte partecipando al campionato di pallacanestro Uisp.

Alla fine di questo percorso però la risposta che Gangio riceve è: NO. Caro signor Diop, anche se lei ha dimostrato di potersi integrare completamente nella comunità in cui vive, non ha i requisiti per vivere in Italia da rifugiato. Questo in ossequio al Decreto Sicurezza, che punta a impedire che persone come Ngagne possano venire nel nostro paese senza passare attraverso i canali ufficiali. La sua richiesta di asilo è già stata respinta due volte e probabilmente ha lasciato l'Italia, per non rischiare di essere arrestato e rimandato a forza in Senegal.

Le parole del suo allenatore, Roberto Rossino: "Parlare di Gangio per me é difficile senza che mi si stringa la gola. Lui è un ragazzo umile ma deciso, corretto e tenace. Queste sue qualità e pregi, ancora più grandi viste le traversie che ha dovuto passare e che sta passando, lo hanno reso indifeso. É stato corretto fino alla fine e non ha voluto restare in un paese da clandestino preferendo, ancora una volta, ricominciare tutto da capo. Io spero, un giorno, di poterlo allenare di nuovo, di urlargli contro e di abbracciarlo, di essere orgoglioso di lui se si caricherà di falli in campo. Come allenatore non gli auguro nulla, come amico... tutto il bene del mondo che, fino ad ora, non ha ricevuto".

Il pensiero dei suoi compagni: "Non sappiamo se adesso senza Gangio saremo più sicuri in Italia o se qualche italiano vivrà meglio senza di lui. Noi sicuramente sappiamo che ci mancherà moltissimo e speriamo di poterlo riabbracciare presto e riaverlo in campo con noi". (di Massimo Aghilar e Filippo Novara, Uisp Torino)

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