Nazionale

L’impegno Uisp al fianco delle persone con disabilità

Oggi è la Giornata internazionale delle persone con disabilità: le esperienze Uisp dal territorio emerse anche dal seminario del Giornale Radio Sociale

 

Nella Giornata internazionale delle persone con disabilità, l’Uisp ribadisce il suo impegno affinchè lo sport sia accessibile, inclusivo e permetta la partecipazione di tutti. Questo obiettivo viene perseguito ogni giorno con progetti, attività, formazione, che si dispiegano sui territori per permettere l’esercizio di questo diritto da parte di tutti i cittadini.

Una di queste esperienze è stata raccontata da Stefania Gelidi, portavoce del Forum terzo settore della Sardegna, in occasione del corso per giornalisti “Né supereroi, né sfigati : persone!”, promosso da Giornale Radio Sociale, Redattore Sociale con Forum Nazionale Terzo Settore e Fondazione CON IL SUD. Mercoledì 2 dicembre si è tenuto il seminario che ha ottenuto il riconoscimento dell’Ordine dei Giornalisti della Sardegna, concentrato proprio sui temi della disabilità e della comunicazione. Stefania Gelidi ha ricordato le iniziative e le attività dell’Uisp Nazionale in questo ambito: “Lo sport è lo spazio in cui, più frequentemente, una persona con disabilità ottiene visibilità, insieme alle persone che gli sono vicine, famiglie, volontari, operatori - ha detto Gelidi - Cito ad esempio l’esperienza dell’Uisp Sardegna che ha fatto dello sport un’alternativa alla fisioterapia, intendendo l’attività motoria nel senso di socializzazione diffusa. Infatti, ci sono tante associazioni che portano avanti progetti sportivi con l’obiettivo di raggiungere una vita autonoma e promuovere la socialità all’aria aperta attraverso la vela, uno sport affascinante che riesce a coinvolgere tutti. Purtroppo tanti progetti fanno fatica a mantenere continuità ed efficacia nel tempo perchè non sono supportati da risorse economiche sufficienti e, una volta raccontata l’esperienza in un telegiornale o quotidiano locale, il progetto rischia di perdere il suo appeal e di creare distanza e disinteresse da parte dei finanziatori, dell’amministrazione e della comunità locale. Facilmente ci si dimentica che si tratta di esperienze quotidiane che prevedono l’impegno di molte persone”.

GUARDA IL VIDEO CON L'INTERVENTO DI STEFANIA GELIDI

Un’altra iniziativa proveniente dalla Sardegna, questa volta dall’Uisp Sassari è quella dell’associazione di basket “Io può”: una proposta sportiva inserita dentro un contesto di vera inclusione come appunto il campionato di basket dove si gioca “spalla a spalla” con gli atleti cosiddetti normodotati. La squadra affronta due allenamenti settimanali di basket e uno di nuoto per poter migliorare le proprie competenze motorie e lavorare sul rafforzamento muscolare. "Abbiamo preso parte al Campionato open di basket Uisp fin dalla prima stagione, nel 2011/2012 quando era ancora necessario che due operatori scendessero in campo insieme agli atleti per dare maggiore vigore al gioco - commenta Emanuela Serra, presidente dell'Associazione "Io può" - Ormai questo non è più necessario e la squadra si confronta ad armi pari con le altre. Merito degli allenamenti e delle altre esperienze sportive realizzate negli anni dai ragazzi: la canoa, l’escursionismo, l’arrampicata e il nuoto a completamento di quel percorso di consapevolezza dei propri mezzi e fiducia in sé stessi che attraverso lo sport è possibile realizzare con maggior efficacia ed entusiasmo".

Il difficile periodo che stiamo vivendo riversa i suoi effetti negativi in particolare sulle persone più in difficoltà: Fabia Giordano, Uisp Modena, spiega in un'intervista alla testata locale on line QuiTv, che da febbraio sono state interrotte attività dedicate a numerose persone con disabilità in tutta la provincia di Modena. Persone e famiglie che si trovano tutt’oggi in particolare difficoltà a causa dell’isolamento. GUARDA IL VIDEO CON L'INTERVISTA

Anche lo sport, quindi, è rientrato nelle riflessioni del seminario promosso dal Giornale Radio Sociale con Redattore Sociale, che si sono focalizzate sul tema del linguaggio, infatti utilizzare termini corretti è fondamentale per evitare di cadere in stereotipi o alimentare pregiudizi. “Attraverso le parole che utilizziamo per descrivere il mondo costruiamo la mente di chi ci ascolta. E così anche la descrizione che associamo alla disabilità crea un impatto mentale che trasferisce un certo modello”, spiega Carlo Duò, psicologo della comunicazione e del lavoro. Per questo un vero cambiamento culturale deve contemplare una “rivoluzione che passi anche dalle parole”, aggiunge. 

La disabilità oggi interessa milioni di persone, in Italia e nel mondo. “Molti anziani oggi sono non autosufficienti, è una condizione che può riguardare tutti nel ciclo della vita - ricorda Claudia Fiaschi portavoce del Forum del Terzo settore - I disabili non hanno bisogno di diritti diversi, ma devono essere messi nella condizione di accedere ai diritti che già ci sono. Un esempio è il tema del lavoro”.  

La comunicazione corretta assume un ruolo fondamentale anche per chi fa “infrastrutturazione sociale”, spiega Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione con il Sud. “Noi incoraggiamo progetti in ambito sociale e pensiamo che la funzione della comunicazione sia strategica - afferma - Spesso si parla di queste esperienze come di buoni o di eroi, ma non basta: in realtà, presentare queste realtà come eccezionali e irripetibili vuol dire condannarle alla marginalità. Non dobbiamo parlare solo di buone pratiche per aumentare la sensibilità verso i soggetti deboli ma siamo qui per cambiare paradigma”. Ad oggi siamo infatti ancora lclicca quiontani dall’avere una società veramente inclusiva, come ricorda Katia Caravello, collaboratrice del Giornale Radio sociale. “La convenzione Onu è legge in Italia da 12 anni ma si fatica a farla applicare - sottolinea -, io sono cieca e spesso noi disabili siamo considerati diversi dai cittadini, per esempio durante la pandemia alcune norme non hanno tenuto conto dei nostri bisogni. Basti pensare alle norme per il distanziamento fisico impossibili da rispettare per chi ha bisogno di accompagnamento o assistenza”. 

Per leggere il resconto del seminario a cura di Redattore Sociale clicca qui

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