Nazionale

"L'Uisp coniuga attività e percorsi associativi". Parla Vincenzo Manco

Nell’ultimo numero di “Happy aquatics & wellness”, pubblicazione del settore piscina-sport, il presidente Uisp sul valore dello sport di base

 

L’Uisp, ente di riferimento per lo sport nazionale, che si rinnova per rispondere al bisogno di nuovi modelli di sport accessibile a tutti facendo leva su valori e soluzioni che da sempre la distinguono, è la protagonista dell’intervista di Marco Tornatore, pubblicata nell’ultimo numero di “Happy aquatics & wellness”, la pubblicazione del settore piscina-sport. Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp, risponde alle domande sul mondo dello sport italiano e sul valore dello sport di base.

“La Uisp, che quest’anno celebra i propri settant’anni, è ancora capace di una proposta sportiva per tutti che coniuga attività e percorsi associativi - dice Manco - Lo sport continua ad essere per noi uno strumento per migliorare la qualità della vita delle persone, un percorso emancipativo per portare ad una  cittadinanza piena, un fattore sociale ed educativo prima di tutto. Ci interessa soprattutto come i nostri soci e le nostre società sportive vivono il rapporto con la comunità circostante e non solo con il risultato sportivo che pure è importante sul piano personale”.

Che numeri esprime oggi la Uisp in Italia e che obiettivi avete fissato nel quadriennio che si chiuderà nel 2021?
“Un milione e trecentomila tesserati circa, 17.093 società sportive, 122 Comitati territoriali (veri!) su tutto il territorio nazionale, 19 Comitati regionali (abbiamo accorpato Abruzzo e Molise). In una fase economica e sociale particolarmente complicata non ci siamo dati obiettivi quantitativi in questo mandato associativo, piuttosto la necessità di costruire percorsi formativi e organizzativi rinnovati per mettere in movimento i 23 milioni di sedentari che i recenti dati dell’Istat sulla pratica sportiva in Italia ci hanno consegnato. Dopo la semina andremo a vedere la nostra capacità di raccolta”.

Oggi prevale l’idea di cultura del movimento diffusa nella popolazione, più di quella di sport come mero momento agonistico.
“Se oggi la cultura del movimento ha assunto nuove forme della pratica è anche merito di associazioni come la nostra che ha sempre anteposto il benessere alla pura prestazione. Oggi è necessario che gli attori dell’attività sportiva stiano all’interno di obiettivi alti che riguardano la qualità della vita delle persone. Sto pensando ai 17 obiettivi dell’agenda Onu 2030, che vede lo sport come uno degli strumenti per la pacifica convivenza tra le persone, per affermare l’intercultura, la sostenibilità del pianeta. Se oggi tanti si muovono al di fuori delle organizzazioni sportive, al nostro nuovo ruolo si impone la necessità di trovare rinnovati valori per costruire percorsi associativi sui quali coinvolgere quelle persone che attraverso la pratica vogliano raggiungere obiettivi di comunità e migliorare la coesione sociale. A questo dedicheremo il nostro impegno futuro”.

Uisp e mondo delle piscine: dalla gestione di impianti sportivi a società affiliate e tesserati, come state rimodulando la vostra strategia e in che misura tale vostro percorso può puntare su una qualità elevata, che in passato non ha sempre distinto gli Eps, più sensibili a spartizioni di spazi che alla bontà dei sevizi erogati?
“Il “comparto acqua” meriterebbe oggi un vero e proprio punto di riflessione nazionale, a mio parere. Cosa che vogliamo comunque stimolare a breve magari chiamando i vari protagonisti ad un confronto pubblico rinnovato. La Uisp vanta, come voi sapete, una lunga esperienza in tal senso mostrandosi interlocutore credibile verso le istituzioni locali non con qualche contraddizione nei confronti delle nostre stesse società sportive. Abbiamo sperimentato nel tempo diversi modelli di gestione cercando di coniugare sempre accessibilità, qualità del servizio e sostenibilità degli impianti”.

Uisp alle porte del 2020: cosa intende valorizzare rispetto al suo mondo esperienziale  e cosa punta ad innovare perché prevalga nel Paese lo sport come accezione che sottenda anche salute, prevenzione, senza fare astrazioni dal suo valore sociale ed educativo?
“La tappa 2020 è un richiamo all’agenda europea alla quale noi ci riferiamo rispetto al tema della nuova dimensione dello sport. Al Congresso del 2017 ho proposto alla Uisp cinque punti sui quali spendersi in questo mandato: innovare le attività, impiantistica sportiva, formazione (soprattutto dei dirigenti e non solo degli operatori), progettazione sociale, rinnovato rapporto con le società sportive. Su questi temi stiamo lavorando e a breve saranno anche oggetto, alcuni lo sono già stati,  di confronti pubblici all’interno del calendario delle celebrazioni del nostro settantesimo”.

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