Nazionale

L'Uisp saluta Donato Sabia, campione di sport pulito

E' morto a Potenza, all'età di 56 anni. Aveva partecipato con Uisp e Libera Basilicata alle battaglie contro il doping. Lo ricorda Michele Di Gioia

 

E' morto all'età di 56 anni Donato Sabia, "il signore degli 800" come veniva definito, persona gentile e atleta di talento negli anni ’80, protagonista del mezzofondo azzurro. Era ricoverato da due settimane all’ospedale San Carlo di Potenza. Anche lui vittima del Coronavirus, come riferiscono le agenzie. L'Uisp si unisce al lutto dei familiari e di tutta l'atletica italiana.

Sabia va ricordato come atleta di livello e come persona costantemente impegnata contro il doping, al fianco del suo storico allenatore Sandro Donati. Sabia era un uomo del Sud che ha sempre tenuto alle sue radici: “Ho avuto l'onore di conoscere personalmente Donato Sabia – ricorda Michele Di Gioia, presidente Uisp Basilicata - Un uomo, un campione sempre fedele ai valori e agli ideali dello sport pulito,  fatto di sacrifici e di coraggio, anche di scelte "contro'. Ha sempre combattuto in prima linea la battaglia contro il doping e non ha mai negato la sua testimonianza per raccontarla ai più giovani. Un esempio per tutte e tutti”. 

“Insieme a Libera  Basilicata - prosegue Di Gioia - ha portato  la sua testimonianza alle ragazze e ai ragazzi del campo di Estate Liberi, ospitato presso il Lido Onda Libera, esperienza condivisa tra Uisp, Libera e Aipd a Scanzano Jonico. È intervenuto al Matera Sport Film Festival, sia a Matera che a Potenza, in occasione di incontri dedicati alle ragazze e ai ragazzi delle scuole cittadine, per raccontare la sua storia e promuovere i valori dello sport. E’ sempre stato vicino a Vivicittà e ai suoi valori. Nel 2011 partecipò all’edizione materana di Vivicittà poiché seguiva da vicino la Podistica Amatori Potenza che quell’anno partecipò in massa, con ben tredici atleti”.

Anche Libera Basilicata, di cui fa parte anche Uisp Basilicata, ha ricordato Donato Sabia con questo comunicato:
Libera Basilicata saluta un grande uomo che ha attraversato la vita a testa alta da atleta e da cittadino. È un dolore immenso. Con Donato abbiamo condiviso un percorso educativo rivolto soprattutto ai giovani e alle società sportive sulla questione del doping, quel virus malefico che ha investito e investe il mondo dello sport a tutti i livelli.

Donato ha avuto la forza di dire no alle oscene proposte di doping, anche se questo avrebbe potuto migliorare le sue prestazioni di quei pochi centesimi di secondo che lo separavano dal podio.

Donato è salito sui gradini più alti con tutta la sua dignità e quando i nostri percorsi si sono incrociati, la sua testimonianza ha avuto un impatto fortissimo sui tanti che lo conoscevano solo per i suoi record e le sue imprese sportive.

Ricorderemo sempre l'emozione e la commozione di Donato, durante la presentazione del libro di Sandro Donati "Lo sport del doping", a Potenza e a Matera, nel raccontare la sua storia di atleta fuori dalla pista, quando sudava e soffriva per i suoi infortuni e quando doveva allontanare le sirene del doping, aiutato dal suo allenatore e grande amico, Sandro Donati che gli ha voluto bene come un figlio.

Alla moglie Daniela e alle figlie va il nostro forte abbraccio.

Che la sua dignità e la sua leggerezza siano da esempio per tutti coloro che corrono sui prati.

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