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L’Uisp sulla Rai: "Anche nelle carceri il diritto universale allo sport"

Tiziano Pesce, vicepresidente nazionale Uisp, intervistato da Sandro Fioravanti nella trasmissione “La tribuna di Radio 1 Sport”

 

La trasmissione radiofonica “La tribuna di Radio 1 Sport”, condotta da Sandro Fioravanti, ha trasmesso mercoledì 11 dicembre un approfondimento sul valore sociale dello sport, in particolare sulla sua importanza per le persone detenute. Per affrontare l’argomento è stata chiamata in causa l’Uisp, che da tanti anni conduce attività sportive e progetti sociali nelle carceri di molte città italiane: è intervenuto Tiziano Pesce, vicepresidente nazionale Uisp e presidente Uisp Liguria, che ha raccontato in apertura l’esperienza del carcere di Marassi, dove Vivicittà si corre dentro e fuori le mura.

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“Vivicittà è un appuntamento molto importante della nostra stagione – ha detto Pesce - che prevede corse e camminate anche all'interno degli istituti penitenziari, oltre venti quelli coinvolti ogni anno tra marzo e aprile. A Genova, in particolare, non si corre e cammina solo all'interno ma anche fuori dalle mura, percorrendo un anello che entra ed esce dal carcere. Ovviamente l'attività si deve anche adattare alle condizioni logistiche degli istituti, ma per noi acquisisce un grande significato che ben si lega al nome del progetto che in Liguria, e in modo particolare a Genova, portiamo avanti con il sostegno della regione Liguria: si tratta del progetto Ponte, con cui vogliamo creare un ponte ideale tra interno ed esterno della struttura. Ed ecco che Vivicittà diventa il simbolo di un'attività che non si limita ad una singola giornata ma valorizza il lavoro che i nostri operatori ed educatori portano avanti tutti i giorni dell'anno, in stretto rapporto con l'amministrazione penitenziaria, la direzione carceraria e la polizia penitenziaria”.

Il  carcere dovrebbe essere un luogo di recupero, un mezzo per tornare ad una vita normale e lo sport in questo senso è un elemento molto rilevante: “Per noi lo sport sociale è un elemento molto importante, infatti sono ormai 71 anni che portiamo avanti un’idea di sport per tutti, che renda universale il diritto allo sport e con lui il diritto alla salute, all'educazione, alla cultura. Lo sport è un grande fenomeno sociale del nostro tempo e noi scegliamo di operare anche all'interno degli istituti penitenziari del nostro paese perché la cultura del corpo insegna il rispetto dell'altro e di se stessi e diventa elemento fondamentale per migliorare la qualità della vita dei cittadini e ovviamente sono cittadini a pieno titolo anche le persone detenute. La distanza fra cittadino libero e cittadino ristretto esiste sul piano pratico e logistico ma riteniamo che non abbia nessuna ragione di esistere sul piano umano e sociale. Per questo lavoriamo costantemente affinchè questo approccio venga sempre più messo in evidenza, anche nei protocolli sottoscritti dal ministero, come accaduto in quello che abbiamo firmato recentemente  che mette in evidenza l’attenzione che vogliamo dedicare alla popolazione detenuta, proponendo una cultura sportiva che opera nel segno dell’integrazione”.

Durante la trasmissione è stata anche presentata l’iniziativa che vede l’Uisp al fianco dell’UNHCR-Agenzia ONU per i rifugiati e che verrà annunciata durante il prossimo Forum Mondiale sui Rifugiati che si terrà a Ginevra il 17 e 18 dicembre. “L’Uisp da sempre promuove lo sport come strumento primario per accogliere ed aggregare le persone, lo facciamo attraverso il tessuto connettivo della nostra associazione, oltre 1.300.000 associati e 16.500 associazioni sportive in Italia e in rapporto con le nostre basi associative. È un lavoro che è stato riconosciuto ufficialmente anche dall'Onu nel 2018 all'interno del Global Compact, dove troviamo alcuni articoli che sottolineano il ruolo dello sport nei processi di inclusione sociale, di coesione e di benessere. Il 17 e 18 dicembre presenteremo questo lavoro al Forum mondiale sui rifugiati, si tratta di un impegno importante che supera i confini del nostro Paese come accaduto con il progetto PAC dedicato alla cittadinanza attiva dei detenuti che abbiamo condiviso con associazioni ed istituzioni di Regno Unito, Belgio, Olanda e Croazia, con il sostegno dell'Unione Europea attraverso il programma Erasmus”.

“Negli anni, da dirigente Uisp, ho avuto la fortuna di partecipare a tante iniziative in carcere - conclude Pesce - e quello che mi colpisce sempre è la grande riconoscenza dei detenuti nei confronti della nostra associazione e soprattutto dei nostri educatori. Sono tante le storie che ci vengono raccontate e tante le situazioni che rappresentano plasticamente quanto sia importante l'attività rieducativa dello sport. Capita, ad esempio, quando nelle nostre sedi vengono a bussare a distanza di anni ragazzi che ci hanno incontrato tra quelle mura e magari hanno partecipato a un corso arbitri di calcio e poi vengono con noi ad arbitrare i campionati. Sono esperienze altamente formative che ci portiamo tutti i giorni nel cuore”. (A cura di Elena Fiorani)

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