Nazionale

L’Uisp sulla Rai con Vivicittà nel carcere di Rebibbia

La rubrica "Tutto il bello che c’è" del Tg2 sulla corsa della sezione maschile. Continuano le iniziative in carcere. Rinnovo del protocollo con il Ministero

Continua il percorso di Vivicittà all’insegna dello sport e dei diritti per tutti. La corsa più grande al mondo continua a far correre l’Italia entrando nelle carceri delle nostre città. Dopo le corse nel carcere di Genova, 15 maggio, Firenze, 11 maggio, e Roma, 5 e 8 maggio, sabato 25 maggio Vivicittà arriverà nella Casa circondariale di Cremona e venerdì 31 nell’Istituto penitenziario di Parma. A Cremona la corsa partirà alle 10 su un circuito interno e parteciperanno anche atleti esterni; a Parma la manifestazione coinvolgerà i detenuti del carcere di via Burla ed anche una decina di studenti della facoltà di Scienze motorie dell'Università di Parma che parteciperanno alla corsa e a staffette di velocità.

Domenica 5 maggio la corsa nel carcere di Rebibbia, organizzata dall’Uisp Roma, è stata ripresa dalle telecamere del Tg2 che ha realizzato un servizio a cura di Doriana Laraia andato in onda giovedì 23 maggio nella rubrica “Tutto il bello che c’è”.

GUARDA IL SERVIZIO del Tg2 Rai

A Rebibbia la bellezza è stata rappresentata dalla corsa di circa 150 detenuti, che hanno avuto la possibilità di esprimere la propria libertà nonostante un contesto chiuso dove trascorrono le loro giornate. Per l’occasione sono state predisposte due prove differenti, un tracciato non competitivo di 4 chilometri e uno competitivo della lunghezza di 12 chilometri. Dentro un carcere correre diventa sinonimo di libertà: “Qui dentro lo scarico può essere solo questo – riferisce un detenuto - Oggi non conta il risultato, perché per noi questa giornata è già una vittoria”. Ad affiancare i detenuti un centinaio di atleti esterni: “Il carcere è una realtà territoriale spesso considerata troppo lontana rispetto alla società civile – ha detto Ilaria Nobili, Uisp Roma - Noi, come Uisp, invece entriamo dentro perchè lo sport sia veramente un diritto di tutti”.
Secondo lo psicologo Alessandro Belocchi, che ha preso parte alla corsa, Vivicittà è “un’occasione unica per condividere un’esperienza sportiva ed emotiva. Correre significa sospendere il tempo, vivere una situazione di normalità, per la durata della corsa, e avere un obiettivo”.

Fare sport è un'opportunità importante per il benessere psicofisico dei detenuti, momento per scaricare le tensioni e per favorire l'aggregazione anche perché molto spesso le attività sportive coinvolgono anche le guardie penitenziarie. Purtroppo però solo il 28.1% dei detenuti italiani pratica sport all'interno delle diverse case circondariali, nonostante il molto tempo libero a loro disposizione. Una percentuale bassa determinata anche da problemi strutturali visto che il 25% degli istituti di pena della penisola non ha campi sportivi al proprio interno, il 20% non ha palestre e il 33% non fornisce la possibilità di praticare alcun tipo di attività sportiva.

Questi sono alcuni dei dati emersi durante il convegno organizzato dall’Uisp nell’ambito del progetto europeo Pac-Prisoners' Active Citizenship, tenutosi sabato 18 maggio a Milano, che ha visto rappresentanti di Belgio, Italia, Croazia, Olanda e Regno Unito confrontarsi sulle differenti realtà. “I numeri dicono che in Italia ci sono 190 carceri con una capacità di 50.589 unità, i detenuti risultano essere però 58.163, con un eccesso di 7.574 pari al 15% di eccedenza, risultano essere quindi 157 gli istituti di pena sovraffollati - spiega Antonio Iannetta, direttore Uisp Milano - lo stato di tensione emotiva dei detenuti è un problema serio di cui occuparsi in modo strutturato. Lo sport è un ottimo strumento per impattare positivamente nel vissuto quotidiano e aiutare i detenuti nel loro percorso di recupero sociale e Uisp da quasi 30 anni lavora in tal senso sul territorio”.

Il progetto Uisp Porte Aperte è avviato anche in tredici istituti di pena lombardi a Bergamo, Brescia, Cremona, Lariano, Lodi, Milano, Monza, Mantova, Pavia, e Varese. Le attività svolte vedono la presenza costante di istruttori, volontari, educatori sportivi, animatori, allenatori e tecnici sportivi; organizzazione di partite amichevoli di pallavolo, calcio, basket, tra detenuti e squadre esterne; tornei e campionati interni al carcere; corsi di formazione per arbitri, giudici sportivi, tecnici e allenatori; corsi di ginnastica; lezioni di tennis; attività circensi; giochi da tavola.

“Un progetto che sicuramente ha portato un valore aggiunto a tutto il sistema carcerario lombardo - ha spiegato Martina Cambiaghi, assessore di Regione Lombardia - Aver partecipato al bando europeo Erasmus+ è stato per la Uisp un'occasione d'oro che ha permesso un interscambio costruttivo tra enti continentali diversi. Questo progetto è un tassello che si aggiunge alla già rodata collaborazione con l'assessorato allo Sport e Giovani di Regione Lombardia”.

Nei prossimi giorni l'Uisp e il Dap-Dipartimento amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia firmeranno il rinnovo del protocollo d'intesa, per la realizzazione delle attività nelle carceri italiane. 

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