Nazionale

Manco, Uisp: "Superare la sindrome del dio minore"

Lettera aperta del presidente Uisp: le riforme di sistema sportivo e associazionismo occasione per dare al Paese un quadro di riferimento rinnovato

 

Stiamo attraversando una fase delicata ma nello stesso tempo interessante per il sistema sportivo italiano e le migliaia di associazioni che ne fanno parte. Mai come in questo particolare momento storico lo sport è stato interessato da riforme che toccano così nel profondo il sistema di norme che lo riguarda. Credo sia una grande occasione, un'opportunità per offrire il nostro contributo e dare al Paese un quadro di riferimento rinnovato e moderno.

Abbiamo già fatto la nostra parte adeguando lo statuto alla riforma del Terzo settore per mantenere il riconoscimento di Associazione di Promozione Sociale - Rete Associativa Nazionale, affermando la volontà di continuare a rappresentare quella parte di capitale sociale che sta a pieno titolo, e con un ruolo da protagonista, tra le grandi organizzazioni che compongono il variegato mondo dei cosiddetti corpi intermedi.

Abbiamo proceduto dando il nostro fattivo contributo di rappresentanza e di competenza, attraverso il Forum del Terzo settore e nel rapporto con il Governo, essendo parte del Consiglio nazionale del Terzo settore presso il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Ancora oggi siamo impegnati per ottenere interventi di norme attuative della riforma che metterebbero le nostre associazioni sportive nella condizione di cogliere ancora di più le opportunità che la stessa riforma offre.

La legge delega sullo sport e la legge di bilancio 2019 possono rappresentare lo strumento per emanciparsi dalla sindrome del “dio minore”, per cambiare la cultura sportiva del nostro Paese. Per fare ciò ritengo necessaria una azione congiunta dell’Uisp e degli altri tre Enti di promozione, Csi, Pgs e UsAcli, con i quali stiamo condividendo un percorso su valori e scelte comuni, per entrare nel merito del testo e aprire una negoziazione con il Governo e con il Parlamento.
Noi non abbiamo una posizione ideologica nei confronti di nessun organismo sportivo, ma siamo fermamente convinti che ognuno oggi debba fare la propria parte per far avanzare anche quest'ambito delle politiche pubbliche verso orizzonti che devono finalmente vedere valorizzata la promozione sportiva del nostro Paese. Ovvero quel variegato mondo fatto di tantissimi volontari che coinvolgono i nostri figli e le nostre figlie, le tante persone di ogni età per farle stare meglio, per offrire opportunità di pratica che diventa valore sociale, coesione territoriale, partecipazione democratica, frattura della sedentarietà, protagonismo solidale.

Tutto questo producono le migliaia di associazioni sportive che ogni giorno sono attive su tutto il territorio nazionale. È necessario pensare a loro e non agli equilibri interni dei vari palazzi. Anche di recente, invece, il Coni si è mostrato refrattario al confronto con la riforma, fermo a rivendicare posizioni conservative e non di rilancio sui temi che l'articolato individua.

Noi siamo pronti a collaborare con chiunque voglia assumersi la responsabilità di aprire tavoli di confronto nel merito dei futuri decreti legislativi che riguarderanno la legge delega. Non ci interessano posizioni di retroguardia o di opportunismo di maniera, perché abbiamo posizioni chiare: il principio della trasparenza, nel mondo della promozione sportiva e non solo, deve ispirare ogni attività. Oggi alcuni Enti di promozione non hanno più motivo di esistere perché è chiaro che sul Registro Coni caricano dati legati ad associazioni di secondo livello e, di fatto, non organizzando attività in modo diretto. 

Stiamo predisponendo le nostre proposte da presentare al Governo su alcuni pilastri del sistema sportivo italiano: ambiti di attività, semplificazione normativa, lavoro sportivo e impiantistica. 

Ora sta a noi mettere in campo tutte le nostre capacità e la nostra massa critica per far sentire il protagonismo di cui siamo capaci. Sarà pertanto necessario il coinvolgimento di tutti i livelli associativi affinché questa riforma possa avere una spinta innovativa anche dal basso. Ognuno deve fare la propria parte nel confronto con il Coni e gli organismi sportivi ai vari livelli, solo così metteremo a disposizione tutte le nostre forze affinché lo sport italiano possa davvero dirsi rinnovato e valorizzato finalmente in tutte le sue componenti. 

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