Nazionale

Parole inclusive e paritarie per raccontare le donne nello sport

Manuela Claysset, responsabile politiche di genere e diritti Uisp, e Valeria Frigerio, introducono l'approfondimento di Monia Azzalini

 

Nell’anno delle Olimpiadi anomale, che si chiamano Tokio 2020 ma si svolgono nel 2021, senza pubblico e con atlete ed atleti perennemente in bilico, ostaggi di un possibile tampone negativo, abbiamo deciso di dedicare un approfondimento al linguaggio ed in particolare al modo in cui lo sport femminile viene raccontato.
Quest’anno le parole, il modo di raccontare, saranno particolarmente importanti, assieme alle inquadrature, a quello che i media decideranno di valorizzare o trascurare per trasmetterci - mediare - la storia di questa Olimpiade a porte chiuse.
L’Uisp ha già dedicato attenzione al tema del linguaggio con cui viene narrato lo sport al femminile: lo abbiamo fatto nel 2019, assieme alle giornaliste di GiULiA con il manifesto “Media donne e sport: idee guida per una diversa informazione" e ci torniamo adesso con il saggio di Monia Azzalini, "Salvarsi in corner” una metafora calcistica per parlare – e scrivere - in modo corretto e rispettoso delle differenze.
Proprio a seguito di quelle idee guida create con l’Associazione Giulia giornaliste e in vista delle Olimpiadi di Tokyo, come Politiche di Genere e Diritti volevamo pubblicare un aggiornamento e alcuni approfondimenti: abbiamo chiesto a diverse donne impegnate su vari fronti dello sport, del giornalismo, della ricerca, di dare una loro lettura della situazione dello sport femminile e del linguaggio di genere nello sport, suggerire alcune riflessioni e proposte per migliorare la situazione, per continuare il percorso di crescita con maggiore attenzione allo sport delle donne e usare un corretto linguaggio, con l'obiettivo di implementare le idee guida e continuare il nostro percorso.

La pandemia ha cambiato i nostri piani, ma avevamo raccolto interesse e disponibilità, prima di tutte da parte di Monia Azzalini: il suo contributo, che vi consegniamo in questo numero speciale di Uispress dedicato alle Olimpiadi, alla visibilità dello sport femminile e al corretto linguaggio, è senza dubbio impegnativo e al tempo stesso preziosamente didattico. Ci guida nel percorso ultra trentennale del contrasto al sessismo linguistico, proseguendo con esempi e citazioni che illustrano come in generale il linguaggio parlato e scritto, ad esempio per quanto riguarda professioni e ruoli pubblici, sia antropocentrico, per poi arrivare a casi specifici nel mondo dello sport.

Monia Azzalini ha scritto il saggio in piena pandemia, alla quale troviamo in esso molti riferimenti: per quanto riguarda linguaggio e approccio alla partecipazione femminile nello sport anche negli ultimi mesi si registrano episodi indecenti quale quello, nel maggio 2021, di Aurora Leone, del gruppo comico The Jackal che era convocata tra i giocatori della  “Partita del cuore”, incontro di calcio tra una selezione di cantanti e una di altri personaggi famosi, ed alla quale è stato chiesto di allontanarsi dal tavolo perché le donne non erano ammesse, con un patetico alternarsi di scuse e conferme dell’esclusione.

Ma siamo anche nel periodo che ha visto alcune donne arbitrare appuntamenti importanti sia nel calcio che nel tennis, sempre più donne presenti nel governo dello sport, la prima voce femminile di Katia Serra che ha commentato la finale degli Europei di calcio maschile. Insomma piccoli segnali di un possibile cambiamento.

Ci auguriamo venga definitivamente superato quell’archivio degli stereotipi con cui lo sport al femminile viene rappresentato, pieno di ‘mammine volanti’ ‘cicciottelle’, “….quelle 4 lesbiche” del calcio, come le definì il presidente della Lega nazionale dilettanti, oltre ai soliti “più belle che brave“ , “..un lato B da medaglia d’oro”. Facciamo un passo avanti e vediamo se da queste Olimpiadi così diverse dal passato potranno arrivare parole più attente e corrette per lo sport delle donne. (Manuela Claysset, Valeria Frigerio)

Monia Azzalini è socia dell’Osservatorio di Pavia dove si è formata come ricercatrice dopo la laurea in Filosofia. Le sue principali aree di attività riguardano la ricerca applicata e gli studi relativi a media, genere e società, compresi gli aspetti di diversità e inclusione, comunicazione pubblica e politica, giornalismo. È autrice di diversi articoli, capitoli di libri e rapporti di ricerca. Dal 2005 è coordinatrice nazionale del Global Media Monitoring Project. Nel settembre 2018 ha iniziato un dottorato di ricerca in Scienze del linguaggio all'Università Ca' Foscari di Venezia, con un progetto di ricerca sull'uso del linguaggio nella costruzione delle identità di genere all'interno e attraverso i media.

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